Inno alla gioia, istruzioni per l’uso

Inno alla gioia, istruzioni per l’uso

15 Febbraio 2021 0 Di mariomonfrecola

L’Inno alla gioia non è una sequenza di note!

Che senso ha imparare (o provare) l’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven se ignoro anche l’anno in cui fu ideata l’opera?
Perché, giunto alla soglia dei cinquant’anni, con passione mi lancio in una nuova, emozionante sfida: imparare a suonare uno strumento musicale.
Prima di avvicinarmi all’Inno alla gioia, però, necessito di documentarmi.
Altrimenti rischio di ridurre un capolavoro in una una fredda successione di note.
Già è dura accettare l’utilizzo di una sinfonia eterna come puro esercizio didattico, maltrattare la celestiale composizione come una qualsiasi suoneria di cellulare, poi, è inaccettabile.
Dunque, innanzitutto, è doveroso conoscere la storia (o meglio, le nozioni basilari) di quest’opera.


Inno alla gioia: la (mia) trascrizione delle note
All-focus

Ode alla gioia, un poema di Friedrich Schiller (1785)

«Gioia, bella scintilla divina,
figlia dell’Eliseo,
noi entriamo ebbri e frementi,
o celeste, nel tuo tempio.
Il tuo incanto rende unito
ciò che la moda rigidamente separò,
i mendichi diventano fratelli dei principi
dove la tua ala soave freme.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero!
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.»

Una scoperta (per il sottoscritto, clamorosa): “Ode alla gioia” è un’ode composta dal poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller nell’estate del 1785.

Con grande pathos l’inno descrive l’ideale tipicamente romantico di una società di uomini egualmente legati tra loro da vincoli di gioia e amicizia universale (fonte: Wikipedia)

Inno alla gioia, Ludwig van Beethoven (1823)

Solo nel 1823 Ludwig van Beethoven mette in musica l’Inno alla gioia come parte della sinfonia n°9.

L’inno conserva il pensiero del suo ideatore Schiller: creare un legame di amicizia tra tutti gli uomini.
Infatti, l’Inno alla gioia non presenta un testo ma solo musica, il linguaggio universale dei popoli capace di superare la barriera linguistica, le differenti religione e orientamenti politici.

L’inno del Consiglio d’Europa (1972)

Nel 1972 il Consiglio d’Europa e poi l’Unione Europea scelgono l’Inno alla gioia di Beethoven come inno d’Europa.

L’inno europeo non intende sostituire gli inni nazionali dei paesi membri, ma piuttosto celebrare i valori che essi condividono.
L’inno viene eseguito nelle cerimonie ufficiali che vedono la partecipazione dell’Unione europea e in generale a tutti i tipi di eventi a carattere europeo (fonte: sito ufficiale dell’Unione Europea).


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La musica, pretesto per ampliare le conoscenze

Con lo zelo di uno studente alle elementari, trascrivo le note dell’Inno alla gioia sul mio quaderno.
MI-MI-FA-SOL-SOL … ora non rappresentano solo una magnifica sequenza di note.
Capisco che sono un pretesto per ampliare il discorso (musicale) e lanciarsi in un nuovo mondo a me ignoto.

Bene, rotto il ghiaccio con la teoria, c’è da intraprendere il passo più complesso: la pratica con lo strumento.
Ma, immagino, questa è tutta un’altra storia.

La musica unisce i ragazzi del mondo

Tra le innumerevoli performance presenti sul web, condivido il travolgente ‘Inno alla gioia’ dei bambini che unisce 180 piccoli e ragazzi di tutto il mondo.
Beethoven, da quanto leggo, approverebbe.





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