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Tag: fotografia (Page 3 of 5)

Zoo di Napoli, la prigione degli innocenti

L’ergastolo

«Perché sono in prigione?».
La domanda trafigge la mia coscienza.
«Sono innocente eppure sono condannata all’ergastolo da un tribunale di uomini spietati».

Concordo con la detenuta.

Siamo nel ventunesimo secolo ma le sbarre dividono i nostri destini: io, uomo dell’occidente, libero; lei, di origine indiana, costretta in un’invivibile e minuscola gabbia che oltraggia il senso civico.

Zoo, il carcere di Kashmir, Valentina e Kira

I movimenti si ripetono sempre uguali a formare un otto immaginario disegnato sul pavimento della cella.
In un giorno, quanti chilometri percorre la tigre ingabbiata in uno spazio così ristretto?

Forse quel moto perpetuo indica la ribellione del felino: il corpo incatenato mentre la mente corre veloce nella immensità della foresta indiana.

Libera.
Impetuosa.
Cacciatrice.
Incontrollata.
Primitiva.

Così dovrebbero vivere Kashmir, Valentina e Kira le tre tigre asiatiche presenti nello zoo di Napoli ma la realtà è vergognosa.

Zoo di Napoli, la tigre condannata all'ergastolo

Zoo di Napoli, la tigre condannata all’ergastolo

A quanto la libertà?

Ero bimbo e mestamente ascoltavo la solita litania: «ben presto le tigri saranno spostate in uno spazio adatto a loro».
Sono trascorsi quarant’anni e da adulto la visione dei felini condannati all’ergastolo per uno sfizio di noi umani, continua a trasmettermi una tristezza infinita.

Il ragionamento può essere applicato a qualsiasi altro ospite del carcere.

Qualche cella più in là, nel ramo del penitenziario dedicato ai volatili, un elegante fagiano argentato è detenuto in una voliera – termine diverso per indicare una gabbia per uccelli.
Al fagiano è impedito un semplice balzo o volare per piccoli tratti, il suo mondo è ristretto ed avrà dimenticato pure il colore del cielo, il suo (ex) regno.

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Cos’è uno zoo?

Rifletto: cos’è uno zoo?
Un luogo a pagamento dove, animali strappati al loro habitat naturale, sono imprigionati per l’intera esistenza in gabbie-televisioni.

Uno zoo, inoltre, educa i bambini a spettacoli anormali: una tigre imprigionata è una visione che dovrebbe sconvolgere i sensi invece viene accettata come normale.

Lo zoo abitua il pubblico pagante, trasforma lo scandalo della privazione della libertà in assuefazione.

Un non-luogo che dovrebbe essere cancellato ma che, nonostante gli annunci pubblici, persevera nel suo ignobile peccato originale.

Il mea culpa

«Scusami tigre» è il solo pensiero che riesco ad elaborare.
Guardo per l’ultima volta il felino completare il suo infinito otto immaginario e fuggo via.
Mi sento un «mostro».

Ottobre 2010

Ripropongo un video dell’ottobre 2010: stesse tragiche scene di oggi.
A quanto lo smantellamento di questo scempio?


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Napoli – Juventus, l’immagine della vittoria

Napoli – Juventus, il giorno dopo

Un gruppo di bambini gioca a calcio sulla spiaggia e dopo l’interminabile partita si tuffa in acqua.

E’ l’autunno napoletano, lo stadio è il litorale domitio, i pali delle due porte dei piccoli sandali incastrati nella sabbia, il sole riscalda la fantasia, il Napoli di Sarri convince gli adulti e diverte i più piccoli.

La foto della vittoria

Palla al centro e via!
In campo Higuain, Insigne, Pepe Reina … il più grande ha otto anni, dribbling e gol, parate e rigori, azioni sognate più che giocate.

All’immaginario novantesimo vince il Napoli, la Juve è battuta anche in questo picnic autunnale, il mare tenta i campioncini, la malridotta palla SSC non ufficiale buttata fuori campo attende il ritorno dei piccoli calciatori azzurri.

A me, arbitro discreto, non resta che immortalare l’istante.

