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Tag: pista ciclabile

Costretto ad acquistare un carro armato rosso

La lotta dell’eroico ciclista napoletano

Costretto ad acquistare una nuova bici.
Dopo tre anni (e cinquemila chilometri), il tragitto casa-lavoro-casa, si trasforma in un lungo giro sulle montagne russe.
Anzi, montagne napoletane.

Perché pedalare lungo quel maledetto pavimento di sampietrini che tappezza molte arterie della città, genera una micidiale successione di vibrazioni.
Microcolpi che girano intorno la ruota, superano gli ammortizzatori, salgono lungo il manubrio della bici, si conficcano nella spalla, colpiscono la schiena.

Leggere martellate continue nel tempo.
Piccoli aghi che, ad ogni sobbalzo del mezzo sulle pezze di asfalto disseminate ovunque, si conficcano nel corpo del sottoscritto (e di tutti gli eroici ciclisti napoletani).

Dopo tre anni (e cinquemila chilometri), smetto di soffrire: vendo la mia prima bici a pedalata assistita e salgo sul carro armato rosso.

Il carro armato rosso: la mia nuova bici a pedalata assistita

Il nuovo carro armato rosso

Se vivessi a Stoccolma, avrei la mia bella pista ciclabile ad attendermi ogni mattina.
A Napoli, invece, ci arrangiamo con la pista ciclabile immaginaria (la più lunga d’Italia, peraltro).

Per sua stessa natura, non prevede manutenzione.
Dunque, se utilizzi la bici per recarti al lavoro – a tuo rischio e pericolo – conviene dotarsi di un mezzo idoneo.

La scelta ideale cade su un carro armato rosso a due ruote.
Un mezzo massiccio, robusto, capace di affrontare senza esitazione i «mostri» presenti lungo la suddetta pista ciclabile immaginaria.

E annientarli.

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Carro armato rosso: una scelta obbligata

Il mio nuovo carro armato rosso respinge le malefiche vibrazioni, procede con sicurezza sulla pavimentazione sconnessa, non teme le montagne russe napoletane.

Ma, per il sottoscritto, resta una scelta obbligata ed eccessiva.

Un acquisto forzato per contrastare l’assenza di cultura ciclistica, una decisione necessaria per continuare a pedalare in una città dove la politica per incentivare la mobilità sostenibile, resta un’utopia.

Il carro armato rosso o lo stop forzato.
Dovevo scegliere.

Per amore della libertà, scelgo il carro armato rosso.

La mia nuova bici a pedalata assistita


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Fate presto: la pista ciclabile immaginaria più lunga d’Italia sta sparendo!

A Napoli, la pista ciclabile immaginaria più lunga d’Italia

Da bravo ciclista napoletano ne sono convinto: la pista ciclabile immaginaria presenta molteplici aspetti positivi.

L’iniziativa del Comune va lodata.
Evidenzio tre caratteristiche che, nel corso delle tante rischiose pedalate per Napoli, ho apprezzato:

  • la pista ciclabile immaginaria non sottrae spazio agli automobilisti in cerca di parcheggio, sempre stressati e con le fiamme negli occhi per il caos urbano (peraltro, generato da loro stessi)
  • zero costi di manutenzione (difatti, sta sparendo)
  • da un momento all’altro, la pista ciclabile immaginaria può nascere in qualsiasi quartiere.

Oltre ai suddetti, innegabili vantaggi per le Istituzioni, la pista ciclabile immaginaria stimola chi ama pedalare per Napoli.
Perché la mattina, se prendi la bici per recarti al lavoro, sei certo di trovare un percorso dedicato a te, coraggioso ciclista-guerriero.

Un percorso sbiadito disegnato per terra.
Un geroglifico con due ruote ed un manubrio che ti guida, incerto, lungo il sentiero.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile immaginaria

Via Duomo, quando il miracolo?

Le foto le scatto tempo addietro mentre pedalo per via Duomo, a poche centinaia di metri dalle spoglie del patrono della città.

Dalla sella della e-bike, percorro la pista ciclabile disegnata lungo la ZTL, un pezzo sbiadito, l’altro occupato da un’auto in sosta selvaggia, un ultimo tratto cancellato dalle intemperie.
In un lampo di misticismo, medito speranzoso:

Dovrei parlare con San Gennaro che, poco distante, ogni anno ripete il miracolo. Una vera pista ciclabile, un miracolo, appunto.
Che un giorno, sono sicuro, si realizzerà.

