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Tag: pizza

Io, vittima di una Candid Camera?

Nanni Loy, il cameriere burlone

«Una margherita al prosciutto» chiedo gentile.
«Mi spiace, non è possibile» risponde con calma il cameriere.

Seduto al tavolo di una pizzeria in una nota località di mare, dal basso verso l’alto, scruto con stupore l’uomo.

Il cameriere ricorda Nanni Loy: alto, magro, serio, capelli grigi un po’ spettinati, immobile d’avanti al tavolo e con lo sguardo impassibile, racchiuso nella sua uniforme, dopo il rifiuto attende imperturbabile una nuova ordinazione.

Quella sensazione di presa in giro

Il tizio è strambo, avrei dovuto intuirlo già dall’accoglienza.
«Buonasera» mi riceve con una flemma inglese.
«Buonasera» rispondo ignaro.
Mi accomodo, il locale è mezzo vuoto.

Il dipendente sistema le posate, il tovagliolo ed il bicchiere sul tavolo con una lentezza estrema.
«Posso ordinare?» chiedo mentre la composizione minuziosa continua.
«Con calma» ribatte sornione.

Con una serie di movimenti automatici, preleva la penna dal taschino immacolato, poi il piccolo bloc notes dalla tasca posteriore, apre il taccuino ad una pagina vuota, controlla il corretto funzionamento della penna.
Ogni gesto eseguito alla moviola.

Guardo incuriosito la scena, abituato allo stile metropolitano ed ai ritmi delle pause-pranzo lavorative, questo dilatarsi dell’attesa appare anomalo.

Insospettito, osservo il cameriere-NanniLoy: forse è in vena di scherzi?
Non comprendo se sono vittima di una candid camera, una bizzarra scommessa tra lui ed il pizzaiolo per animare la serata, se qualche telecamera nascosta nel forno riprenda la scena oppure se la gag va in diretta sul web.

Io, vittima di una candid camera di un cameriere burlone?

Un dibattito surreale

«Perchè non posso ordinare una margherita al prosciutto?» domando interessato.
«Non è previsto» e mostra il menù.

Non leggo, guardo il cameriere dubbioso.
«Se vuole, però, può ordinare la pizza “Prosciutto”: mozzarella, pomodoro, basilico e prosciutto cotto» consiglia serio.

Il dibattito surreale continua.
«Mi scusi: quale differenza c’è con la margherita al prosciutto che ho appena chiesto?».
«Ripeto: la margherita al prosciutto non è prevista nel menù, se vuole può ordinare la “Prosciutto”» precisa puntiglioso.
«Capisco» per un attimo assecondo Nanni Loy.

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Un attore esperto

«E se volessi una pizza metà margherita e metà marinaia?» spesso la preferisco – soprattutto di sera – per una maggiore digeribilità «immagino sia impossibile».
L’uomo non risponde, non abbocca alla provocazione.
La richiesta gli appare talmente assurda che non merita nemmeno un cenno o una risposta.

Come un computer, immobile e silenzioso attende il giusto comando.
«Prendo una prosciutto».

Nanni Loy registra con dovizia l’ordine.
«Grazie» mormora distaccato.
Prende il menù e si allontana con curata indifferenza.

«Deve essere un attore esperto» rifletto mentre assaporo la “Prosciutto” (per la cronaca, identica alle mille “margherita al prosciutto” ordinate in ogni angolo del pianeta).

Prima di andar via, osservo ancora incerto il cameriere-NanniLoy: pago e lascio una lauta mancia.
La gag merita il giusto prezzo del biglietto.

PS: dopo 24ore non mi è ancora chiaro se sono stato vittima di una candid camera oppure se il cameriere-NanniLoy si comportava in modo del tutto normale 🙂


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Gli amici di una vita

Giacomo, «il Maestro»

Nei suoi occhi intravedo ancora la scintilla.
Per noi era «il Maestro» e mai titolo fu più appropriato.

