«Il Signore delle mosche» di William Golding: l’ispiratore della serie tv Lost?

«Il Signore delle mosche» di William Golding: l’ispiratore della serie tv Lost?

20 Agosto 2021 0 Di mariomonfrecola

«Il Signore delle mosche», un romanzo del 1952

Riuscirà il gruppo di ragazzi precipitati su un’isola abbandonata e dimenticata da tutti, a sopravvivere?
I giovani – inesperti e impauriti – rispetteranno le Leggi che si sono dati finché non giungeranno i soccorsi?
Resisterà l’idea di collettività oppure nell’animo umano – ancora una volta – prevarranno l’individualismo, la violenza e la sopraffazione?

La successione di eventi raccontata da William Golding in Il signore delle mosche pone il Lettore di fronte all’unico, ineluttabile, eterno quesito del genere umano: come finirà l’ennesima lotta tra la parte evoluta dell’Uomo e la contrapposta natura selvaggia?


«Il Signore delle mosche» di William Golding: la mia recensione

Tra la serie tv «Lost» e il capolavoro di George Orwell «La fattoria degli animali»

L’ambientazione, le dinamiche interne alla comunità creatasi sull’isola, la lotta contro una possibile e misteriosa Bestia nascosta nella foresta (il nemico esterno), mi inducono a pensare che Il signore delle mosche sia stato fonte di ispirazione per la fortunata serie tv Lost.
Troppi elementi comuni tra il romanzo di William Golding del 1952 e l’opera televisiva del 2004.

Invece, l’evoluzione del gruppo, gli sviluppi relativi alla piccola società formata da soli giovani – prima democratica poi inevitabilmente gerarchica -, la voglia di autoregolamentarsi e vivere la libertà totale senza l’oppressione degli adulti, mi ricordano l’irraggiungibile La fattoria degli animali, il capolavoro senza tempo di George Orwell.


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Un classico della letteratura giovanile (e non)

Dunque, per chi non l’avesse ancora letto, consiglio Il signore delle mosche, soprattutto ai più giovani.
La lettura risulta veloce e scorrevole anche perché l’autore, spesso, utilizza dialoghi con termini semplici – dopotutto i personaggi della storia sono bambini e adolescenti.

Ma, soprattutto, Il signore delle mosche va letto perché ci rammenta che quell’atavica battaglia tra il Bene e il Male, prima di tutto, va combattuta dentro di noi.
Perchè, in una situazione di disperazione, siamo certi che anche noi “adulti civili e razionali” non ci trasformeremo in piccoli, egoisti «mostri»? (tema, tra l’altro, già affrontato in modo esemplare da José Saramago in Cecità).
La risposta nelle pagine di un classico della letteratura giovanile.
Anzi, della letteratura mondiale.


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