«L’americana» di Heddi Goodrich: fiducia all’autrice (nonostante il passo falso)

«L’americana» di Heddi Goodrich: fiducia all’autrice (nonostante il passo falso)

24 Marzo 2022 0 Di mariomonfrecola

«L’americana»: la seconda opera di Heddi Goodrich

Acquisto L’americana per fiducia ma, stavolta, la fiducia barcolla.
Avevo apprezzato Heddi Goodrich, la giovane autrice di Perduti nei Quartieri Spagnoli, romanzo d’esordio frizzante e ben scritto, ambientato nella Napoli bassoliniana di inizi anni novanta.

Dalla seconda opera, attendevo la conferma.
L’auspicio di aver scovato un’autrice significativa, capace raccontare episodi – tutto sommato lineari e giovanili – con uno stile scorrevole, caratterizzato da termini ricercati, mai banali ma nemmeno aulici (si tenga presente che la Goodrich è americana ma scrive in italiano).

Invece, L’americana, è un’opera prevedibile.
E, nella sua semplicità (quasi un diario di una vacanza), oserei definirla (con rammarico) piuttosto piatta.


L'americana di Heddi Goodrich: la mia recensione

Il prequel (forzato) del primo romanzo di successo?

Scontata l’idea: l’ingenua straniera infatuata del teppistello di turno in una Castellamare di Stabia caotica e folcloristica.
E poi, mi sorge un dubbio: L’americana presenta troppe affinità con il primo romanzo.
Dunque, può considerarsi il prequel di Perduti nei Quartieri Spagnoli?
Insistere sullo stesso genere (la ragazza straniera, giovane e inesperta che si forma in una terra difficile ma ospitale), mi appare una forzatura, una trama strappata dal successo del primo libro più che dall’ispirazione sincera dell’autrice.

Invece di sperimentare (e perchè no? Anche rischiare) una nuova strada alla ricerca di una trama fresca e originale, l’autrice va sul sicuro ripercorrendo lo stesso schema già collaudato nell’opera d’esordio.
Ma, stavolta, con esiti privi della giusta emozione e coinvolgimento.

Heddi Goodrich bocciata? No!

Allora, per la giovane autrice americana, trattasi di una bocciatura netta?
Sicuramente no.
Di questo secondo libro, apprezzo la scrittura di Heddi Goodrich, capace di descrivere ambienti, persone e trame con estrema precisione.
Uno stile scorrevole, parole semplici, termini puntuali che disegnano le atmosfere napoletane in profondità, la cultura del luogo, il pensiero dei giovani stabiesi (nel bene e nel male).

Vista l’abilità della scrittrice nello spiegare le dinamiche tutte napoletane, la comprensione intima dell’animo e dei sentimenti dei personaggi (una su tutte mamma Anita), si fa fatica a immaginare l’origine straniera dell’autrice.

Difatti, se non conoscessimo la Goodrich, potremmo supporre che l’opera sia pensata e scritta da un autore campano.

E, dunque, perchè acquistare L’americana di Heddi Goodrich?
Per due validi motivi:

  • è interessante leggere storie ambientate nella nostra terra ma raccontate con gli occhi di uno straniero
  • la Goodrich merita la fiducia dei Lettori, è giovane ed è una scrittrice in formazione che va seguita con attenzione.


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Una curiosità su Colle di Tora, tra realtà e immaginazione

Frida, il personaggio sul quale ruota l’intera vicenda, prima di giungere a Castellamare di Stabia soggiorna a Colle di Tora, un piccolo borgo in provincia di Rieti.
Ebbene, per una serie di situazioni e coincidenze, nell’estate del 2020 ho trascorso qualche giorno proprio in questo minuscolo (e suggestivo) paesino, nel cuore del Lazio.
Constatare che un personaggio nato dall’immaginazione di una scrittrice abbia frequentato una località che hai visitato, fa sempre uno strano effetto.
Il giusto mix tra realtà e fantasia letteraria (segnalo la galleria fotografica da Colle di Tora)

 

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