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Tag: sciopero

Jeff Bezos, genio o sfruttatore? Un libro per capire cos’è (veramente) Amazon [RECENSIONE]

Brad Stone, un libro su Amazon e Jeff Bezos

La lettura dell’interessante Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, aiuta a comprendere il perché, in questi giorni, i lavoratori di Amazon scioperano.

Il volume descrive il dietro le quinte del colosso americano, le due facce della stessa medaglia: il successo, il prezzo da pagare per raggiungere il successo.

L’autore, con una serie di interviste a dipendenti e dirigenti Amazon, racconta la realtà all’interno della multinazionale plasmata sul Bezos-pensiero:

«Se ci chiediamo perché Amazon sia cosi diversa da quasi tutte le altre aziende nate agli albori di Internet, è perchè Jeff ha adottato fin dall’inizio una visione di lungo periodo. 
Era un progetto articolato nell’arco di decenni.
La sua filosofia di fondo è che si possa ottenere moltissimo in un lasso di tempo protratto, a patto di essere tenaci»
(Danny Hillis, amico di Jeff Bezos)

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

La crescita esponenziale della start up in un lasso di tempo fulmineo è, da un lato una cavalcata entusiasmante per chi vi partecipa, dall’altro un sacrificio costante per i dipendenti costretti a ritmi ed orari assurdi.

Durante una riunione memorabile, una dipendente chiese a Bezos quando l’azienda intendesse raggiungere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Lui non la prese bene.
«Siamo qui per ottenere risultati, e questa è la priorità assoluta», rispose in tono secco.
«Questo è il dna di Amazon. Se non puoi eccellere e dare tutta te stessa, forse non è il posto giusto per te.»

Ogni pagina del libro evidenzia il continuo contrasto tra le mille luci e le altrettante ombre: per i dipendenti Amazon, secondo Jeff Bezos, non può esistere un equilibrio tra vita privata e lavoro.

Soprattutto in prossimità delle feste, il clima tra i lavoratori diviene incandescente:

La rapida crescita richiese nuovamente all’azienda di avviare l’operazione «Salviamo Babbo Natale». I dipendenti dissero addio alle famiglie e iniziarono turni di due settimane nei call center del servizio clienti o nei centri distribuzione di tutto il Paese.

Amazon, il negozio che vende tutto (secondo l'idea di Jeff Bezos)

Amazon, il negozio che vende ogni cosa

Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, ha il merito di raccontare la rivoluzione dell’e-commerce secondo la visione di Jeff Bezos ma anche la lucidità per denunciare lo sfruttamento senza (tanti) scrupoli compiuto da Amazon.

Questi dipendenti, solitamente non specializzati, lavoravano per dieci o dodici dollari all’ora in zone del Paese in cui la disoccupazione era alta, e spesso trovavano in Amazon un datore di lavoro alquanto crudele. I furti erano un problema costante […]

Un’opera certosina, lunga, dettagliata, per spiegare – dietro ad un clic – quale segreto nasconda la rivoluzione 2.0

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Moser, il ciclista napoletano e lo sciopero dei mezzi pubblici

Napoli, traffico in tilt

Pedalo con fatica, il piccolo motore elettrico aiuta ma non risolve.
La gamba accusa la resistenza della salita ed i mille ostacoli metropolitani rendono ancora più ostico il tragitto.

Lungo la strada affollata, tra una fila d’auto parcheggiate oramai arredo urbano permanente, un tizio osserva la scena apocalittica: traffico impazzito, ingorgo totale, l’orchestra disordinata di clacson, smog ed un coraggioso ciclista metropolitano guadagna terreno tra gli autisti esauriti ed imprigionati nelle loro scatolette fumanti.

Mentre avanzo in sella alla mia e-bike, da sotto al casco, una goccia di sudore scivola lungo la fronte.
Attraversa la maschera anti-smog e solletica la guancia accaldata.

Napoli è paralizzata dallo sciopero dei mezzi pubblici.

Il sottoscritto, invece, viaggia libero e felice sulle due eco-ruote.

La mia e-bike, io Moser napoletano^

Moser, Maradona e Maiorca

Intorno si scatena l’inferno metropolitano.

L’esperienza affina la concentrazione: per pedalare a Napoli urge l’autocontrollo del samurai.
Conservo la freddezza e calma olimpica – soprattutto quando la città è preda del blocco totale di metrò, bus e affini.

Avanzo convinto, cauto e prudente.
Dal bordo strada si alza un urlo: «vai Mooooserrrr!»
Mi giro.
E’ il tizio che, dal marciapiede, osserva la scena apocalittica.

