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Tag: sanità

Giuseppe Martinelli (sei anni) deve tornare a casa

Formia, il tragico incidente

Giuseppe ha sei anni.
La vita gli ha riservato un destino infame: quel maledetto 19 agosto del 2014, a Formia viene travolto da un furgoncino che viaggia ad alta velocità.
Da allora, il piccolo Giuseppe è paralizzato in un letto d’ospedale e non respira autonomamente.

Non conosco la famiglia Martinelli né tanto meno la dinamica del drammatico incidente ma non credo sia importante soffermarsi sui particolari.
Di fronte a tanto dolore, abbiamo il dovere morale di scrollarci dall’anima l’indifferenza perpetua.

Abituati ai drammi quotidiani trasmessi in diretta tv, ci assuefiamo anche alle lacrime mai versate di un bimbo innocente.
L’indignazione dura il tempo di un clic, fino al post successivo – magari un’immagine divertente cattura il nostro sguardo spento.

Giuseppe Martinelli deve tornare a casa!

La richiesta della famiglia: portare a casa Giuseppe

Possiamo aiutare il piccolo Giuseppe?
Sì.

Come?
Con un clic.

Chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Repubblica Italiana ed al Presidente Regione Campania Assistenza Specialistica ventiquattro ore al giorno per salvare la vita al piccolo Giuseppe.
A casa sua.

La petizione on-line

La forza della Rete dipende dalla spinta di ognuno di noi, dal singolo clic, dalla sensibilità personale.

Firmiamo la petizione on-line #GiuseppeTornaaCasa.

Crediamoci.

Napoli, quando la visita all’ASL è mistica

E’ successo qualcosa?» chiede preoccupata l’impiegata dell’ASL Napoli2.
Allo sportello, pronto a pagare il ticket per un controllo oculistico, ho lo sguardo sconsolato, un aspetto abbattuto con la postura del corpo che trasmette la stanchezza di chi porta il mondo sulle spalle.

Sono i sintomi manifestati ogni volta che frequento un ufficio pubblico: pervaso da una sfiducia atavica, arrivo con la quasi certezza di non riuscire nell’impresa ed essere costretto a ritornare per espletare la pratica.

«Nulla di grave, grazie. Dovrei andare dall’oculista …» bofonchio con un filo di voce.
«Su con la vita allora! Attenda un minuto … sono quaranta euro e sessanta centesimi» mi informa con calma olimpica l’allegra impiegata.

E’ evidente, la donna è assuefatta al disordine che la circonda e non distingue più la normalità dalle «mostruosità».

Sono le quattro del pomeriggio, l’ASL è un cantiere aperto, l’aria è intrisa di polvere e rumori insistenti giungono dal corridoio dove un uomo, munito di tanta volontà, guanti bianchi ed una mazza con un vecchio strofinaccio umido, bagna il pavimento per tamponare l’avanzata degli acari. Un gruppo di ragazzotti con i completini delle squadre del cuore, sudati e felici, entra e chiede – in tono educato – se può usufruire della toilette. Messi ed Higuain interpretano la mancanza di risposte come un “sì”, dribblano e si dirigono sicuri verso il bagno lasciando le orme dei tacchetti sul pavimento appena lavato.

Mi riprendo dallo stupore, raddrizzo la schiena, mi concentro e richiamo le ultime energie positive conservate nel serbatoio delle emergenze.

«Ma si rende conto? Quest’ASL è del tutto inospitale! Inoltre sono trascorsi oramai quattro mesi da quando ho prenotato la visita ed ero quasi sicuro che oggi il dottore non ci fosse» incalzo.
«Perché non ci dovrebbe essere?» la donna resta più sorpresa dalla mia osservazione che dal contesto assurdo.

In questo mondo al rovescio, il folle sembro io.

«Quattro mesi d’attesa, 40€ … poi vi chiedete perché un cittadino si precipita verso la sanità privata!» protesto.
«La macchinetta per il pagamento del ticket è bloccata» interviene l’addetto alla riscossione, «problemi della rete» ed il quadro dell’inefficienza è completo.
«Per fortuna la posta è proprio difronte l’ASL, ecco i bollettini» replica l’impiegata pacioccona evidentemente abituata a superare gli ordinari ostacoli del suo lavoro.

Ritorno dopo venti minuti col tributo versato.
E’ il mio turno.
Entro nello studio e completo la visita.

