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Tag: delusione

La storia (forse divertente) di un pluriomicida pentito, di Jonas Jonasson [RECENSIONE]

L’assassino, il prete, il portiere, un libro di Jonas Jonasson

L’assassino, il prete, il portiere di Jonas Jonasson annoia … per due terzi.
Divido il romanzo in tre parti:

  • l’inizio: promettente, con capitoli potenzialmente divertenti
  • la parte centrale: lunga e piatta
  • il finale: in ripresa (ma non evita la bocciatura)

Il racconto, dopotutto, è un giusto mix di situazioni bizzarre: l’assurdo incontro tra il pluriomicida pentito, il responsabile della reception, il pastore della Chiesa protestante potrebbe scatenare una serie di pagine surreali ed esilaranti.

Invece, per lunghi tratti, la narrazione languida con una trama fin troppo lineare, priva di quegli scossoni attesi (invano) dall’eccentrico trio.

Jonas Jonasson , autore di "L'assassino, il prete, il portiere"

Jonas Jonasson, meglio in inverno

Desideravo recensire un’opera da leggere tutto d’un fiato sotto l’ombrellone.
L’assassino, il prete, il portiere non rientra in questa categoria di libri estivi.
Acquistatelo pure e provateci senza pregiudizi ma credo che una dolce pennichella vi colpirà prima di giungere a metà storia.

Questa reazione del Lettore Coraggioso non credo sia necessariamente negativa.
Immagino, però, non alimenti l’ego del bravo Jonas Jonasson.

L’assassino, il prete, il portiere merita una pazienza superiore.
Per iniziare a leggerlo, meglio attendere una fredda e piovosa notte d’inverno.

Tra le sicure pareti di casa, sarà più facile superare lo scoglio centrale e giungere all’agognato finale.

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Quel maledetto, ultimo 33esimo piano [FOTO]

33esimo piano, perchè?

Cosa diavolo pensavo di trovare su quel maledetto 33esimo piano?

La setta dei poeti estinti?
Una riunione degli scrittori anonimi contro la sindrome della pagina bianca?
Il Sindaco col comitato di accoglienza?

Forse, un angolo di città con una prospettiva diversa?
Una visuale ispiratrice?

La vista dal 33esimo piano di un grattacielo del Centro Direzionale di Napoli

In cima alla torre del Centro Direionale

Desidero raggiungere quel maledetto ultimo piano da anni.
Il richiamo degli ascensori volanti è forte: «prima o poi salgo in cima» mi ripeto ogni volta che passeggio nei viali del Centro Direzionale di Napoli.

Pigio il bottone con curiosità.

Chiuso nella ermetica cabina, scruto il display scorrere veloce.
1, 2, …, 17, … 26 … …. 33!
Il bip sancisce la fine dell’ascesa.

Le porte dell’ascensore si spalancano e, prudente, sbarco lassù in cima, dove mai ero giunto prima!

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La delusione di quel maledetto 33esimo piano

Un alveare di uffici.
Impiegati alienati nascosti dietro ai monitor, chiusi in piccole prigioni come in qualsiasi altro ufficio del mondo.

Guadagno le prime finestre.

Fotografo nell’indifferenza generale.

Armato di smartphone, punto il panorama ma gli scatti sono filtrati dai vetri delle finestre sigillate.
La visuale non è diretta.
La presenza della barriera alimenta la delusione.

La vista dal 33esimo piano di un grattacielo del Centro Direzionale di Napoli

Ritorno alla realtà

Ritorno sui miei passi.
33 … 26  …  … ….  17 … 2 … 1
Il bip sancisce la fine della discesa.

Raggiungo l’uscita.

Alzo lo sguardo, con la mano proteggo la vista mentre un raggio di sole taglia quel maledetto 33esimo piano.

«Che diavolo mi aspettavo di trovare?» rimugino disilluso.
Qualsiasi cosa cercassi, non l’ho trovata.


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SMAU2017, i sottotitoli della delusione

SMAU2017, manifestazione senza coraggio

L’hashtag innovazione trionfa in ogni angolo del piccolo padiglione 6 della Mostra d’Oltremare di Napoli.
Perché allo SMAU Napoli le startup dovrebbero essere di casa.
Invece, giro e rigiro, la parte del leone è recitata dai soliti noti: Regione Campania e TIM su tutti.

E’ proprio lo stand della Regione Campania a spegnere l’entusiasmo del sottoscritto.

