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Tag: Siria

Leone dell’Eufrate, quella dedica che nessuno cancella [FOTO]

Issam Zahreddine, il leone dell’Eufrate

“09-09-1961, 18-10-2017 – onore al leone dell’Eufrate”

Quante volte osservo quel muro imbrattato, di quel palazzo color rosa sbiadito a via Poggioreale, vicino al carcere, nei pressi del Centro Direzionale di Napoli?

Ed ogni volta mi pongo lo stesso quesito: quale recondito significato nasconde quel sinistro “onore al leone dell’Eufrate”?

Un muro imbrattato per ricordare il leone dell'Eufrate, un criminale di guerra siriano

Il leone dell’Eufrate, eroe o criminale di guerra?

Recarsi in bici al lavoro presenta un indubbio vantaggio: osservo dettagli che, dall’auto, sono impossibili da percepire.

Così, ogni mattina, quando in sella alla e-bike supero il palazzo rosa, con la coda dell’occhio rileggo la dedica al leone dell’Eufrate.

All’ennesimo passaggio, stavolta mi chiedo: «ma chi è costui?».

Un clic per scoprire verità opposte: Issam Zahreddine, per alcuni è un eroe della guerra siriana che ha difeso il suo popolo dagli orrendi attacchi dell’ISIS, per altri è un criminale di guerra autore di azioni indicibili.

La pagina Wikipedia dedicata a Issam Zahreddine riporta poche righe ufficiali, il sito Articolo21, invece, pubblica un articolo molto dettagliato sulla dedica comparsa in molte città italiane dopo quel 18 ottobre 2017 (“Onore al Leone dell’Eufrate”. 100 città italiane tappezzate da manifestanti (di Casapound) inneggianti a un criminale di guerra siriano).

Non riesco a formare un’idea precisa su Issam Zahreddine, informazioni contrastanti in un contesto esplosivo come la Siria impongono prudenza di giudizio.

La domanda rimbalza con moto perpetuo senza trovare il giusto equilibrio: il leone dell’Eufrate è un «mostro»?

Un muro imbrattato per ricordare il leone dell'Eufrate, un criminale di guerra siriano

Perché non ripulite quel muro?

Chissà se gli inquilini del palazzo rosa di via Poggioreale conoscono la storia di Issam Zahreddine.

Immagino che, una mattina di fine ottobre 2017, aprendo la finestra, avranno letto la dedica, si saranno posti delle domande, posseggano un giudizio sulla vicenda!

Mi piacerebbe ascoltare l’opinione dei condomini dell’edificio imbrattato e porgli una semplice domanda: perché non cancellate quella scritta?

E’ una spesa inutile?
Forse, tocca al Comune intervenire?
Oppure concordate sulla dedica?

Mi piacerebbe capire la verità che si cela dietro ad un muro imbrattato e sul perché resta imbrattato finché le intemperie non decidano di cassare l’opera umana.

Ma, temo, che non l’accetterei.


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L’inquilino violento fermato con la violenza

Le violenze del vicino

Il mio vicino di casa è un violento.
Anche se non ho le prove, sono convinto che picchia la moglie e maltratta i figli. Inoltre, non rispetta nessuna regola del vivere civile e distrugge il bene comune.

Ho la certezza che non paghi nemmeno le rate condominiali e tra le quattro mura realizzi abusi di ogni tipo.
Siamo tutti d’accordo, è un tipo disumano ma non sappiamo come fermarlo.

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La denuncia, nessun esito

Ho denunciato questo «mostro» all’amministratore che – con la tipica, odiosa calma dei burocrati – gli ha inviato (tardivamente) una prima lettera di ammonimento alla quale non é seguito nessun ravvedimento.

Le azioni malefiche del folle continuano indisturbate.
Sollecitato, è intervenuto anche il parroco del rione; i suoi appelli di pace e gli inviti alle preghiere sono stati raccolti dai credenti ma ben presto sono caduti nel dimenticatoio senza nessun effetto pratico.

Dopo un anno di inutili tentativi, nulla è cambiato ed il delinquente continua a maltrattare la famiglia ed agire indisturbato nel suo torbido privato.

Violenza contro la violenza?

Nessuna azione diplomatica ha bloccato il «mostro» ed oggi – in una infuocata riunione – l’intero condominio si chiede combattuto: è giusto utilizzare la violenza per fermare la violenza?

I falchi spingono per l’intervento del poliziotto di quartiere, un tipo abituato a riportare la giustizia con ogni mezzo.
Pur di raggiungere l’obiettivo, non esita ad usare le manieri forti: “il fine giustifica i mezzi” è la sua ineluttabile regola.
Se necessario è autorizzato anche all’uso delle armi (in questo caso, però, la responsabilità è solo sua e noi persone per bene  lo lasciamo operare indisturbato preferendo non sapere).

Le rassicurazioni giungono puntuali: «l’intervento sarà breve e senza traumi per il condominio» promette il nostro giustiziere solitario.

Le colombe sono in minoranza e – soprattutto – sconfitte dai fatti: nessuna azione pacifica ha avuto successo, non esistono alternative all’uso della forza.

Il poliziotto può agire, con buona pace di tutti.

Guerra in Siria: la violenza fermerà la violenza?


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