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Tag: Matematica (Page 2 of 2)

L’infinito (in uno scatto)

Per il Matematico, l’infinito è una quantità incommensurabili.
Per un bimbo, il cielo è infinito.
Per un giovane, la sua forza è infinita.
Per due innamorati, l’amore è infinito.
Per il credente, il suo Dio è infinito.
In Natura, l’evoluzione della vita è infinita.

Il mio infinito

Ho catturato il mio concetto di infinito in questo scatto (Baia Domitia, 11 maggio 2014)

L'infinito

1+1=3

Le domande di sempre

I quesiti esistenziali posti dall’Uomo sono i medesimi nei secoli.

Chi siamo?
Dove andiamo?
Siamo soli nell’Universo?
E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Ed il gallo cosa ne pensa?

A tali dubbi, nessuno può fornire una risposta certa ed ognuno si comporta secondo coscienza: l’illuso è convinto di controllare tutte le variabili dell’esistenza, lo scienziato sogna di scoprire la formula del Bing Bang, il religioso crede fermamente nel suo Dio, l’ignorante si reputa il primo della classe.

L’assenza del modello Matematico

Il sottoscritto, di fronte all’ignoto, segue la somma lezione del vecchio saggio: la Vita non è regolata da nessuna Legge Matematica.

Se osserviamo con attenzione la realtà, possiamo affermare senza esitazione: l’esistenza è un teorema non dimostrabile.

E’ impossibile formulare validi ragionamenti per spiegare la follia umana, i piccoli e grandi drammi del Pianeta non rispondono a nessun modello scientifico, la Vita non è un’equazione (oppure se lo è, è un’equazione impossibile).

Dietro l’angolo e nel lato opposto del globo, in questo preciso momento si sta consumando un’ingiustizia.

I «mostri» rendono i destini degli uomini una corsa ad ostacoli e le soluzioni sono toppe, l’errore non è mai nullo.
La geometria e la fisica – teoricamente impeccabili – difronte alla volgare quotidianità presentano macro difetti incolmabili.

1+1=3 l'equazione impossibile

L’equazione impossibile

L”unica immagine forte per riflettere sulla iniquità che colpisce ogni essere umano, la sola rappresentazione algebrica della inesattezza della Vita, l’icona dell’uguaglianza impossibile 1+1=3 è il tenero abbraccio tra un uomo ed una donna, il sigillo per la futura nascita del frutto del loro amore.


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Il teorema Cancellieri

La matematica non vale in Parlamento?

Ai bimbi delle scuole elementari viene insegnata una regola che rimarrà scolpita nelle loro menti per tutta la vita: la Matematica non è un’opinione.

Difatti, trascorrono gli anni, si susseguono le stagioni, cambiano i tempi ma tre più cinque fà sempre otto.
Il risultato non dipende dall’emotività del momento, non cambia a secondo di chi esegue l’operazione ma soprattutto è un procedimento trasparente e dimostrabile in ogni istante.

Non vi è trucco, non c’è inganno: la stessa azione ripetuta più volte fornisce sempre lo stesso esito.

Questo assioma è valido in ogni punto dell’Universo tranne in quell’unico luogo dove il tempo si è fermato ed i numeri non rispondono più a regole certe: il Parlamento italiano.

Il teorema Cancellieri

La Cancellieri senza morale

In questo limbo della nazione l’aritmetica impazzisce e la realtà non è descrivibile con modelli scientifici.
A parità di ipotesi, le tesi dei teoremi (politici) cambiano a secondo di chi l’enuncia; il ragionamento – in passato corretto – mostra le crepe dell’incoerenza, i corollari si confondono con gli interessi personali, le conclusioni (illogiche) dipendono dalle simpatie, le frazioni algebriche dai colori dei partiti e gli unici dati evidenti sono i numeri irrazionali.

L’ultima accademica lezione risale a quale giorno addietro: nell’università della politica è stato dimostrato il teorema Cancellieri.

Stavolta, però, i numeri erano chiari ed il risultato prevedibile anche se eticamente opinabile: purtroppo la Matematica non tiene conto della morale.


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La montagna, un amore non corrisposto

La leggenda di Renato Caccioppoli

All’Università Federico II circolava una leggenda su Renato Caccioppoli, il matematico napoletano riferimento per ogni studente con aspirazioni da genio.

L’allora professore di Analisi, tra il serio ed il faceto, nell’ultima lezione di fine corso e prima delle imminenti temute verifiche, ad un’aula di matricole sognanti (ed io sedevo tra quei banchi) raccontò un divertente aneddoto sull’irascibilità del mitico accademico: «durante una seduta di esami, Caccioppoli infastidito dall’ignoranza della studentessa, boccia la giovane allieva per l’ennesima volta e con modi bruschi l’invita ad abbandonare gli studi. La ragazza umiliata si difende con passione: “professore, ma io amo la Matematica!” ribatte convinta.

E lui: “il suo è un amore non corrisposto” sentenzia con disprezzo».

Quando il sentimento non è corrisposto

Non sapremo mai se questa storia corrisponde al vero ma sintetizza al meglio le difficoltà con le quali un innamorato deve scontrarsi se i sentimenti non sono reciproci.

E’ la stessa sensazione che ho provato io quest’estate in montagna.

La montagna, un amore non corrisposto

Non basta la buona volontà

Io ce l’ho messa tutta: mi son fatto crescere la barba stile Reinhold Messner, armato di bastone ho passeggiato lungo i sentieri tortuosi salutando chiunque incontrassi, ho bevuto acqua gelida che zampillava direttamente dalle fonti pure, ho mangiato carne di cinghiale, salami e formaggi di ogni genere, ho bevuto grappa nelle baite isolate in compagnia di vecchi pastori, ho piantato la bandiera su vette selvagge mentre impazzava il temporale, ho avvistato camosci e attraversato gole profonde ascoltando il vento, ho cercato i segreti dei boschi nella fitta e lussureggiante vegetazione, ho corso sotto la pioggia per carpire l’equilibrio trasmesso dalla natura, ho respirato profondamente per inalare energia nuova … ma nulla, la scintilla non è scattata.

E così, nonostante tutto il mio impegno, l’amore non è sbocciato: la montagna resta un ambiente ostile, un luogo che mi respinge.

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Scatti dalla montagna

Ora non mi resta che allegare l’album dei ricordi del mio viaggio tra Campo di Giove, Pescocostanzo e Palena: dopo sette giorni di lotte intestine tra passione e razionalità, scendo a valle.

Addio monti dell’Abruzzo, torno a zero metri sul livello del mare.

 


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