«Chi manda le onde», di Fabio Genovesi: che romanzo è?

«Chi manda le onde», di Fabio Genovesi: che romanzo è?

28 Agosto 2020 0 Di mariomonfrecola

Chi manda le onde: lettura estiva?

Desideravo consigliare un libro da leggere sotto l’ombrellone e invece mi imbatto in Chi manda le onde di Fabio Genovesi e – mio malgrado – devo rinviare il suggerimento.

Armato delle migliori intenzioni e spinto da recensioni entusiaste, inizio il romanzo di Fabio Genovesi ai primi di luglio.
Con il proposito di pubblicare la recensione per fine mese.
Invece, caduto nelle sabbie mobili di Chi manda le onde, ne esco, con fatica, solo oggi.


Chi manda le onde, di Fabio Genovesi: la mia recensione

Tra stereotipi e ridondanze

Chi manda le onde mi lascia perplesso per due evidenti esagerazioni:

  • la molteplicità di stereotipi che caratterizzano i personaggi

  • lo stile ridondante dell’autore

La storia contempla un insieme di problematiche che meriterebbero maggior attenzione.
Invece, la narrazione rasenta l’ovvietà con una serie di luoghi comuni fin troppo banali.
I personaggi, eccessivi nella loro consuetudine, risultano prevedibili: Serena bellissima (e sola), Sandro insicuro e inconcludente, Zot e Luna disadattati e amici …
E poi, se proprio devo dirla tutta, i conti non tornano: il racconto presenta dei buchi narrativi e situazioni difficili da comprendere (ad esempio, l’inverosimile nascita di Luca e Luna).

A questo disordine, aggiungo una ulteriore nota di demerito: la storia avanza con una lentezza esasperante.
L’autore preferisce le riflessioni e i pensieri all’azione.
Scelta giusta se non fosse così ridondante nelle descrizioni, una prolissità tale da far viaggiare il romanzo col freno a mano tirato.
Col senno del poi, potevo saltare molte pagine senza sottrarre informazioni utili allo scorrere dei fatti.


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Chi manda le onde: perché leggerlo

E allora, Chi manda le onde va scartato?
Assolutamente no.
Anzi, aggiungo che l’opera di Fabio Genovesi merita attenzione.
Perché, nonostante le suddette osservazioni, giunto all’ultimo rigo, nei meandri del cervello mi resta un sapore agrodolce.

Più ci rifletto e più avanza una strana sensazione, convinto di aver letto un libro imperfetto ma con un messaggio nascosto.
Un’opera potenzialmente forte, inespressa, rimasta bloccata nei capitoli del libro ma capace di lasciare una leggera (e indecifrata) emozione.
Una luce fievole ma, ne sono certo, pronta ad esplodere.

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