
«Le regole del pianoforte»: la filosofia (di vita) di Giovanni Allevi
29 Aprile 2025«Le regole del pianoforte»: un libro di Giovanni Allevi (2021)
Dal titolo pensavo ad un manuale per imparare a suonare il pianoforte, invece Le regole del pianoforte: 33 note di musica e filosofia per una vita fuori dall’ordinario, opera di Giovanni Allevi, è un libro dedicato esclusivamente al rapporto tra Musica e Vita.
Di tecniche pianistiche, scale, accordi e arpeggi nemmeno una parola.
Piuttosto, ogni capitolo è dedicato a uno stato d’animo, con confessioni da parte dell’autore spesso inattese (come la paura paralizzante prima di un concerto), emozioni forti provate in giro per il mondo.
Nella letteratura pianistica è sempre stato così: la mano sinistra offre un sostegno, un accompagnamento, mentre alla destra è affidato il compito di esprimere la melodia, la protagonista della musica.
Sono due stati dell’Io, entrambi presenti dentro ognuno di noi.
Per me, pianista in erba, incuriosiva soprattutto capire il percorso didattico di Giovanni Allevi.
Le regole del pianoforte, invece, non è un’opera autobiografica e nemmeno descrive la crescita professionale dell’artista.
Gli argomenti affrontati sono dedicati all’aspetto interiore del musicista, del legame emotivo tra l’uomo e la melodia, delle emozioni capaci di generare l’ascolto di un brano senza tempo.
Ma anche riflessioni intime di un personaggio pubblico, amato per la sua sensibilità – oltre che per un talento smisurato.

Perché leggere l’opera di Giovanni Allevi?
Le regole del pianoforte è un libro rivolto a tutti, musicisti e non.
Trattasi di un testo leggero, veloce, un insieme di esternazioni (slegate tra loro) di un artista desideroso di condividere con il mondo la sua personalissima filosofia di vita.
Nonostante la simpatia per l’autore, devo ammettere, però, che il testo non è particolarmente incisivo.
Forse, chi suona uno strumento, comprenderà meglio le considerazioni di Giovanni Allevi.
Ancora più indicato per chi si esibisce dinanzi ad un pubblico, magari si ritroverà con le riflessioni del pianista, sull’energia capace di generare l’applauso di un pubblico felice.
Che poi si tratti di uno o centomila spettatori, poco importa: la gioia di trasmettere emozioni attraverso le note va oltre i numeri e i profitti.
Nel 2017 ho avuto il distacco di retina durante il concerto di Kagoshima in Giappone; da allora non riesco più a vedere la mano sinistra mentre suono.
Già in quel terribile momento, ho scelto di chiudere gli occhi e concentrarmi sull’immagine mentale e tattile della musica, cosa che faccio tutt’ora.
Ciò che ho scoperto è che la musica precede le dita, ed è un tutt’uno, non la somma di questa nota con quest’altra.