In fila alla posta ascolto i commenti degli utenti, gente normale con una vita normale.
L’attesa ispira gli sfoghi, la solidarietà tra chi si sente perseguitato dalle tasse e dalle bollette rende l’ufficio una camerata, tutti insieme si combatte la battaglia contro i privilegiati ed il bersaglio ideale resta sempre la famigerata Casta.

Il campione è esaustivo: c’è il pensionato deluso («con novecento euro al mese, perché non prendo gli 80€?»), la casalinga disperata («i prezzi continuano ad aumentare»), il disoccupato generalista («e che devo dire io, non tengo nemmeno o posto»), il casso integrato («ho perso il lavoro da quattro mesi ma le bollette continuano ad arrivare. E come campo?»), l’imprenditore frustrato («lo Stato si piglia tutto quello che guadagno») e poi l’altra marea di persone che, in silenzio, si astiene dal dibattito.

Dietro lo sportello, gli impiegati postali assomigliano a polli in batteria: protetti da un vetro antisfondamento, digitano cifre, ricevono bollettini, controllano i conti e si beccano pure gli insulti della platea spazientita («datevi una mossa!» è l’epiteto più dolce).

Eppure, l’unanimità popolare si spacca quando il discorso si sposta su Matteo Renzi.

 Il selfie di Renzi poi cancellato

C’è chi lo difende («diamogli tempo, è l’unico che veramente ha fatto qualcosa») e chi non crede più negli hashtag del Premier («è come tutti gli altri, promette e non fa nulla per la povera gente»).

Di certo la massa non boccia ma nemmeno promuove l’operato del Governo e forse il merito (o la colpa?) dell’ex sindaco di Firenze è proprio il limbo che ha generato, uno spazio atemporale ed indefinito nel quale l’Italia è precipitata, una palude dalla quale non è possibile uscire perché «non c’è alternativa».

 
In coda, in attesa, a noi cittadini  non resta che galleggiare arrampicati alle parole di Renzi: il dato che registro – da osservatore imparziale – è l’aumento del consenso se lui proferisce e promette ma quando tace e la parola passa ai suoi ministri, i sondaggi sono spietati ed il gradimento cala paurosamente.

Finalmente giunge il mio turno, pochi minuti ed il solerte impiegato-pollo mi licenzia.
Vado via mentre l’infinito dibattito continua.

La palude della politica italiana

Commenta via facebook

Commenti