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Tag: vu cumprà

Lo strano caso del vu cumprà (croato)

Il primo vu cumprà proveniente dalla Croazia?

«Compri qualcosa?» chiede il giovane vu cumprà.
«No grazie, non mi serve nulla. Scusami, da dove vieni?» ribatto curioso.

Agosto bollente, da sotto l’ombrellone osservo il pianeta-spiaggia con le sue mille contraddizioni.

Quando un vu cumprà si ferma per proporre le varie cianfrusaglie, instauro un colloquio col malcapitato per comprendere quale infausto destino abbia colpito questa persona e come sia finito su una spiaggia a macinare chilometri sotto il sole per vendere prodotti inutili pur di sopravvivere.

Stavolta, lo sventurato è un ragazzo bianco, non italiano.

«Vengo dalla Croazia» risponde l’ambulante.

Un vu cumprà qualsiasi: da dove provengono questi malcapitati?

La relazione tra prodotti e nazionalità

Da uno studio statistico non ufficiale effettuato dal sottoscritto su un campione casuale, ho compreso esistere una relazione tra nazionalità del vu cumprà e prodotto venduto:

  • africani: cd musicali e dvd di film, cappelli, teli da mare ma anche elefantini portafortuna e strumenti musicali vari (vedi tamburi), costumi femminili
  • bengalesi: ricariche dei cellulari (power bank) e cover per gli smartphone, cianfrusaglie varie (palloni, aquiloni ma anche occhiali da sole, gadget del momento – vedi spinner)
  • arabi: specializzati in bigiotteria – anelli, collane, bracciali di ogni prezzo, colore e qualità
  • campani: cocco fresco, taralli, bibite, pizzette ma anche calzini (fantasmini) ed accendini

Del vu cumprà croato – fino ad oggi – nessuna traccia.

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«La Croazia? Inguaiata come l’Italia»

«Ma l’economia della Croazia è in crisi?» domando sorpreso al mio interlocutore.
«La Croazia è inguaiata come l’Italia» taglia corto il vu cumprà mentre va via sconfortato.

Resto interdetto.

Sta di fatto che da quel giorno, dall’esercito di ambulanti passati dal mio ombrellone, di altri venditori croati nemmeno l’ombra.

In questo agosto bollente, registro un episodio inedito: credo al giovane croato disperato oppure diffido delle sue affermazioni?

Indeciso, indagherò 🙁


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L’uomo invisibile imparò a volare

Una presenza impercettibile

Via Toledo è – come sempre – un viavai anarchico di gente impegnata nello shopping del sabato pomeriggio.

La strada è un fiume in piena di voci e colori, una folla omogenea in viaggio senza una meta precisa.
Lui vive ai margini della strada e la sua presenza è impercettibile alla marea umana di (finti) consumatori.

L’Uomo Invisibile ha varie personalità.

Una statua immobile di gesso bianco e un arlecchino colorato, un pagliaccio impacciato su un velocipede, un acrobata spericolato, un mangiafuoco e un generatore di bolle di sapone a forma di nuvole.

Gli unici capaci di percepire la sua esistenza sono i bimbi.

Agli occhi degli adulti, invece, l’Uomo Invisibile non è un supereroe moderno ma solo un fantasma fastidioso da evitare, qualcosa di seccante al pari di una mosca ronzante, un rumore di sottofondo da annullare con un gesto risoluto.

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E lui – pur di esistere – con la forza della disperazione inventa esibizioni sempre più spettacolari.

Addirittura, l’Uomo Invisibile ha imparato a volare o – per essere più precisi – a galleggiare in aria con un’espressione che non tradisce sforzi.

Questo ulteriore superpotere sembra abbattere il muro di indifferenza di noi adulti occidentali assuefatti alla visione di persone prostrate ai bordi strada.

Il trucco del pakistano volante riscuote un discreto successo: c’è chi lo fotografa, chi gli gira intorno per indagare, la curiosità spinge la generosità e le monetine riempono lo scatolino viola ai piedi dell’uomo fluttuante.

Al momento la folla apatica si ferma e per pochi minuti l’Uomo Invisibile torna ad esistere.

Sono certo però che lo stupore non durerà molto: se non vuole sparire nuovamente, l’Uomo Invisibile – oltre a volare – dovrà presto inventarsi un nuovo incantesimo.

E l'uomo invisibile imparò a volare


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