E così, durante il viaggio lungo il sentiero invisibile dedicato ai ciclisti napoletani, mi domando perché mentre nel resto d’Europa si investe nella mobilità alternativa, da noi la bici è considerata un mezzo per pochi intimi.
Anzi, la bici non è affatto considerata un mezzo di trasporto.

Supero via Duomo, giungo nella bella e larga via Foria.
Stavolta, nessun geroglifico col manubrio lungo la strada.
Procedo cauto verso l’inferno metropolitano del Museo, con lo smog alle stelle e il maxi ingorgo quotidiano ad attendermi.

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La (sola) certezza

Dopo chilometri a rischio e pericolo personale, maschere antismog, imprecazioni contro l’assenza di cultura ciclistica, indignazione per la perenne indifferenza della politica, la pista ciclabile immaginaria resta ancora l’unica certezza per chi ama pedalare per Napoli.

Altri segnali concreti: nessuno.
Risultati raggiunti dai vari governi cittadini : zero.

Insomma, salviamo la pista ciclabile immaginaria!
Fate presto: quel geroglifico con le due ruote ed il manubrio sta sparendo.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile immaginaria sta sparendo


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Perché (da tre mesi) nessuno raccoglie il pneumatico al centro della pista ciclabile immaginaria? [FOTO]

Dicembre 2017, spunta il pneumatico incivile

L’osservo da oltre tre mesi.

Ogni giorno, nel tragitto casa-lavoro, dalla sella della mia e-bike studio l’evoluzione del pneumatico incivile abbandonato al centro della pista ciclabile immaginaria di corso Malta, a poche centinaia di metri dal Centro Direzionale di Napoli.

Lo ricordo come se fosse oggi: comparve in un freddo giorno di metà dicembre (2017), da allora vive indisturbato vicino al marciapiede.

Eppure, ad un occhio attento, non sfugge il dettaglio: la strada risulta pulita, segno che viene spazzata ed i rifiuti «normali» raccolti in un mucchietto a far compagnia al pneumatico incivile.

Dunque: perché il piccolo «mostro» nero non viene rimosso?

A chi tocca raccogliere il pneumatico al centro della pista ciclabile immaginaria di corso Malta?

Pneumatico, a chi tocca raccoglierlo?

A chi tocca rimuovere il pneumatico incivile?

La domanda – seppur ovvia – ricade nella sfera della burocrazia malata.

Mi ricorda la questione della fontana pubblica che perdeva acqua.
Una serata trascorsa al telefono per capire a chi toccasse intervenire: non è compito dei Vigili del Fuoco, all’ABC Napoli non compete perché la fontana è in un parco pubblico, non tocca nemmeno ai giardinieri, al Comune mi rimandano ai Vigili Urbani.

Finché un Vigile volenteroso si adopera e la questione si risolve.

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Pneumatico incivile, come finirà?

Il pneumatico incivile è vittima della burocrazia malata.

Gli operatori ecologici spazzano lungo il marciapiede ma non raccolgono il rifiuto speciale.
Gli altri impiegati dell’ASIA Napoli non intervengono, non rientra nei loro (specifici) compiti.

Nel mentre, le intemperie provvedono e il pneumatico incivile, piano piano, si consuma.

Ma il «mostro» è duro a morire e la sua presenza inceppa il gigantesco (e milionario) ingranaggio della raccolta dei rifiuti.

Resterà lungo la pista ciclabile immaginaria di corso Malta, a poche centinaia di metri dal Centro Direzionale, finché un operatore ecologico, armato di buona volontà, con un gesto rivoluzionario, lo preleverà.

Ancora una volta, il rimedio contro la lacuna organizzativa, dipenderà dalla volontà del singolo.


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A Napoli la pista ciclabile più sbiadita d’Italia [FOTO]

La pista ciclabile? Compare e scompare

Felice, osservo il disegno della bici mentre pedalo baldanzoso lungo la pista ciclabile di via Duomo, nel cuore di Napoli.

In alcuni punti, lo schizzo è ben evidente, in altri si dilegua lentamente fino a sparire.

A dirla tutta, non si tratta di una pista ciclabile classica – un lato della strada riservata alle bici – ma, per usare un eufemismo, di una buona intenzione.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile sbiadita

La pista ciclabile disegnata sulla strada

Disegnare una bici lungo la strada per delimitare uno spazio fisico, equivale ad immaginare una pista ciclabile senza costruirla.

Un progetto rimasto sulla carta realizzato col minimo sforzo.