Moser!

Nell’immaginario collettivo chi va in bici è Moser, chi gioca a calcio è Maradona e se ti immergi sei Maiorca.

Colgo l’incitamento spontaneo del tifoso.
Pedalo con maggiore forza e determinazione.

Dietro i clacson continuano a strombazzare.

Alzo il braccio, saluto il mio fan.
Sorrido e volo via.

La città è paralizzata,

Moser beato raggiunge il lungomare per il meritato premio.

In bici per Napoli


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Hp Pozzuoli affonda, colpita dal fuoco amico

La nave HP Pozzuoli affonda? Nessun rischio

«Tornate subito a bordo, tutti e 160!» tuonano dagli uffici del nord.
«Impossibile signore, la nave affonda» ribatte il fedele marinaio.

Con il cellulare sull’orecchio sinistro ed il braccio destro avvinghiato ad un pezzo di relitto galleggiante, l’uomo osserva i suoi 160 colleghi di lavoro caduti in mare aiutarsi con salvagenti e zattere improvvisate, increduli ed impotenti scrutano la loro nave – la giovane e proficua “HP Pozzuoli” – in una posizione sinistra con la prua che, mestamente, cala verso gli abissi.

Hp Pozzuoli affonda

Hp Pozzuoli affonda

I clienti non devono sapere

«Le merci sono salve? I nostri clienti non devono sapere dell’imprevisto» comandano dagli asciutti e sicuri uffici del nord.
«Signore, la nave “HP Pozzuoli” viaggiava a tutta birra ed era carica di merci per il MIUR, la Motorizzazione Civile, l’INPS … i nostri importanti clienti avrebbero ricevuto gli ordini e la relativa assistenza puntuali come sempre – la loro soddisfazione è tangibile – e tutti e 160 lavoravamo a pieno regime. Ma, a freddo e senza nessun segnale concreto, siamo stati colpiti da un siluro. E vuole sapere lo stupore? E’ un missile HP, capisce? Una pugnalata! Un siluro HP affonda una nave HP. Cosa succede signore?» chiede il marinaio tradito.

La nuova opportunità

«Calma, possibile che non capiate? Vi offriamo una nuova opportunità!» confermano dagli uffici HP del nord.
«E non potevamo discutere questa “opportunità” insieme prima di affondarci? Avete colpito una nave carica di professionalità nel povero mare del Sud» replica il marinaio in balia delle onde.
«Guardate all’orizzonte, dal Nord giungono gli aiuti. Non vi abbandoniamo, smettetela di lamentarvi e cogliete questa nuova, imperdibile occasione» tagliano corto dagli uffici del Nord.

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Il tradimento

Il fedele marinaio depone il cellulare e col binocolo studia l’orizzonte: felice, vede la grande ammiraglia HP navigare stabile e sicura verso i 160 naufraghi di Pozzuoli!
Poi, allarga la visione e scruta un numero indefinito di piccoli oggetti luccicanti intorno alla grande nave HP.

Preoccupato per la sorte della nave aziendale, avvisa immediatamente gli uffici del nord.
«Signore, grazie per gli aiuti ma attenzione ho contato 160 oggetti non identificati intorno alla nostra nave ammiraglia» informa il fedele marinaio.
«Non sono nemici, proprio non comprendete: sono delle piccole imbarcazioni, verrete trasferiti singolarmente, si prenderanno cura di voi, uno ad uno …» tagliano corto dagli uffici del nord.

Il marinaio incredulo riprende il binocolo ed osserva con maggiore attenzione.
La grande nava ammiraglia ha cambiato rotta e si dirige verso i mari del Nord, durante la manovra cala due scialuppe abbandonando altri cinquanta fedeli marinai alla loro sorte.

Il marinaio sconvolto effettua uno zoom su una delle piccole 160 imbarcazioni.
Sgrana gli occhi, ora la visione è chiara: ciò che da lontano appariva come un soccorso non è altro che uno squalo dai denti affilati.

Le lame del nemico luccicano al sole, i 160 marinai ora sono pronti: venderanno cara la pelle.


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De Magistris: «sosterremo i lavoratori di HP Pozzuoli»

Ore 7.15 di un giorno (non) lavorativo

«Ciao cara, vado» lui.
«Caro, stasera fai tardi?» lei.
«Solito» lui.
«Hai preso il computer, il pranzo ed il fischietto? Ultimamente sei molto distratto» lei.
«Sì» lui.
«E stasera ricorda di passare dal dottore, hai la pressione alle stelle» lei.
«Va bene» lui.
«Allora ti auguro buon quinto giorno di sciopero consecutivo caro» lei.
«Grazie cara, a stasera» lui, un dipendente HP Pozzuoli.

