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Tag: bontà

L’Idiota che sogna Napoli: tre aforismi di un uomo troppo buono

L’idiota, di Fëdor Dostoevskij (1869)

Un uomo buono e gentile scambiato per stupido.
Il Principe, personaggio amorevole fino a disarmare il prossimo, negli interlocutori suscita prima ilarità poi un dubbio atroce: trattasi di un uomo dall’intelletto superiore alla media oppure di un vero idiota?

Già nel lontano 1869, il geniale Fëdor Dostoevskij gioca con l’animo umano.
Bontà o arrendevolezza?
Capacità di comprensione estrema oppure ignoranza cieca?
Sana ingenuità o stoltezza?

Resto affascinato dalla lettura dell’Idiota.
Lettura lunga e non ancora terminata.

Pagina dopo pagina, assaporo le conversazioni del principe Myskin, le divertenti reazioni degli altri personaggi alle risposte argute o semplici del presunto … idiota.

E rifletto: dopo un secolo e mezzo (il romanzo risale al 1869), anche oggi, un uomo troppo buono ed aperto al prossimo, suscita dubbi?

Forse, perché la diffidenza è nell’animo umano.
Nel 1869 come nel 2018.

L'idiota di Dostoevskij, alcuni passaggi

Le chiacchiere 

E’ una scienza, quella delle chiacchiere, che ha le sue seduzioni.
Io ho conosciuto politici, letterati e poeti che proprio grazie a questa, sono riusciti a fare carriera

L’ingiustizia della Vita

Come la nuvola di Krylov che passa sopra le terre aride per andare a scaricarsi nell’oceano

Napoli e la bellezza

L’idiota, costretto per motivi di salute in una clinica di un piccolo paesino svizzero, sogna di evadere alla ricerca di colori ed emozioni.
E, nel 1869, cita Napoli come meta di un viaggio fantastico.

Sognavo sempre una grande città come Napoli, ricca di palazzi, di grida, di movimento, di vita (1869)

Il Principe riconosce, nella nostra città, un luogo colorato dove regna l’emozione.
Notevole considerazione del 1869.

Nella sua semplicità, il principe Myskin ha ben chiaro un concetto: la gentilezza, la bontà d’animo, la comprensione verso il prossimo, sono gli unici strumenti capaci di sostenere la società.

Voi, Principe, una volta avete detto che la bellezza avrebbe salvato il mondo … 

La bellezza, l’arma contro il degrado (morale e non).
L’arte,  la cultura, la supremazia del Bene contro il Male.

La bellezza, dunque, salverà li mondo.
E Napoli.


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Il perdono di Berlusconi

Berlusconi, la pugnalata di Alfano …

Sono deluso: in questo mondo colmo di cattiveria speravo che almeno l’amicizia resistesse come un ultimo, robusto baluardo. Invece anche questo sano principio è crollato.

L’ultima dimostrazione?
La violenta pugnalata sferrata da Angelino Alfano al buon Silvio Berlusconi.

Lui, sempre circondato dai compagni d’infanzia (da Fedele Confalonieri ad Adriano Galliani), uomo esageratamente generoso (con le estranee come con le abituali frequentatrici della sua dimora), talmente buono da apparire credulone agli occhi dei magistrati, il Salvatore disinteressato della politica italiana viene tradito da chi gli è più vicino nel momento di massima debolezza.

Con la ferita alla schiena ancora sanguinante per il colpo mollato dal vicepremier, mentre il povero Cavaliere tenta faticosamente di rialzarsi, segue il fendente mortale di Renato Schifani.

Berlusconi: il perdono è dei forti

… ed l tradimento di Schifani

Anche il Presidente del Senato lo rinnega senza nessuna pietà cancellando in un attimo l’eterna riconoscenza verso colui che l’ha cresciuto e difeso sotto l’ala protettrice del potere.

L’inganno appare ancora più grave poiché ideato a mente fredda, proprio in casa dell’illuso Berlusconi intento a difendersi dagli attacchi dei nemici di sempre (almeno questo fronte è chiaro) sotto la minaccia eloquente di divenire il prossimo ospite delle patrie galere.

Chi ha assistito al tradimento, però, racconta di un gesto al limite della follia umana.

Il Cavaliere – nella sua infinita e celestiale nobiltà d’animo – ancora sofferente per le due coltellate, guarda in faccia i suoi assassini politici e – col solito sorriso a trentadue denti – pronuncia poche, semplici parole già entrate nella storia: «vi scagiono perché la colpa non è vostra bensì dei magistrati comunisti. io vi perdono!».

Se questa leggenda verrà confermata, alle prossime elezioni, oltre al doveroso appoggio della Santa Sede ed il voto del partito dell’amore, Berlusconi avrà anche il mio devoto sostegno (morale).


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