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Tag: Vaticano

Perchè guardare The Young Pope, il giovane Papa blasfemo

The Young Pope, il Papa fumatore

E se il prossimo Papa fosse un uomo assetato di potere?
Le prime puntate della serie tv in onda su Sky Atlantic conquistano la mia attenzione.

Perché Paolo Sorrentino è geniale.
Il Vaticano osservato dall’interno, spogliato dei soliti stereotipi ed i difetti dei suoi personaggi vivisezionati.

I dialoghi vanno assaporati, l’ironia di un superbo Silvio Orlando catturata e conservata con cura, le invettive di un demoniaco Jude Law masticate con dovizia, ingoiate.
Ma, probabilmente, indigeste.

The Young Pope, il Papa che stupisce

Il Papa miscredente

Fuma, minaccia, urla.
Comanda un miliardo di cristiani.
E’ bello, affascinante, sportivo.
Arrabbiato col mondo, ama il Potere e le sue parole sono frustate: il credente deve temere Dio, la Chiesa non perdona ma incute paura.

E’ Papa Pio XIII, il primo pontefice americano della Storia.
Ed anche il più giovane.
Ma dalle idee anacronistiche.

The Young Pope catapulterà la Chiesa ai tempi delle crociate oppure verrà fermato in tempo dal Divino? (o, più volgarmente, dai poteri forti romani?)

Al telecomando la risposta.
Dopotutto manca poco al gran finale: sono solo dieci puntate.
Purtroppo.


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L’inquilino violento fermato con la violenza

Le violenze del vicino

Il mio vicino di casa è un violento.
Anche se non ho le prove, sono convinto che picchia la moglie e maltratta i figli. Inoltre, non rispetta nessuna regola del vivere civile e distrugge il bene comune.

Ho la certezza che non paghi nemmeno le rate condominiali e tra le quattro mura realizzi abusi di ogni tipo.
Siamo tutti d’accordo, è un tipo disumano ma non sappiamo come fermarlo.

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La denuncia, nessun esito

Ho denunciato questo «mostro» all’amministratore che – con la tipica, odiosa calma dei burocrati – gli ha inviato (tardivamente) una prima lettera di ammonimento alla quale non é seguito nessun ravvedimento.

Le azioni malefiche del folle continuano indisturbate.
Sollecitato, è intervenuto anche il parroco del rione; i suoi appelli di pace e gli inviti alle preghiere sono stati raccolti dai credenti ma ben presto sono caduti nel dimenticatoio senza nessun effetto pratico.

Dopo un anno di inutili tentativi, nulla è cambiato ed il delinquente continua a maltrattare la famiglia ed agire indisturbato nel suo torbido privato.

Violenza contro la violenza?

Nessuna azione diplomatica ha bloccato il «mostro» ed oggi – in una infuocata riunione – l’intero condominio si chiede combattuto: è giusto utilizzare la violenza per fermare la violenza?

I falchi spingono per l’intervento del poliziotto di quartiere, un tipo abituato a riportare la giustizia con ogni mezzo.
Pur di raggiungere l’obiettivo, non esita ad usare le manieri forti: “il fine giustifica i mezzi” è la sua ineluttabile regola.
Se necessario è autorizzato anche all’uso delle armi (in questo caso, però, la responsabilità è solo sua e noi persone per bene  lo lasciamo operare indisturbato preferendo non sapere).

Le rassicurazioni giungono puntuali: «l’intervento sarà breve e senza traumi per il condominio» promette il nostro giustiziere solitario.

Le colombe sono in minoranza e – soprattutto – sconfitte dai fatti: nessuna azione pacifica ha avuto successo, non esistono alternative all’uso della forza.

Il poliziotto può agire, con buona pace di tutti.

Guerra in Siria: la violenza fermerà la violenza?


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