Napoli - Juventus, l'immagine della vittoria

Vesuvio, ritratto di giorno (e di notte)

Ritratto di giorno: ore 19,15

Alla luce del sole, il profilo è chiaro ed anche un bambino australiano capirebbe di chi si tratta.
I lineamenti sono ben noti ed il solito, meraviglioso volto immortalato da milioni di turisti incute un timore reverenziale a chi non è abituato a cotanta sfrontatezza.

La sua popolarità varca i confini nazionali e giunge spavalda in ogni angolo del globo. Un misto di paura e curiosità si cela dietro l’abituale domanda posta dallo straniero di turno: come potete convivere con un simile, affascinante e pericoloso «mostro»?

E’ il Vesuvio bellezza e tu non ci puoi fare nulla!
(parafrasando l’altrettanto leggendario Humphrey Bogart alias Ed Hutchinson)

Due foto del Vesuvio, una alle 19.15 l'altra alle 21.15

Ritratto di sera: ore 21.15

Le perplessità dei non-napoletani sono legittime: un raffreddore di «O Gigante» implicherebbe seri problemi.

Il Vesuvio, però, è al suo posto da quando è nato il mondo.
Siamo noi ad averlo circondato, aggredito, scalato ed invaso coprendolo di case fin sopra il cratere.

A ben pensare, il vero «mostro» non è il Vesuvio.

Due foto del Vesuvio, una alle 19.15 l'altra alle 21.15

 

La barca a vela dei miei sogni [FOTO]

Dalla spiaggia osservo la piccola barca a vela solcare le onde del mare.
Affascinante» commento invidioso e – come in un film – d’improvviso mi ritrovo proprio su quella’imbarcazione.

Il sogno …

Timone alla mano scavalco i frangenti azzurri e disintegro la schiuma bianca dell’oceano ribelle.
Infinite gocce di mare colpiscono il volto abbronzato da mille navigazioni mentre stormi di gabbiani inseguono la scia che si apre dietro il leggero natante.
Protetto dal giacca impermeabile e dagli occhiali da sole, con un ghigno beffardo continuo la corsa verso la libertà.

Una barca a vela solca le onde del litorale domitio

… oppure l’incubo

Il mal di mare mi paralizza.
Abbracciato al palo della vela, non oso guardare i frangenti azzurri del mare agitato.
Precise come un orologio, fastidiose gocce d’acqua colpiscono il mio volto arrossato privo della giusta dose di crema solare.
Odiosi gabbiani svolazzano intorno all’imbarcazione come gli avvoltoi intorno alla preda.
Sudato per la paura e per la pesantezza della giacca impermeabile, con gli occhiali bagnati emetto l’ultimo grido di sofferenza in attesa di toccar terra.

La realtà

La pallonata di un giovane calciatore sul bagnasciuga del litorale domitio mi riporta alla dura realtà.
«Scusi» farfuglia il maleducato campione ricoperto di tatuaggi.
«Figurati» replico indifferente.

Tolgo i granelli di sabbia dalla spalla appena colpita, smartphone alla mano, immortalo la barca a vela dei miei sogni.

«Utilizzerò lo scatto per il mo sito» osservo mentre un ghigno beffardo si fa spazio sul volto abbronzato da mille lotte contro i «mostri» moderni.

Di più non posso fare.
Per ora.

La gioia (in una foto)

Non importa il luogo, l’età ed il tempo.

Questo scatto (rubato) rappresenta la gioia di un bambino che ritrova il primo mare di stagione, la purezza e l’entusiasmo innocente, lo spazio infinito, il senso di totale libertà, le onde che si infrangono sulla riva, la sfida per evitare di essere bagnati dalla freschezza dell’acqua.

Il mare, il gioco di fantasia senza tempo per i bimbi di ogni angolo del mondo.

Ecco, nonostante non volessi, ho spiegato questo (mio) scatto a parole anche se sono conscio che la fotografia non si misura con una didascalia ma delle
emozioni che suscita.

E a me, questo scatto emoziona 🙂

la gioia di un bimbo che riscopre il primo mare di stagione

Alla ricerca dello scatto perfetto da condividere …

La pineta magica

Non resisto, mi fermo ed osservo i colori incantati del sottobosco.
La macchia rosa di ciclamini colpisce, devo fotografare questo pezzo di natura fatato, voglio immortalare il quadro in uno scatto eterno, desidero condividere la prodigiosa pineta di Varcaturo col mondo intero.

