faCCebook.eu

Sbatti il mostro in homepage!

Tag: cdn

Quel maledetto, ultimo 33esimo piano [FOTO]

33esimo piano, perchè?

Cosa diavolo pensavo di trovare su quel maledetto 33esimo piano?

La setta dei poeti estinti?
Una riunione degli scrittori anonimi contro la sindrome della pagina bianca?
Il Sindaco col comitato di accoglienza?

Forse, un angolo di città con una prospettiva diversa?
Una visuale ispiratrice?

La vista dal 33esimo piano di un grattacielo del Centro Direzionale di Napoli

In cima alla torre del Centro Direionale

Desidero raggiungere quel maledetto ultimo piano da anni.
Il richiamo degli ascensori volanti è forte: «prima o poi salgo in cima» mi ripeto ogni volta che passeggio nei viali del Centro Direzionale di Napoli.

Pigio il bottone con curiosità.

Chiuso nella ermetica cabina, scruto il display scorrere veloce.
1, 2, …, 17, … 26 … …. 33!
Il bip sancisce la fine dell’ascesa.

Le porte dell’ascensore si spalancano e, prudente, sbarco lassù in cima, dove mai ero giunto prima!

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

La delusione di quel maledetto 33esimo piano

Un alveare di uffici.
Impiegati alienati nascosti dietro ai monitor, chiusi in piccole prigioni come in qualsiasi altro ufficio del mondo.

Guadagno le prime finestre.

Fotografo nell’indifferenza generale.

Armato di smartphone, punto il panorama ma gli scatti sono filtrati dai vetri delle finestre sigillate.
La visuale non è diretta.
La presenza della barriera alimenta la delusione.

La vista dal 33esimo piano di un grattacielo del Centro Direzionale di Napoli

Ritorno alla realtà

Ritorno sui miei passi.
33 … 26  …  … ….  17 … 2 … 1
Il bip sancisce la fine della discesa.

Raggiungo l’uscita.

Alzo lo sguardo, con la mano proteggo la vista mentre un raggio di sole taglia quel maledetto 33esimo piano.

«Che diavolo mi aspettavo di trovare?» rimugino disilluso.
Qualsiasi cosa cercassi, non l’ho trovata.


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Dispenser gratuiti per gli escrementi dei cani: ci riproviamo al Centro Direzionale [DOWNLOAD VOLANTINO]

Al CDN il dispenser rivoluzionario

Il “pezzo zero” del rivoluzionario domino è all’isola G7 del Centro Direzionale di Napoli.
Il primo dispenser gratuito per la raccolta degli escrementi dei cani è a disposizione dei padroni distratti.

Accompagni Fido a liberarsi ma dimentichi la paletta?
Il simpatico dispenser sottostante al volantino, distribuisce gratuitamente il sacchetto col quale prelevare la deiezione e rimediare alla negligenza.
Basta strapparne uno, compiere il dovere (che ogni padrone civile già esegue) e rispettare la regole elementari della convivenza.

Dispenser gratuiti contro gli escrementi di cani: ci riproviamo al Centro Direzionale

In collaborazione con Vivere

Dopo il fallimento di qualche anno fa, ci riprovo.
In collaborazione con Vivere, il mensile del Centro Direzionale, installiamo il dispenser nei pressi del Bar El Cafesino.

«Stavolta funzionarà!» ripeto mentre attacco il volantino nella curiosità generale.

Il Centro Direzionale bene si presta perché è uno spazio circoscritto e controllato.
E, sotto la spinta mediatica di Vivere, l’iniziativa può raggiungere i commercianti ed i cittadini fiduciosi.

Trionferà l’indifferenza oppure i commercianti ed i cittadini, vista l’esigua spesa da sostenere ed i risultati immediati, adotteranno un dispenser gratuito per gli utenti, collocandolo davanti al proprio negozio o condominio?
Non resta che attendere con tenacia: ogni rivoluzione necessita di tempo.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Scarica il volantino

Bando alle chiacchiere, passiamo ai fatti concreti.
Con un clic parte la rivoluzione: scarica il volantino, personalizzalo con il logo del tuo negozio (o sponsor), acquista il kit presso un qualsiasi punto vendita di accessori per cani.
Posiziona il distributore (come in foto) nei pressi del tuo condominio o negozio.
Controlla e ricarica il dispenser quando necessario.

Goditi il Centro Direzionale pulito e sii orgoglioso di te stesso: fai parte di quel piccolo, grande esercito di cittadini che, con un piccolo gesto, combattono l’assuefazione per migliorare il mondo che li circonda.


