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Tag: motori di ricerca

Link in uscita, per approfondire (e crescere in autorevolezza)

Link in uscita, la forza del web

Discuto con il mio amico Lorenzo Izzo (L’unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene) sull’importanza dei link in uscita in un post.

Mi chiedo: in un arcipelago, può esistere un’isola scollegata dalle altre?
Credo proprio di no.

Il distacco provoca l’assenza di comunicazione che, per un sito web, rappresenta la morte (virtuale).

In Rete, dunque, l’embargo non ha senso.
Anzi, contraddice la natura stessa di Internet: un mondo in perpetuo movimento nel quale le informazioni viaggiano da sito in sito ed il navigatore rimbalza per approfondire.

Rifletto mentre studio Google Analytics e mi soffermo sulla frequenza di rimbalzo!

Link in uscita: l’approfondimento

In un post, il link in uscita  rimanda ad un approfondimento.

L’ipertesto è il collante della Rete, il mezzo col quale il cyberspazio si relaziona, il laccio utilizzato dai motori di ricerca per spedire il viaggiatore direttamente alla meta.

Senza link, il web rischia di divenire … asocial.

Link in ingresso? Sintomo di autorevolezza

Il rovescio della medaglia:  il link in ingresso.

Ricevere un collegamento, essere una fonte di approfondimento, rappresentare un ponte nell’arcipelago (infinito) del web è sintomo di autorevolezza.

Se il sito che ci linka ha un ruolo di primo piano, la citazione è indice di affidabilità – azione molto gradita da Google e compagni (vedi SEO).

Pensiamo a quanti inseriscono nei post dei rimandi a Wikipedia: di fatto, la Rete stessa conferma l’affidabilità dell’enciclopedia online, libera e collaborativa.

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Linkare è gratificante!

Caro Lorenzo, credo tu concorda: senza link in uscita, le nostre case digitali rischiano l’isolamento.

Dopotutto, essere una fonte di approfondimento gratifica lo spirito 🙂


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Come svelare la personalizzazione di Google (il venditore)

L’esperimento

Digitiamo su Google «Pasqua a Napoli».
La frase racchiude diverse interpretazioni: religiose (tradizioni), turistiche (un viaggio), culturali (alla scoperta delle chiese), economiche (pernottare in hotel).

Il risultato sarà diverso a secondo di chi cerca: Google (e gli altri motori di ricerca, facebook ed amazon) rispondono personalizzando l’esito ed adattandolo ai gusti del richiedente.

I filtri

Ogni utente collegato alla Rete regala un’enorme quantità di dati sulla propria vita privata in cambio di servizi gratuiti (motori di ricerca, news, social network, shop online …).
Il singolo click, la visita ad un sito, la lettura di un post, un ingenuo “Mi piace”, un “+1” determina la propria reputazione digitale sfruttata dai siti web per personalizzare i risultati.
Google ci propone un mondo su misura, ogni aspetto del quale corrisponde perfettamente ai nostri gusti, interessi e desideri.

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Il test

L’esperimento è semplice: digitiamo su Google «Pasqua a Napoli» e pubblichiamo i risultati dei primi link trovati.
Dimostreremo che le risposte variano da persona a persona (perché dipendono dalla propria storia in Rete).
Il motivo è ovvio.
Dietro ad elaboratissimi algoritmi si cela un obiettivo volgare: le grandi aziende (possessore dei nostri dati personali) vogliono invogliarci all’acquisto.
Siamo solo consumatori non persone.

I miei risultati

1 BBItalia.it, un post sulle tradizioni pasquali con proposte di Bed&Breakfast di Napoli e dintorni
2 un post pasquale sul blog dell’hotel Villa dei Medici a Bagnoli
3 la pagina Google+ di “Napoli da Vivere” con gli eventi di marzo ed aprile
4 Cookaround.com con le ricette pasquali  campane

Ora tocca a te.

Il test per svelare la personalizzazione di Google (il venditore)


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Mi dica pure (un commento non si nega a nessuno)

Il navigatore tuttologo

Il mondo dei social network, tramite il coinvolgimento attivo dei propri iscritti, genera mode, crea tendenze e decreta il successo oppure il fallimento di una qualsiasi iniziativa.

Nel we2.0 il navigatore è una risorsa da sfruttare, un cliente al quale estirpare un commento, l’esperto in ogni settore pronto a sparare opinioni sui temi d’attualità, una recensione sull’opera teatrale oppure sul premio Oscar, un consiglio sul piatto tipico del Bangladesh, un giudizio sulla politica estera del Pakistan ed un voto nel sondaggio del giorno per stabilire la miglior carta igienica in circolazione.

A dispetto dell’iperattività del tuttologo virtuale, restiamo inermi difronte alle sentenze dei motori di ricerca.

Fiducia cieca in Google

Da internauti ingenui, demandiamo a Yahoo! e compagni la navigazione, ci fidiamo delle risposte, raramente eseguiamo controlli incrociati sui risultati di una ricerca.

Come dei bambini presi per mano dalla mamma, davanti a Google diveniamo adulti sempliciotti privi di senso critico, persone assuefatte, percorriamo l’unica strada possibile.

Consegniamo le chiavi dei nostri pensieri e nudi attendiamo felici di essere condotti.

L’ecosistema necessita degli escrementi

Ma, come la Natura insegna, l’equilibrio di un ecosistema necessita anche degli escrementi del più miserevoli dei parassiti ed il nobile principio vale pure nell’iperspazio.

Difatti, il compito del tuttologo – a sua insaputa – è fondamentale per ristabilire la democrazia della Rete: nonostante non indaghi mai sulla veridicità della fonte di una notizia, l’incauto mitraglia di commenti qualsiasi pagina gli capiti a clic e la spazzatura generata permette la diffusione di notizie dirette saltando i filtri imposti dagli avanzatissimi algoritmi dei motori di ricerca.

Per alimentare questo processo di giustizia sociale (basato sull’entropia), da oggi anche su faCCebook sarà possibile lasciare un commento utilizzando il proprio account facebook, la madre dei tuttologi social.

Trovo questa innovazione – figlia dei nostri tempi – davvero interessante.
Concordi?


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