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Tag: giovani

Il gioco del quindici per la Millennial Generation

Il gioco dei quindici per la Generazione Y

I numeri da 1 a 15, una cella vuota.
Appena il mio sguardo incrocia il quadrato con le cellette rosse e bianche, la mente torna a quando ero bambino.

Il gioco del quindici, da piccolo, era tra i miei passatempi preferiti.
Le dita sottili scorrono lungo il quadrante con l’agilità della giovane età, sposto i numeri in modo fluido senza intoppi.

Alla ricerca della successione perfetta: ordinare (in modo crescente o decrescente) il caos.
Come un minestrone nel quale separare gli ingredienti.
Un bell’esecizio di manualità, applicazione, divertimento.

Mi chiedo: oggi, nel ventunesimo secolo, tra videogames, smartphone e Whatsapp, esiste un eroico adolescente che prova ad ordinare i numeri?
Il gioco del quindici, è un perfetto sconosciuto per la Generazione Y?

Il gioco del quindici sconosciuto alla Millennial Generation?

Gioco minuscolo o mani giganti?

Acquisto il magico passatempo.
Esco dal negozio, non resisto alla tentazione.
Mi accomodo sulla panchina, emozionato, apro e provo subito.

Nonostante il trascorrere del tempo, le tecniche le ricordo bene: sposto a sinistra, la cella verso il basso, poi torno su, muovo a destra e l’UNO è al primo posto.
Tocca al DUE …

Però ora le celle non scorrono con fluidità come quarant’anni fa.
Il pollicione non vola sul quadrante.
Le dita occupano due celle invece di una.

Possibile che, per risparmiare, abbiamo ridotto le dimensioni del gioco del quindici?
Oppure sono le mani del sottoscritto cresciute a dismisura?

Perplesso, rientro nel negozio.
Mentre acquistavo il gioco del quindici, il terzo occhio registrava l’immagine.

Gli Shangai!

Quelle simpatiche asticelle colorate, da prelevare con la pazienza orientale … da piccolo ci giocavo sempre … era divertente … o no?


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Il mio compleanno speciale

45 anni, evento irripetibile

Sono entusiasta, compio quarantacinque anni.
La notizia è ufficiale: oggi ventisei novembre è il mio compleanno ed è un compleanno speciale.
Mi spiace solo di non poter ripetere l’evento, dunque mi godrò la giornata appieno prima che fugga via.

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L’età di mezzo

Quarantacinque anni, l’età perfetta.

Adulto e giovane, dipende dall’occasione e dal contesto.
Uomo maturo per le decisioni importanti, giocatore di calcetto per una partita senza senso tra vecchi amici.
Professionista nel mondo del lavoro, turista per caso nel weekend.
Insegnante per i giovani, allievo degli anziani.

L’età nella quale vale il tu ed il lei (o il voi per chi vive al sud), dipende dagli occhi di chi ti guarda.

Quarantacinque anni, sono ideali per godersi la vita.
Basta capirlo.

Il mio compleanno, 45 anni età perfetta!

Il mio compleanno, 45 anni età perfetta!

Presbiopia, effetto collaterale del 45

«Dottore inizio a non vedere bene da vicino» ammetto durante la visita oculistica annuale.
«E’ normale per la sua età» sentenzia il medico mentre scrive apatico il referto.
«Comunque ho risolto: per leggere allungo le braccia» ribatto felice come se avessi scoperto l’invenzione del secolo.
«Prima o poi le braccia terminano» risponde asettico l’uomo abituato a smontare l’entusiasmo dei quarantenni presbiti.

Il «giro di boa» può attendere

Guardo indietro ed osservo il tratto già percorso, non breve ma nemmeno chilometrico.
D’avanti la strada da esplorare è ancora lunga, scruto lontano ma non vedo l’orizzonte (la miopia, in questo caso, aiuta).
Buon segno.

