«L’ispirazione è osservazione»: intervista a Patrizio Cevaro, disegnatore, attore, scrittore (e molto altro)

«L’ispirazione è osservazione»: intervista a Patrizio Cevaro, disegnatore, attore, scrittore (e molto altro)

20 Marzo 2020 0 Di mariomonfrecola

Chi è Patrizio Cevaro, artista multidisciplinare

Chi meglio di Patrizio Cevaro può spiegarci cosa sia e da dove nasce l’ispirazione?
Patrizio è difficile da racchiudere in un solo aggettivo: dipinge, scrive, recita, compone, …, forse canta (ma non posso affermarlo con certezza).

E’ un artista multidisciplinare, dunque perfetto per svelare quel mistero celato tra le stelle, quel momento magico che trasforma una scintilla in un’opera.
Quell’istante nel quale l’artista necessita di catturare il flusso disordinato di pensieri da far convergere in un disegno o poesia.
Per creare l’Arte, fino all’istante prima inesistente e da quel momento in poi, nuova opera per i posteri.


L'ispirazione secondo Patrizio Cevaro, artista multidisciplinare

«L’ispirazione è dentro di me»

D: Patrizio, l’artista crea opere mai mostrate fino ad oggi.
Opere nate dalla fantasia, l’intreccio dei pensieri irrazionali con emozioni ataviche.
Da dove nasce quel fulmine che trasforma una riflessione in un disegno?
Quel momento magico che ti obbliga a buttar fuori e mettere nero su bianco le parole imprigionate nel tuo cervello?
R: Il fulmine di cui tu parli, Mario, è quello che io sento dentro di me.
È uno stato d’animo che sento di comunicare, una spinta interiore che non posso fermare.
Fin da bambino ho disegnato, creato … dato forma alla fantasia e all’immaginazione.
Posso dire che nasce dalla curiosità di vedere se sono capace di replicare in un disegno quello che vedo.
Deve essere comunque qualcosa che mi colpisce, un panorama, uno sguardo o semplicemente uno stato d’animo astratto fatto di colori accostati.
Mio padre, visto che disegnavo tanto, ad otto anni mi comprò tela, valigetta con tempere e pennelli ed il cavalletto.
Fu un grande regalo che ho ancora con me.
Lui capì che per me era importante.
Ecco, da quel momento non ho mai smesso.


D: Patrizio, l’ispirazione ti porta in un’isola felice dove crei, trasformi, adatti, realizzi i tuoi sogni: come raggiungere questo luogo magnifico?
R: Disegnare per me è divertimento, voglia di evadere.
Certo, è un divertimento che non va d’accordo con la vita frenetica che ci coinvolge ogni giorno.
Occorre che mi fermi un attimo per concentrarmi, isolarmi dal resto del mondo.
In quei momenti, sono solo io ed il foglio di carta bianco sul quale posso esprimere quello che, in quel momento, è il mio stato d’animo.


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«L’ispirazione è osservazione»

D: Consideriamo il tuo ultimo disegno: era nascosto nei meandri della tua mente, forse da sempre: quale la scintilla che tramuta un insieme disordinato di immagini in un disegno che emoziona lo spettatore?
R: La scelta del soggetto da disegnare è dettata dalla voglia di comunicare lo stato d’animo di quel momento e nel ricercare la tecnica adatta per farlo.
In questo caso è il carboncino
La scintilla, invece, è dovuta alla curiosità con la quale mi pongo nei confronti del mondo.
Cerco di cogliere i particolari che altri non vedono.


Patrizio Cevaro: ritratto in carboncino


D: La tua ispirazione, di quali elementi si ciba?
R: L’ispirazione la posso trovare in un luogo, in una canzone, un volto, in una qualsiasi cosa che mi possa emozionare.
L’ispirazione è osservazione.
Osservare un tramonto sul mare, un bosco, come è fatto quell’albero, come riprodurre le sue foglie con il pennello o la matita, come riuscire a rendere su tela l’effetto che hai in mente.
Questo, se parliamo di dipingere o disegnare, ma a me piace anche fare altro, come recitare, scrivere.
Ah, e a proposito di quel che hai scritto all’inizio: sì, ho anche cantato in uno spettacolo teatrale.


