«Il contrario di tutto»: le poesie di Rosa Mancini prima, durante e dopo il lockdown [FOTO]

«Il contrario di tutto»: le poesie di Rosa Mancini prima, durante e dopo il lockdown [FOTO]

6 Dicembre 2021 0 Di mariomonfrecola

«Il contrario di tutto»: poesie di un periodo (storico) da ricordare

A distanza di tempo, entrare nello stato d’animo di una giovane ragazza napoletana abituata a vivere appieno la sua giornata in totale libertà e poi costretta in casa per il tremendo lockdown, è davvero istruttivo.
Se, poi, questo sentimento è descritto perlopiù in versi, oltre a essere istruttivo risulta anche stimolante.

Il contrario di tutto, di Rosa Mancini, è un viaggio intimo e globale.
Da un lato, riflessioni personali e poesie sincere, in alcuni tratti pensieri fin troppo ingenui (e genuini!), indice della giovane età dell’autrice e della voglia di speranza e fiducia in un mondo innocente e pulito ma, suo malgrado, costretta ad affrontare il dolore (inevitabile) che la Vita riserva ad ognuno di noi.
E poi, la poesia come arma di sfogo, urla di denuncia, versi ai quali aggrapparsi per affrontare il dramma collettivo, superare il lockdown, quel limbo spazio-temporale, reclusione fisica e psicologica per un intero popolo.


Il contrario di tutto, di Rosa Mancini: alla presentazione del libro nel parco Viviani di Napoli (maggio 2021)

Il mondo di prima, il mondo sospeso, il nuovo mondo

Il contrario di tutto giaceva sotto la pila di romanzi, sul comodino vicino al letto.
Rientrava nella categoria “libri da leggere”, questione di tempo e sarebbe giunto anche il suo momento.
Sono trascorsi quasi sette mesi da quell’8 maggio, il giorno di presentazione del volume al magnifico Parco Viviani, n’angulo e Paraviso, tra il Vomero e l’Arenella e oggi, con piacere, termino la lettura.

Dunque, Il contrario di tutto è un viaggio nel tempo in versi, un balzo nel caotico (e spazioso) mondo di prima (per usare una definizione dell’autrice), il mondo prima del covid-19 dove tutto era permesso, vissuto ma – forse – non apprezzato.
Per poi passare nel mondo sospeso, il periodo di reclusione casalingo dove la Vita si è fermata e siamo rimasti soli con noi stessi.
Un intervallo nel quale la libertà ha assunto nuovi significati, in attesa del sospirato vaccino, l’arma che ci avrebbe permesso il ritorno alla normalità tanto sognata.
E, in questo limbo, la sensibilità dell’artista esplode, i versi di Rosa diventano un flusso di energia che varcano mura, superano i confini e viaggiano lontano.
Fantasia e immaginazione per resistere all’incubo del lockdwon, parole per documentare un pezzo di vita da tramandare.
E poi, finalmente, il mondo nuovo, l’alba post lockdown con la speranza di ripartire, incontrare, viaggiare, riabbracciare terra e mare, insomma tornare a vivere con l’augurio di aver imparato la dura lezione ed operare – da subito! – in difesa dell’ambiente e nel rispetto del prossimo.

L’opera di Rosa Mancini, quindi, rappresenta un’interessante testimonianza di una ferita profonda ancora fresca nella nostra memoria.
Esperienza traumatica che l’autrice ci sprona a superare ma dalla quale, ognuno di noi, dovrebbe trarre i dovuti insegnamenti.

Come si legge un libro di poesie?

L’ammetto: non leggo spesso libri di poesie.
Abituato a storie e personaggi, sfoglio Il contrario di tutto come se fosse un romanzo.
Mi chiedo: terminato un poema, è giusto passare subito al successivo?
Non dovrei regalarmi il giusto tempo per assaporare i versi, comprenderne il significato, catturare il messaggio celato tra le righe?

Comunque, Rosa Mancini ha il merito di esprimere i suoi sentimenti con chiarezza, si concede al pubblico con una sincerità disarmante.
E questa sua trasparenza verso i Lettori, oltre ad essere un sintomo di fiducia e ottimismo verso il prossimo, è un talento (non comune) da evidenziare.


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«Il contrario di tutto»: le foto della presentazione al Parco Viviani (maggio 2021)

Desideravo essere presente alla manifestazione del Parco Viviani per conoscere di persona Rosa Mancini e salutari i volontari che, dedicando il loro tempo e passione, tengono in vita quest’area verde.
Così, ascolto con interesse la presentazione dell’opera, mi godo la bella giornata di sole, acquisto il libro (il cui ricavato aiuterà proprio l’associazioni del parco Viviani), scatto foto.
E conservo con cura la dedica dell’autrice 🙂

Senza amore, profumiamo di polvere (Rosa Mancini)

 

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