Perché la manutenzione della pista ciclabile immaginaria è pressoché nulla: anche nella centralissima via Toledo il tratteggio della bici indica un possibile percorso dedicato che, puntualmente, sta svanendo nell’indifferenza generale.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile sbiadita

Come il giovane Indiana Jones

Continuo a pedalare lungo via Duomo.
Incuriosito, aguzzo la vista.
Mi sento come il giovane archeologo Indiana Jones che, col pennellino, sposta la polvere dai reperti per scovare l’opera d’arte nascosta.

Qualche traccia è più evidente, altre sono sparite del tutto.

Auto, moto e passanti ignorano completamente l’esistenza della pista ciclabile immaginaria.

Addirittura, una macchina parcheggia sul disegno di una bici e costringe i ciclisti ad una deviazione lungo l’illusorio percorso riservato!

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile sbiadita

Quando una vera pista ciclabile?

Mi chiedo: quale il senso?
Dovrei parlare con San Gennaro che, poco distante, ogni anno ripete il miracolo.

Una vera pista ciclabile, un miracolo, appunto.
Che un giorno, sono sicuro, si realizzerà.

Nel mentre, qualcuno armato di pennello, vernice (meglio se indelebile) e buona volontà, potrebbe ridisegnare le bici lungo la strada?
Fate presto però: la pista ciclabile di via Duomo sta scomparendo!


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La nuova Piazza Garibaldi di Napoli: dov’è la pista ciclabile? [FOTO]

Piazza Garibaldi: bici, queste sconosciute

La nuova piazza Garibaldi di Napoli, dopo anni di lavoro, è quasi terminata.
Però, manca la pista ciclabile.

Il cantiere è ancora incompleto ma, della strada dedicata alle biciclette, nessuna traccia.

Nonostante i mille dibattiti sulle smart city, le buone intenzioni dei politicanti di turno, i propositi delle associazioni di settore, gli inviti a non utilizzare l’auto privata, restano due dati desolanti:

  • a Napoli, il bike sharing è fermo
  • alla nuova stazione centrale, nessun segnale della pista ciclabile.

Tutto il resto, sono chiacchiere inutili.

La nuova Piazza Garibaldi, dov'è la pista ciclabile?

Piazza Garibaldi, lo spazio c’è

In bici, ogni giorno (lavorativo), attraverso piazza Garibaldi.
Ed ogni giorno osservo i possibili spazi da utilizzare per costruire la pista ciclabile.

La strada davanti la stazione è larga, l’area dedicata allo sosta degli autobus abbastanza estesa da prevedere un percorso dedicato alle bici.

Dalla stazione, bastano poche pedalate per raggiungere il vicino corso Umberto, altra via congestionata, da liberare dalla morsa dello smog.

L’arteria che porta diritti nel cuore della città.

La nuova Piazza Garibaldi, dov'è la pista ciclabile?

Da piazza Garibaldi al corso Umberto (in bici)

In bici, impiego una manciata di minuti: dall’area di sosta degli autobus, svolto a destra (e lascio alle spalle la stazione centrale), pedalo lungo una breve strada a due corsie – sempre attento alle auto e scooter che sfrecciano a tutta velocità – strada abbastanza ampia per ospitare la sospirata pista ciclabile.

A destra, il cantiere ancora aperto (futuri giardinetti?), sulla sinistra l’ingresso alla galleria di negozi.

Un piccolo bivio, poi il semaforo: giro intorno alla grande area che ospita la statua di Garibaldi e sono sul corso Umberto.

La nuova Piazza Garibaldi, dov'è la pista ciclabile?

Le domande di un cittadino normale

Il progetto di piazza Garibaldi, non prevede la pista ciclabile?
Nel 2017, ammoderniamo quartieri senza contemplare il passaggio delle bici?

Come risolvere – in concreto! – il grave problema dell’inquinamento se non aiutiamo i coraggiosi ciclisti metropolitani?

Domande di ordinaria anormalità che attendono, da sempre, risposte convincenti dalla politica.

La nuova Piazza Garibaldi, dov'è la pista ciclabile?

Pista ciclabile, utopia?

Immagino lo sconforto di chi, come il sottoscritto, crede in una viabilità alternativa.

Perché, se nemmeno nella nuova piazza Garibaldi, si progettano le piste ciclabili, allora dove immaginiamo di costruirle?

E le Istituzioni, tanto attente ad invitare i cittadini a non utilizzare l’auto privata e proporre le targhe alterne come soluzione unica alla quotidiana battaglia contro le polveri sottili, come giustificano tali scelte?

A Napoli, le piste ciclabili, restano un’utopia?

Non cederò alla sciatteria dei soliti «mostri», il sottoscritto continua a pedalare.

Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.
(Herbert George Wells)

La nuova Piazza Garibaldi, dov'è la pista ciclabile?


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