Lo stress della fila al bancomat

Ore 7,30, al bancomat attendo il mio turno.
Un tizio, abbracciato allo sportello automatico della banca, continua le sue infinite operazioni: pigia i bottoni, stampa lunghissime liste movimenti, confronta i dati sullo schermo con i numeri presenti sul tabulato cartaceo, ritira dei soldi, poi estrae finalmente la carta magnetica ma – per la disperazione della fila – la reinserisce nuovamente per ripetere le stesse, minuziose operazioni.

Il mio fegato è messo a dura prova, la pancia si contorce ed ho i nervi tesi come le corde del violino di Uto Ughi.
Resisto grazie alle tecniche di respirazione orientale ed agli esercizi Zen.

Come riconoscere l’uomo colla

Cronometro il tempo trascorso: dodici, lentissimi, lunghissimi minuti di attesa.
Un secolo per uno sportello automatico ove le operazioni, mediamente, dovrebbero durare pochi, velocissimi istanti.

Finalmente l’invasato è appagato.
Soddisfatto della sua maniacale pedanteria, scompare mentre farfuglia e continua a consultare saldi e liste.

E’ l’Uomo-Colla, ossessionato dalla precisione e schiavo della propria pesantezza.

Insicuro per definizione, necessita di verificare ogni azione più volte finché la Matematica non lo rassicura.

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La posta, l’habitat naturale

Ma le migliori performance, l’Uomo-Colla le sfoggia alla Posta oppure quando interagisce con un impiegato di un qualsiasi ufficio pubblico.

Come riconoscere l'Uomo Colla

La sua presenza la si riconosce subito: dietro l’Uomo-Colla si genera la fila più lunga, gente esaurita in attesa che sbuffa ed accumula odio verso quel tizio fissato causa del blocco dello sportello (mentre le altre code avanzano velocemente).

L’Uomo-Colla è capace di tirar fuori il peggio da ognuno di noi e se il povero impiegato potesse, lo caccerebbe a calci tra l’applauso liberatorio dei presenti.

Non c’è possibilità di fuga, l’Uomo-Colla è più azzeccoso della resina del pino, del miele delle api della Malesia e del mastice per marmi.

Possiamo solo sperare di non incontrarlo ma è più probabile una vincita milionaria al Superenalotto: dentro il nostro animo sensibile, sappiamo che – prima o poi – saremo vittima di questo «mostro» appiccicoso.


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