Il Van Gogh virtuale: strabiliante mostra (senza quadri) nel pericoloso metaverso

Il Van Gogh virtuale: strabiliante mostra (senza quadri) nel pericoloso metaverso

8 Ottobre 2023 0 Di mariomonfrecola

Van Gogh virtuale: esperienza immersiva col visore

Attraversare le maggiori opere di Vincent Van Gogh, essere dentro i quadri del pittore olandese, risulta un’esperienza virtuale intensa e realistica.
Eppure, la visita alla mostra Van Gogh, l’esperienza immersiva parte con forti dubbi: dopotutto sono in un luogo dedicato ad un’artista senza nemmeno un’opera fisica esposta.
Duque, ha senso definire tale evento una mostra di quadri?

I dubbi svaniscono non appena indosso il visore e parte il viaggio.

Alla mostra immersiva di Napoli, il viaggio col visore nel metaverso del Van Gogh virtuale

Nel metaverso di Van Gogh

Nonostante non fossi perfettamente isolato dall’ambiente circostante – percepisco le voci delle altre persone presenti in sala – vengo catapultato nelle opere di Van Gogh in un’esperienza coinvolgente, totalitaria.

La realtà che vedo attraverso il visore è un mondo simile ad un cartone animato.
Ad esempio, quando entro nel quadro La camera di Vincent ad Arles avverto l’intensità del giallo (colore tanto amato dal pittore), mi ruoto sulla sedia sulla quale poggio per osservare l’ambiente a trecentosessanta gradi.
E mentre sorvolo il letto, sono talmente immerso nel volo virtuale che, per non soffrire di vertigini, d’istinto batto i piedi per terra.

Giungo nel bosco, simbolo della Natura fonte continua d’ispirazione per Van Gogh e, con un movimento del tutto spontaneo, muovo le mani per toccare i fiori che si mostrano dinanzi ai miei occhi.

Sono rapito dal magnifico campo di grano con il volo di corvi, l’osservo come se guardassi un vero campo di grano!

E poi, alzo lo sguardo verso la Notte stellata e resto incantato dal paesaggio notturno perfettamente riprodotto, come se fossi in una limpida serata d’agosto su in montagna ad osservar le stelle.

Però trattasi di una riproduzione fedele, non come quelle scene artefatte di un videogioco.
Direi più simile ad un film tridimensionale nel quale sono io l’attore, seduto ad osservare il cielo stellato.

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Metaverso pericoloso?

Il viaggio virtuale dura dieci, interminabili, strabilianti minuti.
Termina con gli autoritratti di Van Gogh, seguono i titoli di coda e poi il brusco atterraggio nella nostra realtà.

Appena tolgo il visore, chiedo all’addetto: «vorrei ripetere il giro».
Rinunciare a quel mondo magico così rassicurante mi genera un senso di delusione, proprio come un bimbo sceso dalla giostra che, preso dall’eccitazione del momento, desidera subito risalirci.
Qualche istante e capisco: meglio troncare questo filo tra i due mondi.

A ben riflettere, il piccolo metaverso di Van Gogh crea in me un’immediata dipendenza.
Se penso ad un uso di massa del visore, immagino un’arma potentissima dalle infinite potenzialità.
Ma anche una tecnologia dai mille pericoli (ad esempio, dalla suddetta dipendenza all’isolamento).

Le riflessioni post Van Gogh virtuale oscillano tra entusiasmo e preoccupazione.
Per ora, non mi resta che uscire da questa anomala/straordinaria mostra di quadri senza quadri.
Approfitto per scattare una cara, vecchia fotografia ai girasoli tanto cari al pittore olandese.

Sono delle riproduzioni fedeli e non hanno nessun valore, concordo.
Ma almeno li posso toccare con mano 🙂

 

Alla mostra immersiva di Napoli, il viaggio col visore nel metaverso del Van Gogh virtuale

 




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