«Scrivo per raccontare ciò che mi emoziona», intervista (sincera) a Rosa Ventrella

«Scrivo per raccontare ciò che mi emoziona», intervista (sincera) a Rosa Ventrella

30 Marzo 2020 0 Di mariomonfrecola

«Seguo i miei bambini, leggo, scrivo e mi dedico alla didattica online»

D: Rosa, siamo nel centro del vortice coronavirus.
Per affrontare al meglio #iorestoacasa, l’Arte (in tutte le sue forme) ci viene in soccorso.
Il sottoscritto, con convinzione, consiglia la lettura di La malalegna, il tuo ultimo romanzo: tu, invece, per superare questo momento difficile, quale libro ci proponi?
R: In questo momento la lettura mi sta aiutando molto e rappresenta un momento di evasione unico durante la giornata.
Personalmente sto leggendo Tre donne, di Lisa Taddeo, un libro che consiglio veramente a tutti!


D: oltre alla lettura, come affronti questo lungo periodo di chiusura forzata?
R: Devo dire che la giornata è sempre molto piena di impegni!
Sono un’insegnante e quindi mi dedico alla didattica on line e seguo i miei bambini che continuano a studiare con assiduità per fortuna.
Mi dedico alla scrittura ogni volta che posso e a deliziare la mia famiglia con qualche pietanza speciale!


Intervista esclusiva a Rosa Ventrella, autrice de La malalegna e Storia di una famiglia perbene

Rosa Ventrella, la seconda intervista

Rosa Ventrella, oltre ad essere una scrittrice di talento, è una persona davvero gentile.
Con la cordialità che la contraddistingue, si è già sottoposta al fuoco delle mie domande in una profonda prima intervista sul tema dell’ispirazione.

E, badiamo bene, parliamo di una scrittrice i cui romanzi sono successi internazionali (Storia di una famiglia perbene è stato venduto in 17 paesi!).
Dunque, al sottoscritto non resta che ringraziare l’autrice per questa seconda, importante chiacchierata più intima e … meno professionale.
Grazie ancora Rosa, da un tuo fan sincero 🙂


La malalegna, l'ultimo romanzo di Rosa Ventrella

«In famiglia occorre aiutarsi e sostenersi a vicenda»

D: Rosa, La malalegna ruota intorno ad una famiglia umile e unita.
Una famiglia dove i nonni sono guide (ascoltate) e la parola dei genitori è (quasi) legge.
Altri tempi, concordo: la tua infanzia è legata a questo schema oramai inusuale?
R. Assolutamente sì.
La mia infanzia è legata a molti ricordi che riguardano i miei nonni, una figura fondamentale nella mia famiglia.
Sono cresciuta in un contesto sociale in cui certi valori erano considerati fondamentali, gli stessi che cerco di trasmettere ai miei figli.


D: sei nata a Bari ma vivi e lavori a Cremona: trovi differenze significative tra la “famiglia del nord” e la “famiglia del sud”?   
R: Onestamente no.
Credo che la “famiglia” italiana sia da difendere e tutelare al nord così come al sud e ho trovato famiglie meravigliose anche qui a Cremona!


D: in La malalegna, Angelina e Teresa – le due sorelle – mostrano comportamenti radicalmente diversi.
Eppure nascono e crescono nella stessa famiglia, nel medesimo ambiente.
Nel rapporto genitori/figli, quali valori, credi, debbano necessariamente essere trasmessi?
R: Il rispetto e la premura verso gli altri, prenderci cura delle persone a cui vogliamo bene, insieme all’idea che in famiglia si è fondamentalmente una “squadra” ed è doveroso aiutarsi e sostenersi a vicenda.


D: sempre in La malalegna, Angelina affronterà scelte difficili: a proposito di bivi della Vita, temi che, crescendo, i tuoi figli ti possano deludere?
Non penso alle scelte scolastiche/professionali, intendo con comportamenti inattesi.
Come può un genitore prepararsi ad una simile eventualità?
R: Credo che ogni genitore abbia questi timori; è soprattutto l’idea di fallire in qualcosa, di non riuscire a trasmettere il messaggio giusto che mi preoccupa.
Credo che molto di quello che fanno i nostri figli dipenda da quanto facciamo noi.
Posso solo dire che cerco di mettercela tutta e mi auguro che diventino delle belle persone, questa per me è la cosa più importante.


