“Cecità” di José Saramago: perché leggerlo oggi [RECENSIONE]

“Cecità” di José Saramago: perché leggerlo oggi [RECENSIONE]

8 Aprile 2020 0 Di mariomonfrecola

Se scoppiasse un’epidemia di cecità

Fin dove più giungere la malvagità umana in un mondo di disperati?
E, se la disperazione fosse generata da una pandemia incontrollata che rende chiunque cieco, sarà possibile conservare un briciolo di umanità?
Oppure, l’individuo – per paura e per spirito di sopravvivenza – diventerà ben presto una belva in una società senza regole?

Cecità di José Saramago, scava nella profondità dell’animo umano mettendo a nudo l’aspetto animalesco che dorme dentro ognuno di noi.
E, come in una giungla, la pandemia rende gli esseri umani improvvisamente spietati.
E vulnerabili.
Il prossimo diviene, prima il pericolo dal quale fuggire (per non essere contagiato) e poi il nemico da imprigionare, condannare, isolare.


Cecità, di José Saramago: la mia recensione

Un duro monito contro il COVID-19

Cecità è un romanzo duro da leggere, soprattutto oggi nell’emergenza CORONAVIRUS (azzardo: vietato ai minori di diciotto anni).
Perché mostra – senza censura – fin dove può spingersi l’egoismo del singolo.
Egoismo e cattiveria, il Male supremo che si diffonde proprio come in una guerra con una escalation di violenza che spazzerà via, nella spaventata società civile, la cognizione di collettività.
E, alimentati dall’effetto panico, ognuno combatterà solo per salvare sé stesso.


Cecità assume oggi, nel pieno dell’emergenza COVID-19, un forte monito.
Una denuncia da rammentare ogni volta che, una nazione o un singolo individuo, dimentica (per paura o inspiegato panico) i valori che ci rendono umani: solidarietà, comprensione, aiuto reciproco.


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Una nota sullo stile (particolare)

Alcune considerazioni sullo stile (davvero particolare) di José Saramago.
In Cecità, i personaggi non hanno un nome.
I protagonisti di questo romanzo sono “il medico cieco”, “la moglie del medico cieco”, “la ragazza dagli occhiali scuri” … credo per meglio evidenziare la visione anonima del mondo di chi, all’improvviso, perde la vista.
Inoltre, l’autore narra gli eventi con frasi molto lunghe prive di punteggiatura.
Anche i (rari) colloqui tra i non vedenti, non sono virgolettati ma inglobati nella frase stessa.

Non ho letto altre opere di José Saramago, dunque non saprei dire se tale stile è, per l’autore, usuale oppure scelto per questo romanzo.
Di fatto, è uno tecnica davvero originale che non affatica il Lettore, quasi ai limiti delle buone regole grammaticali.

Una speranza per l’Umanità?

Dunque, l’Umanità è senza speranza?
Davvero l’essere umano, se afflitto dalla disperazione, smarrisce il raziocinio e diviene una belva primordiale?
Oppure, in tutti i casi – anche nei più disperati – ogni singolo individuo conserva la propria umanità e ha, comunque, una possibilità di scelta?
Cecità propone le sue risposte.
Buona lettura 🙂

 

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