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Tag: pace

Bud Spencer a Montesanto, in ricordo di Petru Birladeanu [FOTO]

Petru Birladeanu, vittima innocente di camorra

La foto di zio Bud è a Montesanto, all’uscita dell’affollata stazione della cumana, nella piazzetta dove perse la vita il giovane musicista rumeno Petru Birladeanu – vittima innocente di camorra.

L’arte per strappare un metro di terra al degrado, i colori e la simpatia di Bud Spencer per (ri)guadagnare un angolo di piazza lacerata dal dolore.

Bud Spencer a Montesanto, l'ulivo della pace dove morì Petru Birladeanu, il musicista rumeno vittima innocente della camorra

Bud Spencer a Montesanto

Napoli
L’ho difesa e portata nel mondo con i miei film
Bud Spencer

Osservo e sorrido.

Lo sguardo burbero, i piccoli occhi socchiusi, il barbone incolto.
L’espressione di zio Bud, la solita espressione vista e rivista mille volte nei suoi indimenticabili film.

Bud Spencer è in compagnia di altri personaggi famosi che hanno reso celebre Napoli nel mondo.

Ad ognuno il suo ulivo, simbolo della pace in un luogo speciale.

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Montesanto, gli ulivi della pace

Osservo gli altri ulivi: saranno una dozzina, curati, ben piantati, dal futuro promettente.
Sotto ogni giovane arbusto, un volto famoso ed una citazione ad effetto.

Gli ulivi trasmettono forza e positività, un’idea giusta e convincente.

Guardo ancora zio Bud.
Sorrido quando la fisarmonica di un giovane rumeno mi accompagna mentre fotografo l’ulivo della pace.


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#withsyria

L’hashtag #withsyria

#withsyria è  l’hashtag utilizzato dal web per ricordare il conflitto silenzioso che si consuma in Siria nell’indifferenza globale da tre lunghissimi anni (ammesso che si possa stabilire la data dell’inizio ufficiale di una guerra civile).

Il video è tratto dal sito withsyria.com: anche io mi sono unito a questo movimento.

#withsyria

Un piccolo gesto

Per registrarsi ci vuole un secondo, una piccola azione, un gesto simbolico, un messaggio di pace da inviare ai potenti del Mondo.

Proviamoci, dopotutto anche il più grande degli oceani è composto da milioni di infinitesime gocce d’acqua.

In tutto il mondo, le persone stanno testimoniando ad ogni bambino, donna e uomo coinvolto nel conflitto che siamo con loro, che siamo #WithSyria. Diremo ai nostri leader: non lasciate che il popolo siriano perda un altro anno di spargimento di sangue e sofferenza.

 


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L’inno di Mameli e quel termine (anacronistico) da cambiare

Inno di Mameli, colonna sonora dell’Italia

Per noi – uomini del ventunesimo secolo – l’inno di Mameli è sinonimo di eventi internazionali e grandi manifestazioni sportive, le partite della Nazionale, la vittoria della Coppa del Mondo, gli epici trionfi olimpici, le acrobazie spettacolari delle Frecce Tricolori, l’orgoglio per le missioni di pace dell’esercito e le esibizioni della Marina Militare.

“Il Canto degli Italiani” rievoca gioia, abbracci, esultanza, momenti di festa e non certo immagini di guerra, sangue e morte.

E’ giunto il momento di rendere il nostro inno attuale, moderno ed in linea con la Costituzione.
L’articolo 11 cita testualmente:

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”

e allora perché non modificare il testo per rendere il canto il primo inno nazionale alla VITA?

E' tempo di aggiornare l'inno di Mameli: dentro la Vita, fuori la morte!

Mameli, inno alla Vita!

La musica entusiasta stona con l’incitazione al sacrificio per liberare la Patria dall’invasione straniera, l’allegria della composizione tanto cara a noi italiani fa a pugni col “siam pronti alla morte”; rendiamo il testo una celebrazione alla pace, depenniamo la parola morte e sostituendola con VITA, via il nero e dentro l’arcobaleno colorato, urliamo ai quattro venti l’amore per i popoli e cantiamo felici senza incitazioni prive di senso.

Proponiamo di aggiornare la pagina ufficiale del Quirinale con la nuova versione del testo: sono certo che l’idea strapperebbe un sorriso anche al buon vecchio caro Mameli.

Inno di Mameli – NUOVA VERSIONE

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla VITA
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla VITA
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla VITA
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla VITA
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla VITA
L’Italia chiamò


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L’inquilino violento fermato con la violenza

Le violenze del vicino

Il mio vicino di casa è un violento.
Anche se non ho le prove, sono convinto che picchia la moglie e maltratta i figli. Inoltre, non rispetta nessuna regola del vivere civile e distrugge il bene comune.

Ho la certezza che non paghi nemmeno le rate condominiali e tra le quattro mura realizzi abusi di ogni tipo.
Siamo tutti d’accordo, è un tipo disumano ma non sappiamo come fermarlo.

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La denuncia, nessun esito

Ho denunciato questo «mostro» all’amministratore che – con la tipica, odiosa calma dei burocrati – gli ha inviato (tardivamente) una prima lettera di ammonimento alla quale non é seguito nessun ravvedimento.

Le azioni malefiche del folle continuano indisturbate.
Sollecitato, è intervenuto anche il parroco del rione; i suoi appelli di pace e gli inviti alle preghiere sono stati raccolti dai credenti ma ben presto sono caduti nel dimenticatoio senza nessun effetto pratico.

Dopo un anno di inutili tentativi, nulla è cambiato ed il delinquente continua a maltrattare la famiglia ed agire indisturbato nel suo torbido privato.

Violenza contro la violenza?

Nessuna azione diplomatica ha bloccato il «mostro» ed oggi – in una infuocata riunione – l’intero condominio si chiede combattuto: è giusto utilizzare la violenza per fermare la violenza?

I falchi spingono per l’intervento del poliziotto di quartiere, un tipo abituato a riportare la giustizia con ogni mezzo.
Pur di raggiungere l’obiettivo, non esita ad usare le manieri forti: “il fine giustifica i mezzi” è la sua ineluttabile regola.
Se necessario è autorizzato anche all’uso delle armi (in questo caso, però, la responsabilità è solo sua e noi persone per bene  lo lasciamo operare indisturbato preferendo non sapere).

Le rassicurazioni giungono puntuali: «l’intervento sarà breve e senza traumi per il condominio» promette il nostro giustiziere solitario.

Le colombe sono in minoranza e – soprattutto – sconfitte dai fatti: nessuna azione pacifica ha avuto successo, non esistono alternative all’uso della forza.

Il poliziotto può agire, con buona pace di tutti.

Guerra in Siria: la violenza fermerà la violenza?


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