La professionalità del dottore ripaga i 4mesi di attesa, l’ulteriore tempo perso ed i 42€ spesi.

Esco dall’ASL e la realtà mi appare più chiara, il mondo presenta una luminosità accecante e la luce è potente come non mai.
L’esperienza all’ASL è mistica oppure l’effetto delle gocce negli occhi che il dottore utilizza per dilatare le pupille non è ancora svanito?
Non è importante.

«Maledetti mostri non mi sconfiggerete!» mugugno convinto mentre dall’improvvisato campo di calcio d’avanti gli uffici giungono le urla gioiose del portiere che ha appena parato un rigore a Cristiano Ronaldo..

Non cederò alle lusinghe della sanità privata, pago le tasse ed è un mio diritto usufruire dell’assistenza pubblica.
Ho deciso: tornerò anche il prossimo autunno (basta prenotarsi in primavera).

Asl, quando la visita è mistica

ASL, la lista d’attesa che guarisce l’otite

ASL, i tempi d’attesa

15 maggio 2014
«Deve consultare uno specialista» sentenza il medico di base oramai più passacarte che dottore.
«Ma mentre prenoto la visita all’ASL passerà un’eternità» obietto sconsolato.

Otite, la visita dopo 12 giorni

Da qualche giorno una fastidiosa otite assilla il mio orecchio sinistro e la morsa del dolore non accenna a diminuire.
Dalla farmacia (adibita alla prenotazione) confermano le mie perplessità: la prima data utile è fra dodici (12) giorni.

Dodici giorni possono essere un nonnulla oppure un tempo infinito, dipende dal problema.
Per un mal di denti e per un’infiammazione dell’orecchio dodici giorni di attesa sono insostenibili.

«E secondo Lei, come resisto fino al 27 maggio?» chiedo all’addetto.
«Aerosol e tachipirina 1000» risponde asettico il mostro.

Inizio la cura: rinowash mattina/sera ed, in caso di difficoltà, il miracoloso paracetamolo per placare le sofferenze.
Armato della pazienza di Giobbe, vedo avvicinarsi la data della visita.

L'otite e la lista d'attesa all'ASL

La Sanità pubblica ti spinge verso il privato?

Sempre più dubbioso, mi chiedo a cosa serva una Sanità con servizi inutilizzabili. Difatti, le liste d’attese spingono il cittadino verso gli specialisti privati ed i costi sono quasi equivalenti alla tariffa di un luminare (tra superticket e prima visita, il controllo all’ASL costa 38€).

Un imprevisto: ASL, 22 giorni d’attesa

Purtroppo l’inefficienza della burocrazia abbatte anche il più forte dei tenaci e dopo qualche giorno ricevo la stupefacente telefonata di uno zelante impiegato dell’ASL.

Dopo le dovute presentazioni, chiede la conferma: «buongiorno, Lei ha prenotato la visita otorinolaringoiatria per il 27?».
«Sì, esatto» rispondo mentre un vortice di domande mi balena nella mente.
«L’informo che il dottore non è disponibile per quella data, dobbiamo spostare l’appuntamento al 6 giugno» afferma gelido.

Impiego qualche istante per comprendere, poi – ingoiato il polpettone indigesto – esplodo: «e secondo Lei io dovrei aspettare ancora altri dieci giorni? Alla fine, per il mal d’orecchio, devo attendere tre settimane??? Ma è normale???» urlo spazientito.
«Il mio compito è informarla, certo ha ragione» si giustifica l’anonima voce.
«E non c’è un altro dottore per una sostituzione?» reclamo senza speranza.
«Ovviamente no» sentenzia l’ignavo impiegato.
«Voglio protestare! A chi devo rivolgermi? Comunque, nel frattempo, sono pure guarito quindi mi cancelli da questa ridicola lista d’attesa» concludo forte della mia rabbia.
«Si rivolga al direttore del distretto» e proclama il The End all’ennesimo film dell’horror.

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The End: 25 giorni d’attesa

Se la Matematica non è opinabile, con l’otite in corso, avrei dovuto attendere venticinque (25) giorni per una visita otorinolaringoiatria all’ASL.

I più resistenti guariscono da soli, i mollaccioni pagano e si rivolgono ai privati: deve trattarsi di un innovativo piano del Ministero per ridurre i mostruosi tempi d’attesa della Sanità Pubblica.


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