La magica pineta di Varcaturo: lo scatto perfetto da condividere

Mentre il social ingrassa …

Il social ridacchia ingordo: con la bava alla bocca, il «mostro» attende un click, il suo grasso quotidiano con il quale alimenta la ciccia con foto, commenti e post dei reporter sparsi per il mondo.
La realtà locale trasmessa in diretta planetaria, potenza della tecnologia.

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… io cerco lo scatto perfetto …

Armato di smartphone, inquadro il sottobosco rosa e scatto.
Accedo alla galleria fotografica del cellulare, l’immagine è mossa.
Cancello.
Riprovo.
Stavolta la messa a fuoco è andata ma i colori sono sbiaditi e non rendono giustizia al luogo: elimino.
Aumento la risoluzione della fotocamera, modifico le impostazioni della luce.
Provo, riprovo, guardo, smanetto, spengo il cellulare, riavvio, fotografo, elimino, riprovo.

Finalmente lo scatto perfetto!

… da condividere

Bene, ora non mi resta che condividere la foto sui miei profili social ufficiali: la fan page facebook, il cinguettiio twitter, su Google+ e l’account Instagram.

Nascosto nel bosco, al confine con Lago Patria alle porte di Napoli, il segnale 3G è utopia. Un modesto “E” segnala la debole connessione dati.

Propongo il capolavoro su Instagram con l’esito: “Caricamento non completato”.
Lancio un cinguettio ma il tweet resta sospeso nell’etere.
Google+ non ne vuol sapere.
Facebook risulta aggiornato all’altro ieri e non carica le news.

Sconsolato, depongo le armi, saluto i ciclamini rosa e batto in ritirata.
Ho perso più tempo nel provare a condividere la foto che a godermi l’evento.


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Il nuovo faCCebook: l’editoriale

Il nuovo faCCebook

La nuova veste grafica di faCCebook è pulita, semplice e raggiunge il più ovvio (ma difficile) degli obiettivi web: rendere la lettura del post un’esperienza piacevole e priva di sforzi visivi.

Il test sulla bontà del cambiamento l’esegue innanzitutto il sottoscritto, il primo fan (molto critico) del nostro amato sito di «mostri».

Quando accedo al blog pretendo la massima chiarezza, una pagina ospitale che inviti a giungere a fine post con lo stesso piacere di un sorso d’acqua fresca in una giornata d’estate.

La statistica insegna

I dati statistici dell’ultimo anno sulle abitudini dei Lettori smontano la mia presunzione: avevo creato un «giornale di mostri», un magazine con molteplici pagine … mai viste.

In realtà, al navigatore interessa il post del giorno e tre utenti su quattro, a fine lettura, abbandonano il sito senza visitare le altre sezioni.

Ed è giusto così.

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Snello, veloce, chiaro

Dunque, preso atto dei click, ho rivisitato l’intera navigazione eliminando tutte le pagine morte.

Il nuovo faCCebook mi piace molto – snello, veloce, un volantino leggero che punta dritto alla sua missione: accogliere voi amici Lettori nel modo più semplice e piacevole possibile.

L’header soddisfa il desiderio di pubblicare le mie foto scattate on the road.
Inizio con un’immagine del mare, simbolo di continuo rinnovamento.

Bene, sono contento del lavoro svolto e mi auguro che siate entusiasti come lo sono io.

Buona lettura.
Mario Monfrecola, il webmonster.

Il nuovo faCCebook, l'header


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Napoli, quel magnifico mosaico di via Salvator Rosa

Il murales di Salvator Rosa

Il murales a via Salvator Rosa (nei pressi dell’omonima stazione della metropolitana napoletana) sovrasta la parete del palazzo.

Quante volte l’ho osservato con curiosità?

Scruto e cerco di carpire il messaggio: una maestosa divinità femminile seminuda con un piccolo omuncolo come cappello.
Quale misterioso significato cela?
L’arte non va spiegata razionalmente, mi basta recepire l’emozione che suscita il quadro.

L’autore: Ernesto Tatafiore

Pensavo ad un’opera di importanza minore, invece, dopo la pubblicazione della foto nella simpatica e preparata community di Google+ Napoli image Naples, dai commenti degli utenti scopro che trattasi di un mosaico in vetricolor realizzato nel 2000 dell’artista Ernesto Tatafiore.

