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Natale 2016, 5 consigli da (non) seguire

Natale 2016, 5 azioni da evitare

  • Lo smartphone scarico il 25 dicembre: gravissimo.
  • Condividere su facebook la foto del capitone che sguazza nel lavandino: orripilante.
  • Affondare il volto nel cellulare mentre gli altri giocano a tombola: asociale.
  • Guardare «Una poltrona per due» su Italia1: anacronistico.
  • Copiare ed incollare gli auguri virtuali via Whatsapp: testone.

Natale 2016, i miei più sinceri auguri

Natale 2016, 5 consigli da seguire

  • Tagliuzzare in piccoli pezzettini le voluminose confezioni dei regali: W la raccolta differenziata.
  • Telefonare ed incontrare amici e parenti: rafforza i legami.
  • Godere del buon cibo tradizionale: una volta l’anno, è lecito impazzire (anche a tavola).
  • Dedicare il tempo ai propri cari e a ciò che ti appassiona: relax.
  • Vivere l’atmosfera natalizia con calma e serenità: è una festa, non una «guerra».

I miei auguri? Non nascere capitone

Caro amico Lettore, auspico per te ed i tuoi cari, un Natale che soddisfi i suddetti punti.

Ricordati di non andare al cinema il 26 dicembre (di peggio c’è solo il 26 dicembre al centro commerciale), di non assuefarti mai al Natale.
Dopotutto è un giorno solenne.

Ma, consiglio vitale, se in una futura vita rinasci, meglio evitare di reincarnarsi in un capitone.
Chiedi all’interessato per comprendere.

Buone feste 🙂


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Abbandono: in aMore vince chi fugge? [Domande perBeni]

Il senso di abbandono di Penelope69

“Gentile Beni, da qualche mese l’amore della mia vita mi ha lasciato.
Lo vedo sempre in giro con una vecchia signora.
In amore vince chi fugge, ma mi manca.
Dammi un consiglio”
Penelope69

In aMORE vince chi abbandona?

Antonio P. Beni risponde

Gentile Penelope69,
comprendo, dalle tue parole, che l’amore per questo uomo è ancora forte, intenso e persistente.
Come quando mastichi una gomma alla menta e subito dopo bevi di un fiato una bibita fredda e gassata.
Oppure come quando un brufolo spunta nella zona calda del tuo sedere.

In amore vince chi fugge, ma se il tuo uomo è scappato per una vecchia signora, tra l’altro lentamente, forse devi porti una domanda diversa.

“Posso continuare a ghiacciarmi il cervello per uno che mi abbandona per una vecchia?”

Io non ho nulla contro le vecchie.
Sono anche iscritto all’associazione “Anziani? Perchè no? Finalità diverse per gente che prende la pensione sulle nostre spalle…”
Ho la tessera numero 3, sono tra i più anziani.

Se vuoi riconquistare il tuo uomo devi battere la vecchia signora.
Come?
Prova  a seguire i miei 3 consigli:

  1. Fatti trovare sul cofano della sua auto nuda con un fiocco rosa che copre la tua parte più intima e quando lo incontri dici, usando l’accento emiliano “Scarta il tuo regalo, questo non è riciclato, nè usato sicuro… tutta roba fresca”
  2. Compra dieci gattini e lasciali vicino alla sua porta, appena spunta fuori la vecchia signora scatta una foto, poi pubblicala su Faccebook scrivendo: La vecchia cerca una micia nuova …
  3. Incrocia il tuo ex per caso accompagnata da un bel uomo alto, capace non solo con la testa, che si muova bene e che magari sia più giovane.
    Un ventiduenne dovrebbe essere l’ideale.

Se poi non dovessi riconquistarlo, preferendo la triste vita con la vecchia signora, potrai sempre spassartela con il bel giovane bevendo latte, o Milk per dirla in inglese …

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    Il primo licenziamento non si scorda mai

    Il licenziamento non è una tragedia
    (per gli altri)

    «Mario, stai sereno. Vedrai che in qualche modo tutto si aggiusta».
    Tutto si aggiusta, e come?

    «Tranquillo, dopo il peggio giunge sempre il meglio».
    Davvero? Quindi basta attendere?

    «Il licenziamento è un’opportunità, pensa positivo!».
    Rifletterò, grazie per la dritta.

    Licenziamento, le chiacchiere da spiaggia

    Quest’anno, in spiaggia, ho fatto il pieno di consigli.
    L’argomento bollente – mio malgrado – è il sottoscritto e la chiusura della sede HP Pozzuoli che, guarda caso, coincide proprio con il mio luogo di lavoro.

    Il «mostro» è troppo grande per non buttarlo fuori e chiunque incontro diviene il mio inconsapevole confessore.

    «Scusami, non vorrei sembrare monotematico ma la questione lavoro mi assilla» aggiungo per giustificare le mie ripetute osservazioni.

    «Figurati Mario, anche io al tuo posto sarei preoccupato, anzi tu sei fin troppo calmo» e mentre ricevo una pacca consolatoria sulla spalla, il mio interlocutore occasionale continua con un interessante «ma che ne pensi del Napoli di quest’anno?».

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    Le scuse

    Un minuto, sessanta secondi, è il tempo medio dell’ascoltatore estivo.
    Siamo sulla battigia, la zona dove le onde del mare si infrangono, i bimbi scavano le gallerie in cerca di acqua e costruiscono fantastiche costruzioni.

    Cala il silenzio, oggi il calcio non è in cima ai miei pensieri.

    «Vado a fare un tuffo, a dopo», la diplomazia interrompe un inizio di imbarazzo.

    Chiedo venia a chi in vacanza ha sopportato le mie lagne lavorative.
    Comprendete lo sfogo, dopotutto si tratta del mio primo licenziamento.

    il mio primo licenziamento


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