Patrizio Cevaro, ritratto di donna

«L’amore per l’arte, grazie all’insegnante delle scuole elementari»

D: la scuola è spesso arida nozione invece di vera cultura.
E non tutti hanno la fortuna di incontrare il professore che ti cambia la vita.
Nel tuo caso, l’amore per la recita/disegno/narrazione nasce tra i banchi di scuola oppure è una passione sorta all’improvviso, in un tempo indefinito, in un luogo non luogo?
R: L’amore per l’arte l’ho sempre avuta.
Ma, colei che devo ringraziare per avermelo fatto scoprire, è sicuramente la mia insegnante delle elementari.
Lei era molto brava a disegnare e, copiando i suoi lavori alla lavagna, ho sentito dentro di me sempre di più crescere la voglia di disegnare.
Nello stesso periodo nutrivo nello stato embrionale anche il desiderio di recitare, infatti al teatro della scuola a fine anno ero sul palco a declamare poesie.
In gioventù, ho anche cercato di scrivere cose mie, ma è già così difficile far coesistere questi due mondi con il resto della mia vita che, dedicarmi anche ad un altro, è per ora impossibile.
La consapevolezza che l’arte, nella forma della pittura, disegno e recitazione erano parte di me è, però, avvenuta anni dopo grazie ad un mio amico che aveva visto in me la voglia di fare tutte queste cose.
Mi regalò dei carboncini e mi invogliò a cimentarmi come ritrattista: fu bellissimo.
Poi, coincidenza volle, che il padre di questo mio amico era presidente di una compagnia teatrale e pensò bene che io ero così estroverso da poter recitare.
Mi ritrovai a disegnare e recitare, poiché lungo gli anni ho anche realizzato dei fondali per gli spettacoli portati in scena.
Un periodo, a dir poco, ricco di emozioni.


Patrizio Cevaro è anche coreografo!


«La scuola di disegno, un nuovo percorso»

(Patrizio, senza che gli ponga la domanda, continua a ruota.
Difficile contenere un personaggio così istrionico!)

R: Per completare il tutto, però occorre un ultimo tassello.
C’è da dire che ho sempre disegnato da autodidatta, cercando di migliorare leggendo manuali oppure raccolte di opere, esercitandomi osservando il mondo.
Ma, qualche anno fa, ho finalmente realizzato il mio sogno iscrivendomi ad una vera scuola di disegno.
E, così, ho iniziato un nuovo percorso, fatto di nuove scoperte e tante tecniche da imparare dal disegno base al fumetto.


D: l’ultimo punto alla creazione di un disegno, immagino sia come la fine di un lungo viaggio.
Tu, dopo aver terminato l’opera, quali sensazione provi?
Emozione? Svuotamento? Soddisfazione?
Come se avessi superato l’ennesimo esame?
R: Bisogna distinguere due momenti, prima e dopo il percorso che sto facendo con la scuola che frequento.
Prima del corso, ogni lavoro era faticoso e, per me, unico poiché non ero sicuro di saperlo ripetere.
Oggi, dopo due anni di corso di disegno ed uno di fumetto, posso dire di aver superato questa paura e provo ancora maggior divertimento nel creare un disegno dal nulla.
In entrambi i casi, provo grande soddisfazione e sempre una forte emozione


D: Patrizio, chiudiamo l’intervista con una riflessione libera: l’ispirazione sia con te.
R: Quando sembra che la vita non ti riserva più sorprese, ecco che si ricomincia con nuove avventure.
Certo, non si deve aspettare che le cose capitino, si deve osare, mettersi in discussione ed anche rischiare altrimenti non può chiamarsi Vita.


Come contattare Patrizio Cevaro

Patrizio Cevaro è nato a Napoli il 3 Ottobre del 1967.
Laureato in ingegneria elettronica, è un informatico che ha da sempre coltivato l’arte del disegno e della pittura.
Amante della storia della città di Napoli, nonché delle sue tradizioni e leggende, Patrizio si dedica anche all’arte della recitazione in compagnie di teatro amatoriale.

Potete seguirlo sul suo profilo Instagram patriziocevaro.

… ma prima di andar via, Patrizio ci regala un’ultima osservazione sull’ispirazione:

Sogni e ispirazione

Cos’è l’ispirazione?
La domanda mi piace molto proprio perché si parla di sogni.
Io ho sempre sognato a colori, una cosa che ha sempre meravigliato chi mi conosce.
I miei sogni sono quasi sempre molto particolareggiati.
Un paio di volte ho anche cercato di replicare sul foglio quel che avevo sognato.
L’ispirazione, invece l’ho sempre tratta dall’osservazione di ciò che mi circonda: ricordo che spesso da bambino, in vacanza, mentre gli altri nel pomeriggio riposavano, io restavo lì a fissare il panorama.
C’era il mare che luccicava al sole pomeridiano ed io stavo lì, a cercar di replicare quei colori sulla tela.
Una volta, invece, fu mio padre a dirmi di raggiungerlo nel Cilento e portarmi tutta l’attrezzatura perché il panorama doveva essere necessariamente immortalato.
E così realizzai la piazza principale di Policastro.


La piazza di Policastro, dipinto di Patrizio Cevaro




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