Rosa Ventrella, al lavoro per un nuovo romanzo?

«Ben venga il coraggio della piccola Greta Thunberg!»

D: nei tuoi romanzi, la donna ricopre sempre un ruolo da protagonista.
Penso, oltre all’appassionante La malalegna anche all’intenso Storia di una famiglia perbene.
A quale dei tuoi personaggi femminili sei più legata?
E, chi ti assomiglia (come visione della Vita) di più?
R: Sono legatissima al personaggio di Teresa, la voce narrante della Malalegna che per me rappresenta l’autentica possibilità che tutte le donne hanno di trovare riscatto.
Il personaggio più simile a me è invece Maria, protagonista di Storia di una famiglia perbene.


D: la piccola e coraggiosa Greta Thunberg: la sua decisione potrebbe ricordare una ragazzina di una delle tue entusiasmanti storie.
La segui? Ti piace? Concordi con la sua protesta?
Potrebbe fornire uno spunto per un tuo futuro eco-romanzo? 
R: L’entusiasmo nei giovani è sempre motivo di grande gioia, solo se si inseguono le proprie passioni si possono realizzare grandi cose.
Quindi ben venga il coraggio della piccola Greta!
I miei romanzi solitamente sono incentrati su storie diverse, ma in futuro non è mai detto!!!


D: entri nella macchina del tempo: puoi viaggiare nel passato o lanciarti nel futuro.
Quale direzione scegli?
E, soprattutto, quale personaggio femminile ameresti incontrare?
R: Vorrei viaggiare nel futuro ma più che un personaggio femminile in particolare, mi piacerebbe vedere che esseri umani saremo diventati tra un centinaio o un migliaio di anni e se avremo imparato finalmente dai nostri errori.


Rosa Ventrella durante la presentazione di La Malalegna

«Amo la mia città Cremona ma anche Bari»

D: il passato non puoi cambiarlo, però puoi guardarlo con gli occhi di oggi
Se guardi alla tua infanzia, cosa balza alla mente? (in modo istintivo, non pensare troppo, rispondi subito!)
R: Mi balza alla mente la figura di mia madre che per me è stata importantissima.
Con la sua docilità mi ha aiutato a superare tutte le asperità incontrate lungo il cammino!


D: il presente è Cremona: ti manca la tua Puglia che riviviamo in ogni tuo romanzo?
Torni spesso nella terra d’origine?
R: La Puglia mi manca e mi mancherà sempre.
Amo la mia città, Cremona, e amo anche Bari; sono soprattutto i legami familiari che posso coltivare solo a distanza che mi mancano di più!


D: il presente, per te, è anche legato al successo dei tuoi affascinanti romanzi.
Come vivi la popolarità?
R: Credo con grande tranquillità e con il desiderio di lasciare un messaggio, qualunque esso sia, alle persone che leggono i miei libri e incontrano le mie storie.


D: per un artista, esiste una gratificazione maggiore di emozionare il pubblico attraverso le sue opere? E, ti pesa tale responsabilità?
Cioè, hai mai avuto paura di deludere i tuoi Lettori?
R: La paura di deludere c’è sempre, ma io penso di avere una scrittura molto introspettiva!
Non ho mai scritto per compiacere una particolare tipologia di lettore.
Scrivo per raccontare quello che mi emoziona e che nel mio percorso di vita ha lasciato un segno.
Penso che se uno scrittore rimane fedele a quello in cui crede, la delusione non possa esistere …


D: chiudiamo la nostra chiacchierata riflettendo sul prossimo futuro: come ti immagini tra dieci anni?
La tua vulcanica fantasia creativa, dove trasporterà noi, fedeli Lettori dei tuoi romanzi?
R: Tra dieci anni spero solo di continuare a fare questo mestiere e di riuscire a trasmettere lo stesso grande amore per la parola scritta!!!



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