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Astensionismo, le quattro mosse di Renzi

1 – Lo streep seggio

L’elettore, dopo aver compiuto il suo dovere, potrà nominare uno scrutatore (o una scrutatrice).
Ogni cento proposte, il prescelto si toglierà un indumento a sua scelta.
Il Presidente – con l’ausilio delle forze dell’ordine – garantirà il regolare svolgimento delle elezioni nonché la correttezza dello streep-tease referendario.

Astensionismo, le quattro mosse di Renzi

2 – I punti regalo

Il cittadino, uscito dalla cabina, presenterà la scheda elettorale al Presidente di seggio.
Verrà posto un timbro con data e firma per confermare la partecipazione.
Tale timbro sarà valido nei supermercati convenzionati ed ogni tre elezioni verrà convertito in un buono spesa da 15€.
L’iniziativa vale per i lavoratori della Pubblica Amministrazione con redditi al di sotto dei 18 mila euro lordi annui (i pensionati sono esclusi perché già possessori di molteplice schede punti).

3 – Segnalazione al partito vincitore

L’elettore, cittadino modello, potrà iscriversi ad una lista di «segnalati».
Dopo lo scrutinio, da questo elenco di meritevoli, verranno estratti a sorte cinque nomi che contatteranno il capolista del primo partito per entrare – da subito – tra i primi, stimati raccomandati del nuovo Governo (Regione o Comune).
Unico requisito: il cittadino modello non deve essere un condannato in via definitiva.

4 – Provino al Grande Fratello

Il Presidente di seggio valuterà se l’elettore è fotogenico.
In caso positivo, dopo il consenso al trattamento dei dati personali, il cittadino televisivo potrà compilare il modulo per il casting del prossimo reality show in onda su Canale5.

Il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi

Il Premier, soddisfatto della campagna mediatica lanciata per combattere l’astensionismo, dirama un sentito comunicato stampa di cui cito la parte saliente:

Ringrazio Mario per lo spazio dedicato alle nostre iniziative.
Insieme, possiamo sconfiggere il «mostro» astensionismo.
Prometto che le prossime elezioni per il futuro mio Governo – casomai sarà necessario votare – verranno svolte il pomeriggio del 31 dicembre e le urne resteranno aperte fino alle 19,00 onde evitare ritardi al cenone di fine anno.
La trasparenza prima di tutto: dal primo gennaio sarà elementare contare il numero di anni che resterò in carica #resteraunosolo

 

Come scrivere un post di successo (valido solo per l’Italia)

L’Italia, il paese della «segnalazione»

Chiariamo subito il punto: io non ho mai scritto un post di successo.
E quindi?
Non significa nulla, sono comunque legittimato a dibattere sull’argomento come «esperto del settore» perché vivo in Italia.

Difatti, nel nostro Bel Paese non esiste nessuna relazione tra competenze e ruolo ricoperto, vale l’autocertificazione dei titoli (fino a prova contraria) ed ognuno può aspirare a qualsiasi carica.

E’ il nostro piccolo «sogno americano», l’abbattimento delle barriere sociali e l’aspirazione a migliorare il proprio status indipendentemente dal curriculum.

Però devi avere la giusta conoscenza: l’amico ti «segnala» e la posizione agognata da centinaia di candidati diventa tua.
E’ semplice, è naturale, il trucco c’è ma non si vede, è la magia della raccomandazione.

Come scriovere un post di successo? Con il trucco delle lentine blu

Consigli per un post di successo?

Ora, il Lettore Italiano non si senta tradito, chi si aspettava dei consigli su come pubblicare un articolo che porti fama e soldi non si lagni proprio con me.

Basta guardarsi intorno, di «mostri» – quelli veri – siamo circondati (l’impiegato dell’ufficio che non rispetta gli orari di apertura dello sportello protetto dal responsabile-complice a sua volta raccomandato), sfogate la vostra giusta rabbia nei loro confronti.

Io mi limito ad un piccolo espediente (ingenuo come le lenti a contatto colorate) per pubblicare il mio primo post di successo (apprezzate la brevità dell’articolo).

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L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla raccomandazione

Chi ha chiuso la strada?

A Napoli il traffico è un vulcano pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Basta l’inatteso battito d’ali di una farfalla per far saltare il delicato equilibrio metropolitano, figuriamoci la chiusura di una importante arteria come accadde qualche anno addietro ad Agnano, il quartiere dove lavoro.

Senza preavviso, l’ingresso della carreggiata per la tangenziale viene sbarrato da un anonimo cartello “STRADA CHIUSA PER MANUTENZIONE” mandando in tilt l’intera zona.
Un annuncio scritto a penna su uno squallido manifesto bianco senza ulteriori informazioni: chi l’ha deciso?
Il Comune?
Chi si occupa dei lavori?
E quando verrà riaperta la corsia?
Al mistero segue un’unica certezza: un intero rione nel caos.

L’anomala telefonata alla Municipilità

Infuriato – e senza troppe speranze – telefono alla Municipalità “Bagnoli-Fuorigrotta” per protestare.

Al terzo squillo, con mio sommo stupore, risponde un tizio che senza presentarsi ed in tono pacchiano mi chiede chi desidero.
«Vorrei parlare con il rappresentante della municipalità» replico stizzito.
«Sono io, chi è lei?» domanda mezzo impaurito.
«Mi chiamo Mario Monfrecola e lavoro ad Agnano» rispondo ingenuamente.
«E chi l’ha dato il mio numero?» chiede meravigliato.
«E’ un numero pubblico, l’ho letto dal sito del Comune» obietto.
«Monfrecola? Ma a quale gruppo appartiene?» farfuglia lo pseudo-politico.
«Gruppo? Che gruppo intende? Nessun gruppo … sono un cittadino … » replico senza comprendere l’insinuazione.
«Nessun gruppo? Forse lei è il fratello di quel Monfrecola … » riflette a voce alta cercando una possibile connessione tra me e qualche suo conoscente.
«Senta, io vorrei solo sapere quando apre la strada ad Agnano! Le sembra normale chiudere un’arteria così importante senza ulteriori dettagli per i cittadini? E poi cos’è quel cartello svolazzante senza nessuna intestazione?» mitraglio tutto d’un fiato.
«Le dico un’informazione riservata: entro due giorni la strada riaprirà» sentenzia il tizio ed attacca stroncando ogni mia ulteriore velleità.

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La raccomandazione

Questa breve conversazione testimonia come molti (non tutti, ovvio) rappresentanti delle Istituzioni intendano la politica: i diritti dei cittadini passano attraverso “amicizie”, gruppi di interesse, conoscenze e favoritismi, azioni descritte da una sola, maledetta, diffamante parola: raccomandazione.

Cambiano le mode, i Governi si vestono di nuovi colori politici ma restano le vecchie, intollerabili, «mostruose» abitudini italiane.

L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulla raccomandazione?


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