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

SOS Cane [VOLANTINO]

Scarica il volantino per incentivare l’uso dei sacchetti igienici per la raccolta degli escrementi dei cani abbandonati lungo le isole del CDN.

Una iniziativa di faCCebook.eu, in collaborazione con Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli.

Vivere, febbraio 2019

Quanti siamo al Centro Direzionale di Napoli?

Il mio articolo  a pag. 7

Le scale (im)mobili su Vivere, il giornale del CDN

Il fascino della carta stampata?

Dal web al giornale.
Il post Scale mobili al Centro Direzionale: cosa accadrebbe dopo il tocco magico della Fatina? è stampato nero su bianco, a pagina 7 del numero di novembre di Vivere, il mensile di informazione del Centro Direzionale di Napoli.

L’ammetto: toccare un mio articolo, avere tra le mani un pezzo di carta sul quale sono impressi i pensieri tramutati in parole, mi stupisce sempre.

E anche stavolta, leggo e rileggo il pezzo, e sorrido soddisfatto.

Il mio articolo sulle scale (im)mobile del Centro Direzionale di Napoli su Vivere

Un ringraziamento a Vivere

Il giorno dell’uscita del numero di novembre (distribuito gratuitamente nelle edicole, negozi e bar del CDN ), in ufficio ricevo una busta con varie copie del giornale.

Sfoglio ed a pagina 7 trovo l’articolo.

Un pensiero davvero gentile (e gradito).

Ringrazio pubblicamente il Direttore e la Redazione per l’attenzione e la premura.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Contro ciò che «normale» non è

Immagino i mille volti dei Lettori.

Con il giornale tra le mani, durante un caffè, in metropolitana o nella pausa pranzo, scorrere gli occhi tra le righe del periodico.

La foto delle indecorose scale (im)mobili che ogni giorno loro stessi osservano, magari attraversano indifferenti, assuefatti allo stato di incuria nel quale versano, cattura lo sguardo.

Meditare del perché tale opera sia in uno stato di abbandono, a chi tocca pulirle, perché non sono state protette, riparate e messe in funzione.
Di chi la responsabilità di tale scempio?

Quesiti scontati privi di risposte razionali.

Ecco, questo è il punto: evitare di accettare come «normale» ciò che normale non è.

Pensare che, tale concetto venga condiviso con i tanti lettori di Vivere, mi inorgoglisce.
E se anche uno solo di loro riflette, si scuote e torna a scandalizzarsi difronte il degrado delle scale (im)mobili, il nostro piccolo, grande obiettivo sarà raggiunto.


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

L’augurio del fan imbrattatore [FOTO]

Dichiarare senza imbrattare?

Osservo sbigottito il cuoricino vicino al nome del sottoscritto.

Il “MARIO” scritto a lettere cubitali, di nascosto, dalla mano tremante di un timido fan?

Quel nome – il mio nome! – compare all’improvviso.
L’augurio stampato sul muro bianco, proprio di fronte l’ufficio dove, ogni giorno, passo e ripasso.
Ed il puntino sulla “i” trasformato in un altro piccolo cuoricino, una dolce dichiarazione per l’amato MARIO – lo scrivente!

Ma, la tenera dedica pubblica, al sottoscritto suscita rabbia più che commozione.
Perchè trattasi di un orribile segno di inciviltà.

Auguri Mario! Il fan imbrattatore colpisce ancora!

Imbrattare=degrado

Imbrattare un muro è il primo segno del crescente degrado urbano.

La mancanza di rispetto per la collettività, il menefreghismo totale delle regole basilari del vivere insieme, l’abuso della libertà concessa, la vigliaccata di un ignorante.

L’indifferenza di chi dovrebbe controllare e – casomai – ripulire la parete completa il pietoso quadro (sporco).
Lasciamo alle intemperie il compito di cancellare il gesto vandalico, il tempo correggerà ciò che l’uomo danneggia.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

L’appello all’imbrattatore innamorato

Imbrattatore innamorato, invia un segnale di civiltà al tuo Mario: in una notte d’ottobre, adoperati e fa tornare la parete allo splendore iniziale.

Così attirerai di nuovo l’attenzione del tuo partner ed i complimenti del sottoscritto.
Attendo fiducioso.

Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

1998-2016: quanti siamo al Centro Direzionale di Napoli?

La percentuale misteriosa

Dopo i colpi inflitti dalla crisi economica, oggi al Centro Direzionale di Napoli, quanti uffici sono davvero utilizzati?