Viva il web, viva la cultura.
A voi lo scatto.

Salvator Rosa, Napoli: mosaico di Ernesto Tatafiore


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Centro Direzionale di Napoli: il grande intruso [FOTO]

Il Vesuvio

A Napoli abbiamo due giganti, uno naturale e l’altro costruito dall’uomo.
Il primo è famoso in tutto il mondo e si identifica – da sempre – con la stessa città.
E’ lo sfondo delle cartoline napoletane, ha scritto la storia ed è la star più fotografata dai turisti (e non).

Il Centro Direzionale

Il secondo è meno celebre, non compare nei set cinematografici, è privo di bellezze naturali ed è un concentrato di uffici e negozi.
La sua storia è più recente: nasce nel 1995 per opera di un architetto giapponese e rappresenta «il più esteso e imponente agglomerato urbano di grattacieli italiani e dell’Europa meridionale» (fonte), il quartiere (ai piedi del Vesuvio) che agglomera le sedi di aziende ed imprese (di diversi settori e grandezza).

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La foto

La foto l’ho scattata dal corso Vittorio Emanuele e ritrae il golfo di Napoli ed i due giganti.
Trovate voi l’intruso.

Centro Direzionale di Napoli, il grande intruso


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Il parco archeologico di Baia in un minuto [VIDEO]

Le foto

Ho immortalato le più belle immagini della giornata FAI dello scorso 28 marzo nel post Weekend FAI, il Parco archeologico di Baia [FOTO].

Ma detto tra noi, la mia passione resta la videocamera.
Non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione, il luogo incantevole ed i panorami mozzafiato meritano un videoclip su YouTube.

Il parco archeologico di Baia in un minuto

Il video

Un minuto per raccontare due ore di visita al parco, una passeggiata tra monumenti e antiche storie con i giovani studenti di una scuola limitrofa a farci da guida.
La colonna sonora è dei Napoli Jazz Sound, a voi le immagini.


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Castel dell’Ovo, la star del lungomare di Napoli

Castel dell’Ovo, la sentinella del lungomare

Se passeggi sul lungomare di Napoli, è impossibile resistere alla tentazione: smartphone alla mano, inquadri il vecchio VIP, stai attento alla posizione del sole, osservi il mare e scatti.

L’antica sentinella entra di diritto tra le star più fotografate dai turisti, dagli stessi napoletani e visitatori da ogni angolo del mondo (per le sue dimensioni e fermezza, viene consigliato anche per un veloce selfie).

Se la fotografia non è la materia nella quale eccelli, non ti preoccupare.
Il fascino naturale della maestoso avamposto, i colori azzurri delle onde di Mergellina, la luce accecante sopperiscono alla inesperienza dell’autore e alla deficienza del dispositivo.

Eppure, nonostante sia un soggetto inflazionato, come tutte le bellezze risulta diverso ed attraente in ogni fotografia.

Non c’è dubbio: il il Castel dell’Ovo è proprio fotogenico.
(segue lo scatto dello scrivente)

Castel dell'Ovo, la star del lungomare di Napoli

Come raccontare Napoli con le immagini

Napoli attraverso le foto

Pasquale Gucciardo è il fondatore della fortunata community Napoli image Naples che si prefigge il nobile intento di raccontare il capoluogo campano attraverso le foto pubblicate dai partecipanti (in un gruppo così cordiale, il termine «utente registrato» appare fuori luogo).

E così giungono flash da ogni angolo della Campania, immagini di vita quotidiana, vicoli nascosti, panorami meravigliosi, luoghi e testimonianze sui quali dibattere.
Conosciamo meglio questo spazio web sulla metropoli campana ed il suo garbato fondatore.

Pasquale Gucciardo, ideatore della community Google Napoli image Naples

La community Google+

D: Pasquale, immaginavi tale successo?
R: Beh, forse parlare di successo mi sembra un po’ troppo. Di certo, però, non mi aspettavo che ‘Napoli image Naples’, in appena otto mesi dalla sua nascita, raccogliesse tante manifestazioni di simpatia e di consenso (interesse).
Soprattutto considerando che Napoli, sebbene conosciuta in tutto il mondo, nell’universo infinito del web, risulta (rappresenta) un piccolo punto luce.