Se l’uno per cento di ciò che pubblicizza corrispondesse alla realtà, vivrei nella Silicon Valley italiana.
Dagli slogan da campagna elettorale, sembra che siano disponibili milioni di euro per finanziare idee e progetti.
Assegnati con la massima trasparenza.

La realtà, purtroppo, racconta ben altre (tristi) storie.

Allo SMAU2017 con Salvatore Rullo di Dasir Tech

Novanta secondi con Dasir Tech

Novanta secondi per presentare la propria start up.
Dopo aver seguito i workshop sui Big Data, ascolto con interesse le parole di Salvatore Rullo, ex collega HP ed oggi CEO di Dasir Tech, società campana ideatrice di Speffy.com, il motore di ricerca dello sport.

«Ecco una vera start up, partita da zero, capace di trasformare una passione in lavoro» rifletto mentre Salvatore condensa, nel minuto e mezzo a lui assegnato, la missione della sua azienda.

Preciso come un treno svizzero, giunge al novantesimo secondo con disinvoltura per concludere orgoglioso «Speffy.com, vincitrice dell’XI Edizione del Premio Best Practices per l’innovazione presso la stazione marittima di Salerno».

L’esperienza di Dasir è una storia che desidero trovare allo SMAU.
Il workshop stantio, lo stand istituzionale trito e ritrito, no.

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Coraggio SMAU!

Da una manifestazione davvero innovativa, attendo scelte ardite.
Puntare sul coraggio invece del solito minestrone, aprire spazi agli sconosciuti anziché ai soliti noti, puntare su idee rivoluzionarie piuttosto che su spot inflazionati.

Sogno, nella prossima edizione, di capovolgere gli schemi: novanta secondi alla Regione Campania e alla TIM, il resto dedicato alle piccole start up con idee rivoluzionarie.

SMAU2017, il video

Dopo la dovuta premessa, può partire il video.
Il post funge da sottotitoli per il pessimo audio – me ne scuso.

La colonna sonora, Ritorno al futuro, invece, è di buon auspicio.


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14 ottobre 2015: The End

HP Pozzuoli chiude, apre Maticmind

In meno di ventiquattro ore svaniti tutti i riferimento ad HP.
Rimossi logo, manifesti con i volti felici dei dipendenti, il benvenuto ai nuovi assunti, le regole sulla sicurezza, i consigli per restare in forma, la piramide alimentare per una dieta corretta.

Le pareti candide attendono i nuovi poster di Maticmind, da domani 15 ottobre gli uffici cambiano vestito, noi informatici campani azienda.

14 ottobre 2015, data da ricordare

Secondo gli accordi tra la multinazionale ed la nuova realtà, seguirà la continuità contrattuale.
OK, perfetto, tutto bene, non cambia nulla, la vita continua, si chiude una finestra (a stelle e strisce), si apre un portone (milanese).

Così è scritto (a meno di postille truffaldine) il prossimo futuro (un mese, cinque mesi, un anno, due anni?) la nave continuerà il suo regolare viaggio.

Ma oggi non sono le questioni legali nè tantomeno la solidità della nuova società ad affollare la mente.

Adesso, il giorno prima di abbassare la saracinesca americana, questo giorno – diamine il 14 ottobre 2015! – è davvero speciale perché è l’ultimo giorno.

14 ottobre 2015 muore HP Pozzuoli

14 ottobre 2015 muore HP Pozzuoli

14 ottobre 2015: l’ultimo giorno

Possiamo fingere e lavorare come se nulla stesse accadendo, scrutare nelle cassettiere, eseguire il backup del pc aziendale, conservare le info utili per il domani.
Va bene tutto (o quasi).

Però, dopo diciotto anni (18!) (dieci in EDS poi acquisita da HP) metabolizzare la fine non è semplice.

Siamo uomini non numeri di matricole ed il 14 ottobre non è una data qualsiasi: un secondo dopo la mezzanotte di questa interminabile giornata, dai radar dell’Information Technology globale scompare HP Pozzuoli.

Così è il mondo del lavoro? Dobbiamo essere flessibili?
Non esiste più la sicurezza del posto fisso?

Affermazioni che non bastano a placare la mia delusione.

Sono pesante? Negativo? Funesto?
Sono un «mostro»?

Chiedo venia ma datemi tempo, devo metabolizzare: il 14 ottobre 2015 muore HP Pozzuoli.

The End.


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