Venti per cento? Settanta? Novanta?
Percentuali ignote.

1998: l’ingresso nella New Economy!

E’ il 1998, al Centro Direzionale spuntano startup come funghi.
Da giovane neolaureato, cerco il primo lavoro ufficiale.

Siamo nel bel mezzo della bolla informatica: c’è da spremere il business dell’anno 2000 e l’arrivo dell’Euro.

Assunto in “prova” in una piccola azienda dell’Information Technology partenopeo, foraggiato da un ridicolo rimborso spese, digito entusiasta le prime righe di codice.
Sono «in formazione», termine culturale per nascondere l’amara verità: sfruttamento di giovani cervelli.

Felice e sottopagato, anche il sottoscritto entra di diritto nella new economy napoletana!

2016: ancora al Centro Direzionale di Napoli

Diciotto anni di corsa tra le autostrade digitali, poi i drammatici ultimi giorni di HP Pozzuoli, infine il ritorno nel luogo dove tutto iniziò.

Con occhi meno romantici di ieri e qualche filo d’argento in più tra i capelli, osservo ancora i grattacieli del Centro Direzionale.

Mille celle incastonate in un alveare di uffici.
Un esercito di lavoratori chiusi in gabbie operano laboriosi.
Almeno all’apparenza.

Perché girando per le varie stradine, noto innumerevoli locali abbandonati.
Insegne di ex banche corrose dal tempo, loghi sbiaditi di importanti società, finestre sempre chiuse, molte delle mille startup non esistono più mentre bar e ristorantini «aprono e chiudono» con esagerata disinvoltura.

Con uno scatto degno di quel lontano e glorioso 1998, salto sul muretto.
Qualche istante per riprendermi dallo sforzo, ritrovo l’equilibrio ed oltre la siepe osservo il canyon artificiale tra i condomini di altezze diverse.

Prendo lo smartphone tuttofare dalla tasca posteriore del jeans.
Metto a fuoco.
Scatto la foto.

Un nuovo balzo felino e ritorno con i piedi per strada.
«Et voilà, sono sempre un giovincello» ridacchio silenzioso mentre una fitta di dolore si fa spazio lungo la schiena.

Centro Direzionale di Napoli: palazzoni ed uffici pieni o vuoti?


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Su Vivere, i grattacieli onirici del CDN

La rassegna stampa

Maniche della camicia rimboccate, sguardo concentrato, lettura attenta.
Confronto i due articoli pubblicati su Vivere, il mensile di informazione del Centro Direzionale di Napoli.

A marzo lo stupore per Il mio «muro di Poggioreale», questo mese la soddisfazione per il più onirico tra i miei post.

Su Vivere,il mio post onirico sui grattacieli del Centro Direzionale

Vivere di aprile, il mio post onirico a pag. 7

Le macchine in continuo movimento macinano pagine, i segugi della Redazione in giro per il mondo (anzi, per il Centro Direzionale) alla ricerca di scoop, il giornale aperto fino all’istante conclusivo per afferrare la notizia dell’ultima ora.

La vita di noi giornalisti del ventunesimo secolo è ardua ma il dovere del cronista non conosce pause.

Se i grattacieli non sono poi così alti

Tra interviste all’edicola storica ed il proprietario del nuovo bar, le promesse del Sindaco per la riqualificazione dell’intera area e la seducente signorina di una nota agenzia immobiliare, a pagina sette spunta il mio secondo articolo.

Il nuovo ufficio, lo smarrimento dei primi giorni nel labirinto di isole prive di indicazioni, lo stupore svanito ed il ricordo in bianco e nero dell’Edenlandia scaturito dal profumo proveniente da un bar.

Non spendo ulteriori vocaboli, Se i grattacieli non sono poi così alti non va spiegato perché tra le parole scritte o sognate, il Lettore troverà ciò che la sua immaginazione conserva in un angolo remoto della mente.

Basta crederci 🙂


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Il mio «muro di Poggioreale» su Vivere, il giornale del CDN

Vivere, il mensile del Centro Direzionale

Veder pubblicato un mio articolo su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli mi rende felice.

Dopotutto che c’è di male nel provare gratificazione anche se trattasi di vana gloria?
Si vive pure di soddisfazioni leggere come il foglio di un giornale o sbaglio?

«Il muro di Poggioreale» su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli

«Il muro di Poggioreale» su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli

Il sogno nel cassetto: essere un giornalista!

