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Tag: diritto

Napoli, quando la visita all’ASL è mistica

E’ successo qualcosa?» chiede preoccupata l’impiegata dell’ASL Napoli2.
Allo sportello, pronto a pagare il ticket per un controllo oculistico, ho lo sguardo sconsolato, un aspetto abbattuto con la postura del corpo che trasmette la stanchezza di chi porta il mondo sulle spalle.

Sono i sintomi manifestati ogni volta che frequento un ufficio pubblico: pervaso da una sfiducia atavica, arrivo con la quasi certezza di non riuscire nell’impresa ed essere costretto a ritornare per espletare la pratica.

«Nulla di grave, grazie. Dovrei andare dall’oculista …» bofonchio con un filo di voce.
«Su con la vita allora! Attenda un minuto … sono quaranta euro e sessanta centesimi» mi informa con calma olimpica l’allegra impiegata.

E’ evidente, la donna è assuefatta al disordine che la circonda e non distingue più la normalità dalle «mostruosità».

Sono le quattro del pomeriggio, l’ASL è un cantiere aperto, l’aria è intrisa di polvere e rumori insistenti giungono dal corridoio dove un uomo, munito di tanta volontà, guanti bianchi ed una mazza con un vecchio strofinaccio umido, bagna il pavimento per tamponare l’avanzata degli acari. Un gruppo di ragazzotti con i completini delle squadre del cuore, sudati e felici, entra e chiede – in tono educato – se può usufruire della toilette. Messi ed Higuain interpretano la mancanza di risposte come un “sì”, dribblano e si dirigono sicuri verso il bagno lasciando le orme dei tacchetti sul pavimento appena lavato.

Mi riprendo dallo stupore, raddrizzo la schiena, mi concentro e richiamo le ultime energie positive conservate nel serbatoio delle emergenze.

«Ma si rende conto? Quest’ASL è del tutto inospitale! Inoltre sono trascorsi oramai quattro mesi da quando ho prenotato la visita ed ero quasi sicuro che oggi il dottore non ci fosse» incalzo.
«Perché non ci dovrebbe essere?» la donna resta più sorpresa dalla mia osservazione che dal contesto assurdo.

In questo mondo al rovescio, il folle sembro io.

«Quattro mesi d’attesa, 40€ … poi vi chiedete perché un cittadino si precipita verso la sanità privata!» protesto.
«La macchinetta per il pagamento del ticket è bloccata» interviene l’addetto alla riscossione, «problemi della rete» ed il quadro dell’inefficienza è completo.
«Per fortuna la posta è proprio difronte l’ASL, ecco i bollettini» replica l’impiegata pacioccona evidentemente abituata a superare gli ordinari ostacoli del suo lavoro.

Ritorno dopo venti minuti col tributo versato.
E’ il mio turno.
Entro nello studio e completo la visita.

La professionalità del dottore ripaga i 4mesi di attesa, l’ulteriore tempo perso ed i 42€ spesi.

Esco dall’ASL e la realtà mi appare più chiara, il mondo presenta una luminosità accecante e la luce è potente come non mai.
L’esperienza all’ASL è mistica oppure l’effetto delle gocce negli occhi che il dottore utilizza per dilatare le pupille non è ancora svanito?
Non è importante.

«Maledetti mostri non mi sconfiggerete!» mugugno convinto mentre dall’improvvisato campo di calcio d’avanti gli uffici giungono le urla gioiose del portiere che ha appena parato un rigore a Cristiano Ronaldo..

Non cederò alle lusinghe della sanità privata, pago le tasse ed è un mio diritto usufruire dell’assistenza pubblica.
Ho deciso: tornerò anche il prossimo autunno (basta prenotarsi in primavera).

Asl, quando la visita è mistica

21 marzo 2014, Giornata Mondiale sulla sindrome di Down

Tutti hanno diritto ad essere felici

Oggi 21 marzo ricorre una occasione particolare, la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, che ha l’obiettivo di diffondere una nuova cultura della diversità e una maggior conoscenza delle persone con la sindrome.
Riporto il contenuto di una e-mail che ho ricevuto, le immagini raccontano meglio di mille parole il significato di questo evento.

21 marzo 2014, Giornata Mondiale sulla sindrome di Down

Da un video di Luca Lucini

In vista dell’occasione CoorDown (coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di DOWN) promuove #DearFutureMom, una campagna internazionale sul diritto alla felicità e al benessere delle persone con sindrome di Down.

Come raccontare al meglio questa iniziativa?
Ci ha pensato la agenzia di comunicazione Ogilvy, con un video di Luca Lucini, apprezzato autore cinematografico e pubblicitario, che è riuscito con un trattamento di grande sensibilità a cogliere le aspirazioni e le grandi potenzialità dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato.

Un emozionante messaggio di 15 ragazzi con la sindrome di Down ad una futura mamma


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Terra dei Fuochi, non basta essere un onesto cittadino?

Diritti, non favori!

Anni addietro ero al Comune di Napoli per il rinnovo della carta di identità.
Mentre pazientavo fuori il corridoio dell’ufficio preposto, incontrai un conoscente che – poco dopo – scoprii essere un dipendente di palazzo San Giacomo.

«Dammi i moduli, l’addetto è un mio amico, un minuto e avrai il nuovo documento» esordii furtivamente.
«Ti ringrazio ma preferisco attendere il mio turno» ribattei senza fornire spunti per ulteriori spiragli a trattamenti di favore.

Non è forse questo un esempio del male endemico di cui è vittima l’Italia?
Far passare per un favore ciò che è invece un sacrosanto diritto del cittadino.

26 ottobre, la manifestazione contro i roghi

A Napoli, oggi 26 ottobre, migliaia di persone oneste hanno manifestato per chiedere allo Stato di fermare i roghi tossici che quotidianamente avvelenano la Terra dei Fuochi.
Analogamente, le popolazioni chiedono alle Istituzioni locali e centrali le bonifiche dei territori violentanti dalle discariche abusive gestite dalla camorra.

Io, cittadino di un paese civile, trovo queste due richieste scandalose.

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Perché chiedere i propri diritti?

Debellare la criminalità organizzata non è un dovere del Governo?
Far vivere ogni abitante in un luogo salubre, privo di rifiuti tossici ed inquinanti non è un dogma di uno Stato di legalità?
I cittadini devono manifestare per chiedere di essere tutelati?
L’esasperazione del popolo è la molla che fa agire i nostri politici?
La richiesta di difesa della salute deve passare attraverso slogan e proteste?

Allora mi sorge un dubbio: ad un cittadino che vive nella martoriata Terra dei Fuochi, non basta essere onesto, pagare le tasse, lavorare (duramente) ed adempiere ai propri doveri civili per essere protetto dallo Stato nel quale – nonostante tutto – continuare a credere?

Perché ciò che gli spetta di diritto (la tutela della salute) viene promesso dai governanti come se fosse un «favore» personale?

I mostri della terra dei fuochi


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