Giacomo era semplicemente un talento, lo studente dalle intuizioni geniali capace di inceppare, con una semplice domanda, i ragionamenti impolverati dei baroni della cattedra.

Al suo fianco la compagna di una vita sorride mentre ci abbracciamo …

Dall'università ad oggi, gli amici di una vita

Dall’università ad oggi, gli amici di una vita

Antonio, il buontempone sensibile

Antonio è sempre un buontempone.

Dietro l’apparente leggerezza, nasconde una inattesa sensibilità che sorprende chi non lo conosce (ma non sorprende certamente noi, amici dai tempi dell’università).

Davanti ad una pizza margherita ancora fumante – con la moglie, fotografa per l’occasione – Antonio tiene banco con battute ed aneddoti.
Scherza, ride, coinvolge, rende semplice ciò che risulta complicato (credo sia la sua dote migliore e sono felice che non l’abbia persa!).

Come in facoltà.
Come vent’anni fa.

Carlo ed Olga, la bussola

Carlo&Olga sono i perfetti padroni di casa.
E’ sempre stato così.

Da giovani matricole fino alla tesi di laurea, Carlo&Olga organizzano, convocano, ospitano, fissano luogo e giorno della rimpatriata.

Le nostre bussole temporali.
I riferimenti del gruppo.
Da vent’anni.

Amici, dall’università ad oggi …

Le feste sono un buon periodo per rivedere gli amici.
Soprattutto chi si è trasferito oltre i confini regionali e torna per il ponte natalizio.

Così giunge la notifica di Carlo: appuntamento ore diciannove.

L’incontro, i saluti, gli abbracci, passeggiamo – le luci delle feste rendono la serata tiepida e colorata – poche parole per recuperare gli anni persi, sguardi d’intesa, la confidenza colma il tempo trascorso.

Parliamo del futuro, nuovi obiettivi da raggiungere.
Una finestra sul passato è obbligatoria: Giuseppe è a Dubai? Luciano insegna, Marco si è reinventato un lavoro …

E non ci importa se usciamo dalla pizzeria mentre orde di giovani entrano e beviamo un caffè quando la serata per gli altri inizia.
Ci siamo divertiti.

A presto, amici.

Estate, quanto costa una pizza?

E la margherita vola in estate …

Il prezzo di una pizza oscilla di città in città (e di quartiere in quartiere) e come gli investimenti in borsa, occorre capire dove e quando ingozzarsi.
A questa fluttuazione geografica, poi, va aggiunta anche una naturale impennata verso l’alto con l’avvicinarsi dell’estate.

Una mia indagine sul campo (anzi, in pizzeria) svela il mistero che attanaglia il consumatore medio: perché il costo di una margherita aumenta con la bella stagione?

I risultati dell’indagine

Il campione da me esaminato è esaustivo: la tipica pizzeria nei pressi di un ufficio, un ristorante in centro città, un locale per turisti in una nota località di vacanza.
Il risultato al quale sono giunto è scioccante, azzarderei «mostruoso».

Ma partiamo con ordine (il totale calcolato comprende una bibita ed il pasto è ingurgitato a tavolino – mancia esclusa).

Estate, quanto costa una pizza?

Pizze da pausa pranzo: 5-7€

Con il sacrificio e la professionalità che da sempre contraddistinguono le mie inchieste, per quaranta settimane consecutive (da settembre 2013 ad aprile 2014) ogni mercoledì consumo la pausa-pranzo della mia dura giornata lavorativa in diversi locali prossimi all’ufficio.

Per approfondire e non lasciare nulla al caso, ingurgito margherite (con e senza mozzarella di bufala), ripieni, pizze al prosciutto e semplici marinare (con pomodoro, aglio, origano ed olio).
Il mio fine palato mi impedisce di trangugiare pizze ai frutti di mare e vegetariane varie.
Conto medio della pausa-pranzo: dai 5 ai 7 euro.