Un piccolo sogno realizzato, l’ammetto.

Fin da giovane giocavo al giornalista.
Non ero una cima in italiano – la Matematica, il mio amore – ma adoravo i temi ed i racconti.
Nessun particolare talento per la scrittura o spiccata virtù oratoria però mostravo segni ineccepibili di una spiccata fantasia condita da una forte immaginazione.

Da bambino, trascorrevo ore chiuso nella mia stanzetta a creare mondi paralleli, battaglie epiche tra l’esercito del Bene contro le forze oscure del Male (puntualmente sconfitte).

Passano le stagioni, si estinguono i punk e prolificano i tatuaggi, intorno a me il mondo cambia radicalmente ma una costante resiste nel tempo: l’amore per la lettura.

libri di oggi sono i soldatini di ieri.

Il muro di Poggioreale

Rifletto: il post Il muro di Poggioreale per giungere sulle pagine (la sette, d’accordo) di un magazine deve necessariamente superare la lettura del caporedattore, di un qualsiasi giornalista (o apprendista), non presenta orrori ortografici e – gratificazione massima! – non stona con gli altri articoli presenti sul mensile.

Tanto basta al sottoscritto.

Ringrazio il mio amico Amodio chi mi ha spronato a proporre l’articolo, il Direttore Brandi per l’opportunità ed i «colleghi» della Redazione di Vivere per aver accettato l’intruso (vabbè, mi sono allargato, chiedo venia 🙂 ).

W l’esercito del Bene.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Se i grattacieli non sono poi così alti

Lo smarrimento dei primi giorni

Con gli occhi dell’adulto, i grattacieli del Centro Direzionale non appaiono poi così alti.
Eppure, ricordo lo sconforto del primo giorno: l’arcipelago di isole, un labirinto dai mille ingressi tutti eguali.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Dove è il nuovo ufficio?

Al terzo giro intorno alla stessa edicola, il dubbio è certezza: mi sono perso ancora.
Seguo le indicazioni sparate tutte d’un fiato dal gentile venditore – procedi diritto fino al secondo incrocio a sinistra mantieni la destra sei arrivato – invece dopo dieci minuti sono ancora di fronte al medesimo giornalaio.

Mi guardo intorno sconsolato, nessuna insegna, poche indicazioni mangiate dalle intemperie.

I grattacieli del Centro Direzionale di Napoli non sono poi così alti

Come l’Edenlandia

Da piccolo, emozionato, varcavo l’ingresso dell’Edenlandia e tutto appariva enorme.
Con la meraviglia negli occhi, alzavo lo sguardo al cielo per ammirare la vetta delle irraggiungibili montagne russe.

Lo stupore è svanito con il trascorrere del tempo: più crescevo e più il parco giochi si restringeva intorno a me.

Centro Direzionale, sessanta giorni dopo

Dopo due mesi nella nuova sede di lavoro, il Centro Direzionale è fin troppo piccolo.
La passeggiata lungo i soliti viali, l’uomo vitruviano di Leonardo, la chiesa, i negozi, il palazzo di Giustizia, la galleria commerciale, le torri dell’ENEL.

Uno schema semplice e lineare: i grattacieli disegnano due linee parallele.
Come ho fatto a non orientarmi fin da subito?

Una prigione ben organizzata con i mille ristorantini dove consumare il pranzo ed una serie di bar per il caffè napoletano doc.

L’esercito dei lavoratori sfrutta l’ora d’aria: un fiume di persone che si sposta tra le isole per la migrazione intelligente, sgranchirsi le gambe, un incontro inatteso con un vecchio amico («lavori anche tu qui?»), chi tenta la fortuna al superenalotto e poi tutti insieme negli uffici di pertinenza.

Alle prime ore del pomeriggio, i soliti viali tornano deserti.

Ricordi futuri

Consumo la pausa passeggiando con le mani nel giubbotto.
A marzo l’inverno presenta il conto: folate di vento gelido tagliano il viso come rasoi, il cielo nuvoloso promette tempesta.

Un profumo familiare interrompe gli ultimi pensieri.

Proviene dal bar adiacente.
Mi volto, attirato da un ricordo magico.
Torno bambino, all’Edenlandia, mentre assaporo la graffa e lo zucchero lava il viso innocente.

Le vedo: graffe ancora fumanti.
Sorrido.

Guardo i grattacieli del Centro Direzionale.
Sono davvero alti come appaiono?
Forse.

Dipende da come li guardiamo.
Come il nostro futuro.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

Translate »