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Tag: globalizzazione

Vicini ma non troppo [Domande perBeni]

Amore condominiale

“Caro Beni,
due giorni fa ho iniziato la relazione con una vicina, sposata con un carabiniere e con una figlia di 7 anni. Nel condominio si è saputo sei secondi dopo il nostro primo bacio, eravamo a casa mia.
Come possiamo continuare se i vicini sono spie della CIA?
Vorrei evitare che la Beretta del marito facesse breccia nel mio cuore.”
Condomino89

Attrazione fatale in condominio

Antonio P. Beni risponde

Mio caro Condomino89,
non ci crederai ma sono stato anch’io un vicino.

So che nell’immaginario dei miei fans appaio come un nobile intellettuale da assaporare la sera davanti al camino.
Come un brandy invecchiato diciannove anni.
Ma per nove giorni sono stato anch’io un plebeo come voi.

In quei nove giorni, oltre a riacquistare l’uso delle gambe e braccia, pensa che non c’era nessuno a lavarmi i denti, scoprii il micro clima del condominio.

Nell’era della globalizzazione, ogni prima espressione dell’uomo è di divisione.

Dal villaggio globale di McLuhan, l’uomo tende a diventare cittadino di una nazione, poi di una regione, poi di una città, poi di un quartiere ed infine, se gli va male, di un condomino.

Le divisioni poi non terminano qui.
Il problema che ogni divisione diventa poi moltiplicazione.

Dal condominio le notizie viaggiano verso il quartiere, poi città, poi regione, poi nazione, fino al villaggio globale.
Una o più di queste moltiplicazioni potrebbe intercettare il carabiniere e tu potresti essere intercettato dalla sua pallottola.

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La soluzione

Il vostro problema, tuo e della fedifraga dal terzo piano, è molto serio.
Per fortuna, in quei nove giorni in cui misi a repentaglio la mia reputazione per colpa di Silvio Orlino, un anziano signore operato ai testicoli due anni prima, riuscii a trovare la chiave matematica per rendere nulle le operazioni.

La cedo a te, sperando che la preserverai come fosse un figlio legittimo, come l’ultima fetta di pastiera, come l’ultima sigaretta da ex tabagista.

Domani mattina, bussa alla porta della tua amante, appena lei aprirà tu dovrai dire sotto voce, mi raccomando che sia impossibile da sentire così che tutti sentiranno, che sei venuto a conoscenza che la signora del quarto piano è l’amante sia dell’amministratore, sia del portiere del palazzo e due giorni fa per ottimizzare i tempi ha organizzato una orgia.

Poi, sempre come se fosse un segreto che neppure a te stesso vorresti raccontare, annuncia che hai saputo che il costruttore, in un bar di Nepi, dopo otto birre analcoliche, ha dichiarato che il condominio è prossimo al crollo, dato che ha usato il DAS al posto del cemento.

Vedrai che il moltiplicatore di notizie arriverà al Villaggio Globale in pochi minuti, e potrai anche presentarti nudo dalla tua amante.

Nessuno è interessato a vecchie notizie, soprattutto se sono banali.
Parafrasando un noto affabulatore, “è il nuovo che avanza”.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    Alla ricerca dello scatto perfetto da condividere …

    La pineta magica

    Non resisto, mi fermo ed osservo i colori incantati del sottobosco.
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    La magica pineta di Varcaturo: lo scatto perfetto da condividere

    Mentre il social ingrassa …

    Il social ridacchia ingordo: con la bava alla bocca, il «mostro» attende un click, il suo grasso quotidiano con il quale alimenta la ciccia con foto, commenti e post dei reporter sparsi per il mondo.
    La realtà locale trasmessa in diretta planetaria, potenza della tecnologia.

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    … io cerco lo scatto perfetto …

    Armato di smartphone, inquadro il sottobosco rosa e scatto.
    Accedo alla galleria fotografica del cellulare, l’immagine è mossa.
    Cancello.
    Riprovo.
    Stavolta la messa a fuoco è andata ma i colori sono sbiaditi e non rendono giustizia al luogo: elimino.
    Aumento la risoluzione della fotocamera, modifico le impostazioni della luce.
    Provo, riprovo, guardo, smanetto, spengo il cellulare, riavvio, fotografo, elimino, riprovo.

    Finalmente lo scatto perfetto!

    … da condividere

    Bene, ora non mi resta che condividere la foto sui miei profili social ufficiali: la fan page facebook, il cinguettiio twitter, su Google+ e l’account Instagram.

    Nascosto nel bosco, al confine con Lago Patria alle porte di Napoli, il segnale 3G è utopia. Un modesto “E” segnala la debole connessione dati.

    Propongo il capolavoro su Instagram con l’esito: “Caricamento non completato”.
    Lancio un cinguettio ma il tweet resta sospeso nell’etere.
    Google+ non ne vuol sapere.
    Facebook risulta aggiornato all’altro ieri e non carica le news.

    Sconsolato, depongo le armi, saluto i ciclamini rosa e batto in ritirata.
    Ho perso più tempo nel provare a condividere la foto che a godermi l’evento.


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    Lavoro, la vera alternativa non è il piano B

    Generazione Fantozzi

    La ripresa economica? Un cavallo che insegue la carota

    Basta, è giunto il tempo del piano B.

    Stanco di inseguire la ripresa economica come un cavallo con la carota davanti la bocca, medito una alternativa concreta (start up).

    La generazione-Fantozzi con sacrificio e qualche ideale in più è vissuta con la certezza del lavoro, concetto cancellato per noi giovani del duemila (new generation).

    Per mascherare l’amara verità, i media ed i politici ci bombardano: non esiste più il posto fisso, bisogna rimboccarsi le maniche e convincersi che la crisi economica – dopotutto – genera nuove opportunità (job act).

    Ed io, ottimista per natura, voglio crederci (I want to believe)

    Aggiorno periodicamente il profilo Linkedin, incremento le conoscenze tecniche (skill), partecipo a forum informatici (programmer analyst), studio costantemente (knowledge) e miglioro l’inglese (well done!).

    Ma non basta.

    Il perchè della crisi

    Perché la crisi – non circoscritta ad un periodo di tempo limitato – non indietreggia di un centimetro e da tempesta passeggera è divenuta oramai quotidianità.

    Perché la politica incentiva le nuove assunzioni precarie ma non garantisce il mantenimento duraturo del lavoro per i pochi fortunati che ne hanno (ancora) uno.

    Perché se è vero che non esiste più il posto fisso è altrettanto innegabile che – se licenziato – un giovane di quarant’anni non troverà un’altra occupazione.

    Rammento a me stesso: devo essere realista.

    Conscio che una tempesta nel sud est asiatico oppure una giornata di sole eccessivo in Florida implicano una crisi economica planetaria con conseguente taglio del 40% del personale di una qualsiasi multinazionale in tutto il mondo, non resta che vivere giorno dopo giorno con un ritrovato equilibrio.

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    Il piano B

    Col sorriso e convinzione, investo un euro a settimana nel Super Enalotto ma confido anche nella pensione con una giocata spot al WinForLife.

    Perché per battere gli effetti imprevedibili ed incontrollati della globalizzazione ed affrontare il futuro prossimo con ottimismo e positività, razionalmente concludo che il piano B non serve: oggi non resta che affidarsi ad un grande lato B (the End).

    Lavoro e piano B? Meglio il latoB per battere la crisi economica


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