Dopotutto non sono ancora giunto nemmeno nel dantesco mezzo del cammin di nostra vita, un’amica mi suggerisce i cinquanta come «giro di boa».
Ottima idea, accetto il consiglio.

Il mio regalo di compleanno per te

Oggi, 26 novembre 2015, il download dell’ebook da Amazon Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli è gratuito!
E’ un regalo per tutti voi Lettori che seguite con fedeltà le nostre sorti lavorative (come già specificato, tutti i profitti comunque andranno in beneficenza).
Il relativo PDF, ovviamente, è sempre disponibile e gratuito.

Scarica l'ebook gratuito "Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli"

Il tuo regalo di compleanno

«Mario, che regalo desideri?» chiedo a me stesso.
«Nulla, ho già tutto» rispondo al sottoscritto.
«Ti conosco meglio di me stesso, è il giorno del tuo compleanno, sento che desideri qualcosa» il mio alter ego è testardo.
«Sbagli Mario, non cosa desidero ma chi desidero» correggo la mia coscienza.

Vorrei che tu – dico proprio a te che leggi il post in questo momento – dopo aver cliccato su “Mi Piace” e condiviso l’articolo sui social, mi telefonasti.

E’ vero, amico mio, non ci sentiamo da tempo e quale migliore occasione per rompere il ghiaccio?

Drin drin drin … il cellulare squilla, se tu vero? 🙂


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Pariare, il verbo più utilizzato dai giovani

Pariare, il significato

Il divertimento a spesa altrui, una presa in giro più o meno innocente, lo scherzo pesante – stile anziano militare verso la recluta – oppure la derisione di un professore (a sua insaputa), lo scherno del gruppo nei confronti del più indifeso.

«Pariare» è il verbo più utilizzato dai giovani nostrani ed il «pariamento» avviene ovunque ci siano uno o più teenegers che dibattano.

Pariare: i film di Alvaro Vitale sono un campionario di parieamenti

Il contesto

Il termine assume significati diversi a secondo del contesto: può trattarsi di un’azione leggera (un giovane chiede ad un amico: «pariamm?» significa usciamo e ci distraiamo) o un gioco crudele («pariamm?» significa prendere di mira una persona specifica fino a sconfinare nel bullismo più becero).

L’evoluzione del linguaggio

Quando posso, ascolto sempre con estremo interesse le discussioni (spesso in un linguaggio opinabile  e con intercalari discutibili) tra adolescenti.

Affermazioni tipo: «stasera pariamm a quattro?» sono frequenti e consiglierei ai grandi studiosi della Lingua Italiana di approfondire l’argomento.

Se siete giunti fin qui, posso ammettere l’amara verità: amici Lettori, con questo post tra il serio ed il faceto, ho «pariato» alle vostre spalle 🙂

L’abbondanza

L’abbondanza dei pochi

Oggi non è semplice stabilire quale sia il «mostro» sul quale dibattere, in giro ce ne sono troppi.

L’ammetto: mi sento come l’automobilista stressato che gira e rigira senza mai trovare un posto ove parcheggiare e quando improvvisamente giunge in un luogo con moltissimo spazio libero non sa dove sostare.

L’abbondanza – talvolta – provoca indecisione?
Può darsi.

I quesiti del giovane John Elkann: l'abbondanza dei pochi

Il sazio non crede al digiuno

Certamente l’eccesso infastidisce chi (al contrario) sopravvive di stenti.
Il filosofo con la tasca piena non comprenderà mai le esigenze e gli sforzi di colui che, privo di possibilità, affronta il destino senza alternative.

E’ la caratteristica del maestro di vita mai vissuta: sentenziare senza sperimentare concretamente ciò che afferma.

La categoria dei «saggi ed obesi» è da sempre ben nutrita, esiste da quando è nato l’uomo (normale) e si incrementa di nuovi adepti ad intervalli regolari.

Guardatevi intorno, troverete sicuramente un nuovo «mostro» da aggiungere alla lista degli alieni sazi.


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