«Mozart deve morire»: un giallo sulla scomparsa del Genio della musica

«Mozart deve morire»: un giallo sulla scomparsa del Genio della musica

16 Giugno 2014 0 Di mariomonfrecola

«Mozart deve morire», un romanzo di Francesco e Max Morini

Leggo con interesse Mozart deve morire, del duo Francesco Morini e Max Morini per conoscere un nuovo punto di vista sulla misteriosa morte del genio della musica.

Difatti, il romanzo è un mix tra personaggi reali e inventati, fatti realmente accaduti e episodi nata dalla fantasia degli autori.

Da questa indovinata combinazione di genere – elementi di un giallo con incursioni verso la vita (vera) di Mozart – il romanzo scorre via fluido.
E, soprattutto, stimola lo studio sulle opere, su che tipo di vita conducesse e come sia veramente morto Wolfgang Amadeus Mozart quel maledetto 5 dicembre 1791, a soli trentacinque anni.

Mozart deve morire, un romanzo di Francesco e Max Morini: la mia recensione

Sulla morte di Mozart? 118 ipotesi!

A fine lettura, una ricerca in Rete è necessaria.
Oltre l’immancabile Wiki-pagina, segnalo Ma di cosa è morto Mozart?, un articolo de Il Post.
Sembrerebbe che la lista delle ipotesi sulla fine del Maestro sia davvero lunga.
Dal famigerato avvelenamento dell’invidioso collega Antonio Salieri a possibili infezioni, malattie cardiovascolari o problemi renali.

La verità, al momento, non è del tutto nota.

Comunque sia, è certo che uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi sia stato sepolto in una fossa comune del Cimitero di St. Marx, a Vienna.
Che, guarda caso, è il luogo dal quale parte l’indagine (fantasiosa?) del nostro Mozart deve morire.
Il romanzo, tra mezze notizie storiche e i veri luoghi dove visse Mozart – con tutte le sue contraddizioni di uomo – in un’affascinante Vienna dell’Ottocento (che vien voglia di visitare), porterà ad una nuova, incredibile, impensabile ipotesi sulla scomparsa del Genio.


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Una curiosità: quanti punti esclamativi (!) e puntini sospensivi …

L’ammetto: provo fastidio quando incontro troppi punti esclamativi e i puntini sospensivi in una o più pagine di un romanzo.

La ripetizione eccessiva svilisce l’entusiasmo che trasmette il felice punto esclamativo, la reiterazione porta all’assuefazione e dunque annulla l’azione di gioia!
Analogamente, terminare più frasi con i puntini sospensivi lascia il paragrafo appeso.
L’eccesso rende il concetto incompleto e, ben presto, stanca perché il Lettore percepisce l’incompiutezza della pagina.
Come se fosse rimasto nell’aria qualcosa di non detto …

Mozart deve morire presenta entrambi gli aspetti: punti esclamativi e puntini sospensivi a ġoġó.

Segnalo l’abuso solo per una mia curiosità personale.
Nonostante le suddette esagerazioni, la lettura dell’opera procede comunque spedita, con uno stile scorrevole e leggero.
Però, sarei curioso di conoscere le motivazioni dei due autori Francesco Morini e Max Morini: questa abbondanza di punti esclamativi e puntini sospensivi, era proprio necessaria?


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