D: perchè raccontare Napoli per immagini? Come ti è balenata tale idea?
R: La città, con la sua lunga storia, la cultura, i panorami e ancor di più l’intensa vita vissuta, intrisa  di problemi ed eccellenze, ha molto da mostrare. Tutto ciò, unito al piacere di immortalare l’attimo, in questo spazio trova anche il piacere di condividerlo. Dove regna “il mordi e fuggi” come il POST, le immagini, nella comunicazione, risultano vincenti o addirittura indispensabili. Più veloci del pensiero. Sarà che sono motociclista da una vita e amo muovermi in fretta.

Le finalità della community

D: quali sono le finalità della community?
R: Raccontare Napoli per immagini, non ha, e non potrebbe avere, la pretesa di rappresentare la nostra città in tutti i suoi innumerevoli aspetti. Ma vuole essere una piacevole galleria fotografica che racconta principalmente la città e momenti della sua vita, possibilmente con immagini originali, e al contempo, tentare di far confluire nello stesso luogo visioni dei fatti, conoscenze ed esperienze dei suoi partecipanti attraverso discussioni e dibattiti.
Abbiamo poi, diverse categorie dove è possibile sviluppare anche altri temi.

D: passione per la fotografia dunque. Quali sono i soggetti/panorami che preferisci  immortalare? C’è uno scatto pubblicato che ti ha colpito particolarmente?
R: In realtà non sono un appassionato fotografo, unicamente amo catturare quei momenti che attirano la mia attenzione. Napoli ci regala dei panorami unici, ma le scene di vita mi emozionano di più; purtroppo non sempre è possibile pubblicarle.
La foto fra quelle pubblicate che preferisco, è quella che unisce/fonde i due momenti: Rotonda Diaz, la vendita del pescato impressa nel panorama del golfo.

D: immaginiamo una community quota cinquantamila amici. Credi che si possa far confluire cotanta energia positiva in azioni reali e costruttive per la collettività?
R: Il numero che mi proponi di immaginare è da brivido pensando all’impegno che ne conseguirebbe. Ma ragionando in via del tutto ipotetica, non escluderei la possibilità di azioni concrete.
Più grande è la comunità piu è facile trovare passione per il sociale.

D: perché aderire a Napoli image Naples. Lancia lo spot!
R: Se hai passione per le ImmagiNa..poli aderisci!

La community Napoli image Naples racconta Napoli con le immagini

Pasquale Gucciardo, l’ideatore

D: domanda impossibile per una risposta istintiva: Pasquale, quali aspetti ami di Napoli e cosa detesti della nostra città?
R: La Napoli migliore è fatta di mescolanze, di creatività, di passione. Questa è la Napoli che amo, laboriosa e geniale. Detesto la falsità e le mezze misure.

D: Pasquale, in community si respira un’aria di cordialità che raramente nel web si riscontra. Credi che l’educazione civica sia un sentimento assente nella nostra città e come recuperare un ideale così importante per la convivenza comune?
R: La cordialità è un sentimento diffuso tra i tanti che aderiscono da ogni luogo e uniti dalla comune passione per la città. Mi fa star male vedere i miei concittadini maltrattare Napoli. Anche se la maggior parte della cittadinanza è costituita da persone oneste e rispettose, questo non basta per cambiare le cose. Occorrerebbe una decisa reazione, sorretta però concretamente dalle istituzioni.

D: quale futuro immagini per la nostra città? Sei iscritto al partito dei disfattisti o dei sognatori?
R: La Napoli virtuosa, troppe spesso oscurata da fatti di cronaca che ne mortificano l’identità, prima o poi saprà trovare le soluzioni per migliorare la vivibilità e  l’immagine percepita della città.
Ottimista!

D: Napoli è un inferno metropolitano oppure un luogo con mille problemi ma che vale la pena visitare almeno una volta nella vita ed addirittura viverci?
R: Napoli è certamente una città difficile, contraddittoria, caotica, ma la sua vitalità in termini di cultura, tradizioni, di arte e di architettura, non dimenticando i suoi panorami, non è seconda a nessun’altra.
Visitarla quindi è quasi un obbligo, per viverci bisogna amarla.


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