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Tag: vacanze

La piramide rovesciata: il mio buon proposito per voi Lettori

Essenziale è bello

Giungo subito al dunque.
Senza inutili preamboli.
Perché il tempo che voi, Lettrici e Lettori, dedicate ai miei post è – per il sottoscritto – un tesoro dall’inestimabile valore.

Godere della vostra attenzione risulta la massima aspirazione dello scrivente.
Posso ricambiare seguendo una sola via: il rispetto.

Il rispetto verso il Lettore significa non tradire le attese.
Colui che spende minuti preziosi con gli occhi puntati su un mio articolo, merita essenzialità che, in altre parole, si traduce in:

  • eliminazione di ogni premessa/introduzione
  • affrontare dal primo rigo il cuore della questione annunciata dal titolo del post
  • evitare qualsiasi paragrafo pomposo che gonfi il contenuto senza fornire alcun valore aggiunto al pezzo

La (mia) piramide rovesciata

Come cucinare i friarielli

L’esempio tipico (da non seguire) è la ricetta di …

Se cerco sul web “come cucinare i friarelli”, le pagine trovate mostrano – in cima – le proprietà nutritive della verdura, poi ulteriori informazioni sulle sue origini campane, seguono altre notizie pressoché non richieste e – in fondo alla pagina! – finalmente come cucinare i nostri amati friarelli.

Quanto tempo prezioso consumo prima di giungere alla spiegazione desiderata?

I Lettori, immagino, avrebbero apprezzato prima la ricetta e poi, in dettaglio, le successive informazioni di approfondimento.
Perché se cerco “come cucinare i friarelli”, probabilmente già conosco le proprietà nutritive dell’alimento e l’origine napoletana della verdura.
Dunque, prima di arrivare alla meta sono costretto a percorrere una lunga e tortuosa strada, dopotutto superflua.

Non sarebbe stato più efficiente (e corretto) capovolgere la pagina e partire, già dal primo rigo, con ciò che il titolo dell’articolo annuncia?

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La (mia) piramide rovesciata

Ecco, il mio proposito è evitare questo subdolo atteggiamento diffuso in Rete.

Anzi, migliorerò tale strategie di scrittura.

Perché chi mi segue già conosce (e spero apprezzi) il mio stile da sempre essenziale: amo capovolgere la piramide per partire dal vertice della questione e giungere – in modo veloce – alla base.

Senza mai abusare del tempo che voi, Lettrici e Lettori, mi dedicate.
Promesso.


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Come evitare lo shock da rientro: il consiglio del diretto interessato

Come una rivista estiva

«Ti piacciono i fiori?» SI: continua – NO: vai al punto 5.
«All’asilo piangevi?» SI: continua – A VOLTE: prenditi un altro giorno di ferie – NO: corri in ufficio.

Questo post va letto come uno di quei test presenti nelle riviste estive sotto l’ombrellone.
Leggero, spensierato – per alcuni ha un senso mistico, per molti altri è una perdita di tempo.

Perché prima di rientrare al lavoro, dopo un lungo periodo di vacanze, occorre prepararsi psicologicamente.

Lo shock da rientro colpisce tutti, dunque butta l’oroscopo e continua la lettura.

Un consiglio contro lo shock da rientro

Shock da rientro: il consiglio del sottoscritto

Il weekend prima del giorno X, gioco un euro al Superenalotto.
Una schedina a caso, due colonne di sei numeri qualsiasi generati dal computer della ricevitoria.

Due possibilità su 622.614.630 combinazioni.
Immagino un enorme cesto riempito con 310 milioni palline bianche e solo una rossa.
Ho un tentativo per prelevare dal cesto quell’unica, minuscola, pallina rossa persa nell’infinito bianco.

Impossibile?
Assurdo?

Eppure devo provarci.
Puntare tutto su quella estrazione speciale, la giocata precedente al rientro in ufficio.

Perché succede: alla Dea Bendata piace scherzare e, a volte, premia chi crede in lei.
E, se per assurdo, beccassi quell’unica pallina rossa, ne sono certo: lo shock da rientro diventerebbe l’ultimo dei pensieri.

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Punto 5

A proposito.
Tu torna al lavoro già domani.

Al sottoscritto, invece, piacciono i fiori.
Merito un’altra settimana di vacanza.


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Quella piccola, lunga fila di eroi

Come sentirsi un cittadino migliore

Alle 8.15 di questa calda mattina d’agosto sono numero sette.
All’arrivo, la sala d’attesa già brulica ed il personale – professionale come sempre – invita a compilare il modulo ed attendere sereni il proprio turno.

Sono stupito, proprio non me l’aspettavo.
D’accordo, la crisi economica morde i polpacci delle malconce famiglie italiane e le sudate vacanze sono ridotte ad un mordi-e-fuggi ma immaginare sei persone prima di me va oltre la più ottimistica utopia estiva.

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Ospedale Pascale, felice della coda!

Per ingannare l’attesa, un tizio legge distrattamente una vecchia rivista presa a caso da un mucchio di giornali posti sul tavolino nel corridoio d’avanti l’ufficio, un giovane affonda il viso nel display del suo smartphone di ultima generazione e mentre rifletto che, per la prima volta in vita mia, sono felice di essere in coda, un uomo racconta a questo casuale gruppetto di eroi di essere pensionato da tre mesi! («nonostante la riforma Fornero» aggiunge astioso).

«Espositoooo …» chiamano dalla stanza.
Il pensionato si alza, saluta e con un sorriso orgoglioso raggiunge la dottoressa.
Sono al centro trasfusionale dell’ospedale Pascale di Napoli per compiere il mio dovere, essere d’aiuto per chi necessita, sentirmi un cittadino migliore, controllare lo stato della mia salute e sono il numero sette.

Prima di me, c’è una fila di sei eroi sconosciuti, sei donatori di sangue.

Ospedale Pascale, la donazione di sangue, eroi sconosciuti


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Ischia, le prime immagini del kolossal

Una vacanza ad Ischia senza «mostri»?

Ho accettato il consiglio del buon vecchio giovane social-asociale ed ho spento il display del mio smartphone per una settimana.
Disconnesso, mi godo la vacanza ad Ischia per ricaricare le batterie, tra le bellezze dell’isola verde, un tuffo nel mare (limpido), una nuotata nelle calde acque termali ed in giro tra le innumerevoli spiagge affollate di turisti.

I «mostri» – come sempre – non mancano ma in questo breve post ometterò di parlare dell’inefficienza dei trasporti EAV (1,90€ il biglietto senza nessuna certezza degli orari con i bus zeppi), dell’assurda  tassa di soggiorno (1€ al giorno anche per chi, come me, è giunto sull’isola senza auto), dell’inspiegabile divisione in sei comuni del piccolo territorio (nell’era delle aree metropolitane), del costo esorbitante dei taxi (prezzo minimo 12€ – mai preso uno).

Ischia, il castello aragonese

Il in attesa del kolossal …

Non sono un maestro della fotografia ma ho la passione che mi aiuta anche se – tra uno scatto ed una ripresa – l’ammetto, scelgo la videocamera.

Per ora mi limito a pubblicare qualche foto dell’album della vacanza, da gustare come antipasto del film in prossima uscita su tutti gli schermi di casa mia.

A fine montaggio, i più temerari vengano a cena: dopo la pizza li attende, in anteprima mondiale, la visione del kolossal ischitano 🙂

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