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Tag: citizen journalism

Alla ricerca dello scatto perfetto da condividere …

La pineta magica

Non resisto, mi fermo ed osservo i colori incantati del sottobosco.
La macchia rosa di ciclamini colpisce, devo fotografare questo pezzo di natura fatato, voglio immortalare il quadro in uno scatto eterno, desidero condividere la prodigiosa pineta di Varcaturo col mondo intero.

La magica pineta di Varcaturo: lo scatto perfetto da condividere

Mentre il social ingrassa …

Il social ridacchia ingordo: con la bava alla bocca, il «mostro» attende un click, il suo grasso quotidiano con il quale alimenta la ciccia con foto, commenti e post dei reporter sparsi per il mondo.
La realtà locale trasmessa in diretta planetaria, potenza della tecnologia.

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… io cerco lo scatto perfetto …

Armato di smartphone, inquadro il sottobosco rosa e scatto.
Accedo alla galleria fotografica del cellulare, l’immagine è mossa.
Cancello.
Riprovo.
Stavolta la messa a fuoco è andata ma i colori sono sbiaditi e non rendono giustizia al luogo: elimino.
Aumento la risoluzione della fotocamera, modifico le impostazioni della luce.
Provo, riprovo, guardo, smanetto, spengo il cellulare, riavvio, fotografo, elimino, riprovo.

Finalmente lo scatto perfetto!

… da condividere

Bene, ora non mi resta che condividere la foto sui miei profili social ufficiali: la fan page facebook, il cinguettiio twitter, su Google+ e l’account Instagram.

Nascosto nel bosco, al confine con Lago Patria alle porte di Napoli, il segnale 3G è utopia. Un modesto “E” segnala la debole connessione dati.

Propongo il capolavoro su Instagram con l’esito: “Caricamento non completato”.
Lancio un cinguettio ma il tweet resta sospeso nell’etere.
Google+ non ne vuol sapere.
Facebook risulta aggiornato all’altro ieri e non carica le news.

Sconsolato, depongo le armi, saluto i ciclamini rosa e batto in ritirata.
Ho perso più tempo nel provare a condividere la foto che a godermi l’evento.


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Facebook, ecco il commento più digitato

facebook, gli ultimi 100 commenti?

E’ evidente, il 99% degli utenti registrati a facebook genera contenuti inutili.
Difatti, il mondo dell’informazione vivrebbe bene anche senza i milioni di post digitati da ogni angolo del Pianeta da chiunque.

La mia amara considerazione non vuole essere una critica al citizen journalism ovvero il giornalismo partecipativo bensì a tutti coloro che utilizzano i social network in modo distorto.

Per dimostrare la mia tesi, ho analizzato gli ultimi cento commenti dei miei «amici» presenti sul sito di Mark Zuckerberg.

facebook, l'isola dei commenti superflui

Uno studio senza precendenti

Uno studio serio (e senza precedenti) su un vasto campione che ben rappresenta la popolazione globale: i miei contatti vanno dallo studente (di ogni ordine e profitto) fino al professore universitario, dall’imprenditore al disoccupato, non manca la casalinga di Voghera e nemmeno la donna in carriera.

Sportivi, obesi, ristoranti e attività commerciali, esperti informatici e cialtroni, nonne, zie, mamme e papà, single, amanti, suocere … i miei «amici» accedono dal pc di casa e dal computer dell’ufficio, via smartphone e con i tablet di ultima generazione.

E cosa scrivono di tanto interessante?

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Il commento più digitato

Condividono contenuti già condivisi da altri utenti creando un circolo vizioso senza fine (privo di valore aggiunto).

Si potrebbe pensare che il meglio del superfluo lo si legga nei giorni delle ricorrenze, i compleanni su tutti.

E’ vero, si sprecano le frasi profonde e sincere al festeggiato di turno («auguri») ma la mia indagine smentisce questo luogo comune e fornisce un risultato sorprendente: il commento più scritto su facebook è lo sbalorditivo, intenso, appassionato, filosofico «AHAHAHHAH».

Da notare: la potenza di questo commento mette fine a qualsiasi conversazione.
AHAHAHHAH


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