
«Una storia semplice» di Leonardo Sciascia: un breve (e perfetto) giallo sulla mafia invisibile
9 Giugno 2025«Una storia semplice», l’ultimo romanzo di Leonardo Sciascia (1989)
La grandezza di Leonardo Sciascia è evidente nel romanzo Una storia semplice, l’ultima opera pubblicata nel 1989, pochi mesi prima della sua morte.
Un giallo con meno di cento pagine, conciso, minimalista, senza fronzoli, praticamente perfetto.
Il breve romanzo è incentrato sul tema della Giustizia, sulla volontà dello Stato di comprendere e bloccare la corruzione, sulla mafia siciliana capace di influenzare la società in ogni aspetto.
Perché dietro ad un apparente suicidio legato al furto di un quadro, il brigadiere coscienzioso andrà alla ricerca della verità, seppur scomoda, nonostante gli ordini dall’alto che lo invitano ad archiviare il caso.
Con un ritmo incalzante, pagina dopo pagina, l’autore costruisce un piano narrativo molto più profondo e complesso dei fatti di cronaca affrontati dal brigadiere.
Così, a leggere tra le righe, ancora una volta Leonardo Sciascia mostra ciò che all’apparenza è invisibile: la presenza occulta della mafia.

La denuncia contro la mafia (senza mai citare la mafia)
Il tema della mafia invisibile era già stato affrontato (e denunciato) nel romanzo (forse più famoso) di Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta.
Era il 1961 quando lo scrittore portò alla luce il fenomeno della criminalità organizzata, fino ad allora considerato un elemento territoriale legato alle campagne siciliane.
Una storia semplice approfondisce il tema della Giustizia, ponendo un quesito semplice e fondamentale per una democrazia: il cittadino può fidarsi delle Istituzioni (locali e nazionali)?
Purtroppo la risposta non è così scontata, almeno non è la stessa in ogni parte d’Italia.
La presenza della piovra, capace di infiltrarsi in tutti i settori della società – compresi gli apparati statali – rende la Giustizia un pilastro vulnerabile, troppo spesso lesionato e pericolante.
Ma, laddove fallisce l’organizzazione generale, subentra l’iniziativa individuale.
E nella nostra martoriata e corrotta nazione, un brigadiere onesto e integerrimo alla ricerca della verità, forse esiste davvero in ogni caserma d’Italia.