La Mennulara, di Simonetta Agnello Hornby: deluso (ma felice di essere smentito)

La Mennulara, di Simonetta Agnello Hornby: deluso (ma felice di essere smentito)

19 Giugno 2020 0 Di mariomonfrecola

Un romanzo ambientato in Sicilia

La Mennulara di Simonetta Agnello Hornby non mi appassiona.
Non saprei spiegare il motivo preciso ma trovo il romanzo piatto.
Eppure, gli elementi che potrebbero coinvolgere il Lettore ci sono tutti: l’ambientazione siciliana del dopoguerra, la Mennulara figura femminile di spessore, il vecchio boss mafioso, un testamento misterioso, l’inevitabile scontro sociale tra aristocratici (o presunti tali) e il popolo.

Durante la lettura, però, non scatta mai quella scintilla magica che, pagina dopo pagina, mi catapulta nel piccolo paese siculo tra i pettegolezzi dei portinai, le parole dette e non dette dei contadini, lo sguardo basso della servitù pronta a captare ogni segreto dei signori, le confidenze tra il prete ed il medico (figure chiavi in un piccolo centro rurale), gli intrighi di palazzo.


La Mennulara, di Simonetta Agnello Hornby - la mia recensione

Un romanzo giallo o rosa?

La Mennulara è un libro giallo?
Non lo è nel senso classico del genere con la vittima, la polizia alla ricerca del colpevole, le indagini, il movente.
Però la trama presenta angoli bui da svelare, segreti inconfessabili da conservare, vite parallele e un discreto numero di colpi di scena.
La Mennulara è un romanzo rosa?
Beh, la Mennulara è una donna provata dalla vita, diffidente, chiusa nel suo mondo di povertà, appartenente ad un rango sociale basso ma talentuosa e affamata di cultura.
Un personaggio così intrigante attira le attenzione di molti uomini (potenti).
E poi, un’opera senza tracce d’amore, avrebbe senso?

Ebbene, mi sbilancio: La Mennulara è più vicino ad un romanzo rosa che giallo (chiederò a Simonetta Agnello Hornby se concorda con tale affermazione).
Da questa ambiguità nasce la delusione del sottoscritto?


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Dubbi anche sullo stile

Altra perplessità: lo stile della narrazione.

L’autrice utilizza una serie di testimonianze e ricordi per ricostruire la vita della Mennulara.
Dunque, la narrazione avviene come se leggessimo delle lettere.
Ogni lettera (capitolo) rappresenta un pezzettino del mosaico utile a ridisegnare il destino della donna oramai scomparsa.
Ma, a lungo andare, questa tecnica risulta ripetitiva e, a volte, pesante.
La trama avanza con estrema lentezza, per il sottoscritto, eccessiva.


Allora, perché leggere La Mennulara?
Perché il romanzo mi lascia col dubbio, non sono così sicuro della mia stessa opinione.
Sono curioso del vostro giudizio.
E, sinceramente, sarei felice di essere smentito da una recensione entusiasta.


 

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