Pizze in un ristorante: 10€

Durante una fredda serata di pioggia trovo riparo in un ristorante al centro di Napoli.
E’ l’ora di cena, i morsi della fame battono l’indecisione dieci a zero e dopo pochi istanti sono seduto al calduccio: ordino ed una margherita DOP fumante appaga il desiderio.
Costo medio della tentazione: 10 euro.

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Pizza ad Ischia: 13€

In un elegante locale di Ischia, due giovani cantanti intrattengono i turisti con tradizionali melodie partenopee.
I camerieri indossano ricercati abiti d’epoca e comprendono tutte le lingue del mondo.

Mangio una morbida marinara mentre osservo con curiosità un gruppetto di anziani tedeschi lasciarsi andare sotto le note «Io sono un italiano, un italiano vero».
Tablet e smartphone riprendono le performance degli artisti.
A fine serata non saprei dire se i teutonici si sono sparati più selfie oppure deglutito più boccali di birra.
Costo della serata turistica: 13 euro.

Cerco collaboratore per nuova indagine

Che tu sia un impiegato, un cittadino qualsiasi oppure un turista sappi che il prezzo della pizza – come la Legge – non è uguale per tutti: la pizza ischitana, nello stesso ristorante, in inverno costa la metà (cioè un prezzo normale).

Per amore della verità, indagherò anche sui pranzi a base di pesce: sono convinto che anche in questi puzzolente casi, le sorprese non manchino.
Attendo sponsor oppure un collaboratore disposto ad investire.


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L’Amore è … un trancio di pizza ed un gianduiotto?

L’Amore con la “A” maiuscola

Non tocca certo a me descrivere l’Amore, quello con la “A” maiuscola intendo.
Per comprendere questo sentimento inspiegabile, si possono consultare i versi dei sommi Poeti oppure – per chi ama i peccati di gola  – gli aforismi dei Baci Perugina.

D’altronde, è noto pure ai sassi: in questo blog mi occupo di «mostri» e nessuno pretende che in un post (breve per rispetto del Lettore) sbrogli una matassa complicata in cerca di una soluzione da duemila anni e passa!

Posso, però, aggiungere all’enciclopedia esistente sull’argomento una nuova, insignificante osservazione: il vero Amore si evince (anche) in cucina.

L'ingordigia amorosa è pur sempre amore

L’amore in cucina

Il teorema è presto spiegato con due semplici esempi.

Mangio la pizza con la tecnica del Sistema eliocentrico: il centro della Pizza è l’ultimo, prelibato boccone da gustare ed intorno al quale gira la degustazione di tutte le altre fette.

Ebbene, giunti al fatidico morso finale – quel piccolo, morbido e succulento trancio rettangolare ricco di mozzarella e pomodoro –  guardo negli occhi la mia dolce metà ed amorevolmente le  chiedo (preoccupato, l’ammetto): «mica lo vuoi?».

E lei garbatamente rifiuta conscia del sacrificio affettuoso a cui mi sono (volontariamente) esposto.

Il sano egoismo

Un piccolo dolce dopocena è obbligatorio: rafforza lo spirito, gratifica l’animo e rende i «mostri» quotidiani meno orribili.

Dallo scatolo estraggo l’ultimo, gustoso gianduiotto.
Osservo con ingordigia il piccolo dessert a forma di barca rovesciata avvolto in una leggera carta dorata per la delizia delle mie papille gustative e poi la vista si sposta sul mio pargoletto: padrone del divano, col telecomando ben stretto tra le mani, ride mentre guarda in TV le avventure di Tom e Jerry.

Offro l’ultimo cioccolatino al marmocchio: senza distogliere lo sguardo dallo schermo, inghiottisce il pasticcino con un sol boccone.
«Me ne dai un altro papà?» chiede l’ignaro.
«Sono finiti, era l’ultimo» rispondo e divertito penso all’ingenuo e sano egoismo dei bambini.

Non è forse vero che l’Amore si manifesta anche attraverso la rinuncia volontaria, consapevole e gioiosa all’ingordigia culinaria (e non)?


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