Un contatto da due mondi distanti

«Fine delle vacanze? Ben tornato!».
L’uomo al semaforo di via Duomo, a due passi da San Gennaro, mi saluta con entusiasmo.

Ci vediamo ogni giorno, per pochi secondi, da mesi.
Io, ciclista metropolitano, in sella alla bici mentre rientro dall’ufficio.
Lui, uomo dell’Europa dell’est, al semaforo, in lotta con il mondo.

Reato colpito.

Nonostante combatti la sua quotidiana guerra per sopravvivere nella giungla urbana, l’uomo dell’est nota l’assenza d’agosto del sottoscritto.
E, addirittura, mi riserva un bentornato entusiasta.

L'uomo dell'Est, a pochi passi dal murales di San Gennaro

Il destino misterioso dell’uomo dell’est

Il volto provato, il corpo gracile, l’uomo dell’Est vive di elemosina.
Agli automobilisti fermi in attesa del verde, chiede con garbo.
C’è chi gli offre una sigaretta, chi due spiccioli.
Lui, cordiale, ringrazia e sorride.

Chissà quale destino nasconde dietro quegli occhi dignitosi (e attenti).

Un tempo, era un padre premuroso?
Dove sono i suoi cari?
Di cosa si occupava nella sua terra d’origine?
E, soprattutto, come è finito a vivere di elemosina ad un semaforo di via Duomo?

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Come aiutare l’uomo dell’est?

In un mondo di «mostri», la gentilezza di questo uomo disperato, è un sentimento che apprezzo.
E condivido.

Ora tocca a me ricambiare.
Già, ma come?


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