HP Pozzuoli chiude, chiediamo il sostegno del Sindaco di Napoli De Magistris

HP Pozzuoli chiude, chiediamo il sostegno del Sindaco di Napoli De Magistris

Napoli, dal Sindaco De Magistris

Noi, dipendenti dell’HP Pozzuoli, scioperiamo contro la decisione HP di chiudere la nostra sede di lavoro.

Il sindaco di Napoli De Magistris – come già il Presidente della Regione Campania De Luca ed il Sindaco di Pozzuoli Figliolia – stamane al Comune ha ascoltato la nostra delegazione RSU, compreso i motivi della lotta e si è impegnato a difendere la tesi di noi dipendenti HP nel prossimo incontro ministeriale previsto a Roma il 20 luglio.

La partita è ancora aperta e da oggi annoveriamo tra i nostri sostenitori un nuovo, importante supporter istituzionale: il sindaco di Napoli.

Il sindaco di Napoli De Magistris ascolta noi dipendenti HP Pozzzuoli

Il sindaco di Napoli De Magistris ascolta noi dipendenti HP Pozzzuoli

161 non è un numero!

Noi, 161 dipendenti dell’HP Pozzuoli, nell’economia moderna rappresentiamo un numero?
Il cinico risultato visualizzato in una cella di un foglio excel di un manager americano, un valore speculativo in mano ad azionisti ingordi, una cifra da interpretare per far quadrare indecifrabili bilanci a nove zeri?

Chiudere la sede di Pozzuoli (colpendo di fatto una regione già flagellata dalla disoccupazione) è la soluzione equa oppure è la strada più veloce per una incomprensibile compensazione algebrica dei conti?

Eppure il successo dell’HP si basa su ideali radicalmente opposti: professionalità, lavoro di squadra, passione, innovazione, volontà di migliorare, capacità, studio, ricerca della migliore soluzione, solidarietà.

Forse, quel manager americano con la testa nel foglio excel accecato dal 161 sulla ruota d i Napoli, non è poi così preparato come il suo stipendio milionario ci vuol far credere?

A qualcuno (non) piace lo sciopero?

Sciopero, ogni giorno una manifestazione

L’Italia è il paese degli scioperi: non passa giorno senza una manifestazione di protesta.

Sfido chiunque a citare una categoria di lavoratori che negli ultimi anni non abbia incrociato le braccia almeno una volta.
Non vi affaticate, la ricerca presenta le stesse difficoltà bibliche provate dal povero cammello costretto ad attraversare la cruna dell’ago …

Dai calciatori ai parcheggiatori abusivi

Oltre ai soliti bistrattati  (operai, pensionati, disoccupati, esodati, cassintegrati, precari …) di nessun interesse mediatico,  ricordo anche le più clamorose astensione dei viziati giovanotti della serieA (luci della ribalta), degli attori di Cinecittà (tagli al cinema), dei parcheggiatori abusivi (pentiti, desiderano essere regolarizzati), delle prostitute (sfruttamento) ed – in ordine di tempo – degli ex ricchi, gli impiegati delle banche (e dei bancomat, all’asciutto in molte zone per l’intero weekend).

All’appello oramai ci sono tutti, dall’operatore ecologico all’imprenditore: mancano solo i preti, i mafiosi ed i politici.

I preti ed i mafiosi, per questioni etiche opposte, forniscono i loro “servizi” alla cittadinanza sempre e comunque,  non conoscono licenziamenti (se non per passare a miglior vita) né tantomeno riflettono sui diritti negati alle rispettive classi (almeno fino ad oggi).

Discorso diverso, invece, vale per i politici.

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Perchè i politici non scioperano mai

Se è vero che lo sciopero misura il disagio di una categoria, si comprende perché gli uomini delle Istituzioni e dei partiti – come i Reali o i regnanti di un tempo – non manifestino mai (semmai, manifestano gli altri per chiedere loro di rinunciare a qualche piccolo beneficio, richieste perlopiù inevase).

Una classe politica unisona, compatta e priva di contrasti, carente di (significative) discussioni, implosa sui propri privilegi, sorda alle esigenze altrui e scevra da contestazioni interne, nasconde certamente un «mostro» nell’armadio.

sciopero? No grazie


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