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Tag: abbi fortuna e dormi

«Abbi fortuna e dormi» di Luciano Esposito: come un arcobaleno sul mare [RECENSIONE+FOTO]

«Abbi fortuna e dormi», tra sogno e realtà

Termino Abbi fortuna e dormi in riva al mare, il luogo ideale per leggere l’intrigante romanzo di Luciano Esposito.

Seduto sulla sdraio, sotto l’ombrellone, sforzo lo sguardo per raggiungere l’orizzonte.
Osservo l’infinito blu, dove finisce la realtà e inizia l’immaginazione.

Con il libro tra le mani, rifletto su quel labile confine tra quotidianità e sogno.
Ecco il segreto di un libro appassionante!
Pagina dopo pagina, la trama ti porta in un mondo immaginario popolato da persone concrete che, ben presto, da personaggi di fantasia, diventano persone alle quali ti affezioni.
E non vorresti più lasciare.

Abbi fortuna e dormi ha proprio questo merito – non ovvio.
Cattura l’attenzione e ci trasporta in un viaggio affascinante.
Con molteplici tappe: sorridiamo, in alcuni capitoli riflettiamo, infine ci emozioniamo.
Sempre con leggerezza.

Perché il bravo autore utilizza uno stile scorrevole, conversazioni ben strutturate, la narrazione accelera e poi rallenta tra questioni surreali e visioni tremendamente concrete.

Giunti all’ultimo rigo, ci svegliamo come da un lungo sonno, riposati e sorridenti.
Compiaciuti per aver afferrato quel dolce sogno nascosto nel romanzo.

Abbi fortuna e dormi, di Luciano Esposito

E spunta l’arcobaleno sul mare …

Ho appena terminato Abbi fortuna e dormi, chiudo il libro col sorriso soddisfatto.
Da sotto l’ombrellone, continuo ad osservare l’orizzonte.

Le atmosfere oniriche della trama ricordano un film di Tim Burton.
«Bravo Luciano» mi congratulo nella mia mente con lo scrittore (esordiente).

Mentre immagino uno stallone bianco correre lungo la spiaggia, osservo meglio il panorama.
Sbatto le palpebre e metto a fuoco la scena surreale: un insolito arcobaleno all’orizzonte.
Sul mare!

Immortalo la scena.

Un’immagine colorata, rara e preziosa.
Come un bel sogno, come il romanzo che ho tra le mani.

L'arcobaleno sul mare spunta mentre termino Abbi fortuna e dormi, di Luciano Esposito

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«L’immaginazione? E’ un viaggio nel tempo», Luciano Esposito, scrittore di nuovi mondi [INTERVISTA]

L’ispirazione secondo Luciano Esposito

Scavo ancora nei meandri della fantasia.
Nella mente dello scrittore, dove nasce la scintilla.

Per carpire quel momento magico nel quale un pensiero diviene un’idea felice.

L’ispirazione: da dove nasce? L’ispirazione: chi la possiede?

L’ispirazione nasce dal sentimento, quindi ce l’abbiamo tutti, dobbiamo solo imparare a riconoscerla e a sprigionarla per darle voce.
In un qualsiasi momento puoi vedere, ascoltare, pensare, qualcosa che ti fa dire: Sì, questa è un’idea!
A quel punto devi subito annotarla da qualche parte per catturarla (io di solito uso il blocco note dello smartphone), perché le idee sono evanescenti e se non le afferri al volo sfumano via come nebbia al sole.
Mi piace pensare che l’ispirazione rappresenti un viaggio nel tempo, nel senso che ciascun pensiero illuminante è figlio di tutto ciò che si è vissuto fino a quel momento, di qualcosa che è venuta prima e sta diventando presente; è quindi un processo creativo che può portarti avanti, nel futuro, in un posto in cui bisognerebbe cercare di restare il più a lungo possibile.

La parola a Luciano Esposito, autore di Abbi fortuna e dormi, per comprendere dove e come sia nato il suo primo libro.

Per conoscere colui che è dotato della scintilla.

«L'ispirazione? E' un viaggio nel tempo» (Luciano Esposito, autore di "Abbi fortuna e dormi"

Abbi fortuna e dormi, il primo libro di Luciano Esposito

D: Quel giorno alla Ubik di Napoli, io c’ero.
Era evidente la tua emozione nel presentare al pubblico  Abbi fortuna e dormi, la tua prima opera.
Oggi, a distanza di tempo, che ricordi hai di quel momento speciale?
R: Ho un meraviglioso ricordo, vivido e indelebile.
Venerdì 24 febbraio 2017, Ore 18:00.
Fino a quel momento non avevo mai presentato un libro e quello è stato il modo migliore per festeggiare il mio compleanno.
Per me un gran motivo di soddisfazione ritrovarmi tra le frizzanti parole del prof. Gerardo Salvadori, il profondo intervento dello scrittore Sergio Saggese, le emozionanti letture animate dal prof. Michele Farina e le magiche esecuzioni live con chitarra classica del Maestro Federico Quercia.
Ricordo ancora uno ad uno tutti i partecipanti, parenti e amici insieme a persone mai viste prima.
Grazie a tutti!

Ad esser sincero, all’inizio ero un po’ teso perché non avevamo steso alcun programma per la serata, a parte la scaletta delle letture di Michele.
Passati i primi momenti d’emozione, mi sono sciolto, le parole sono uscite fluide dalla mia bocca senza stare troppo a pensarle.
Fosse stato per me, avrei continuato per ore ed ore.

Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta la prof.ssa Ermelinda Federico (che ci guarda da lassù) che ha creduto in me fin dall’inizio, lo scrittore Nando Vitali per avermi sostenuto col suo meraviglioso modo di pensare, la Robin Edizioni che mi ha offerto la possibilità di pubblicare il mio romanzo e la libreria Ubik che ci ha ospitati.

Sento infine di ringraziare i miei genitori, che mi hanno sopportato e supportato durante le innumerevoli revisioni del testo.

D: Luciano, Abbi fortuna e dormi era da sempre nei meandri della tua mente.
Un giorno speciale hai trasformato l’ispirazione in trama.
Come è nata la scintilla del tuo primo libro?
R: Le scintille sono state varie.
La prima è stata l’idea centrale intorno a cui la trama si svolge, un sogno che avevo in testa da tempo, tra me e me non finivo mai di dirmi:
prima o poi dovrò scriverne.
La seconda scintilla è scoccata con la nascita di mia figlia.
Le lunghe attese in clinica prima del parto hanno alimentato la mia ispirazione.

Posso solo dire che il giorno della venuta al mondo della mia bambina è stato quel momento speciale che ha trasformato l’ispirazione in trama.

Abbi fortuna e dormi  è una storia incentrata sulla scintilla di un sentimento puro di vero amore da parte di un uomo nei confronti di due donne.
Non stiamo parlando di un volgare tradimento ma di
polifedeltà, termine (coniato da Sergio Saggese) che sintetizza perfettamente in una parola la trama del mio racconto.
Infine, a trasformare la trama in libro, ci ha pensato la scintilla della
Robin Edizioni.  

Abbi fortuna e dormi, il primo libro di Luciano Esposito

«La creatività massima nasce dai sogni»

D: Tu scrivi storie, crei racconti mai narrati fino ad oggi.
Storie nate dalla tua fantasia, l’intreccio dei pensieri irrazionali con emozioni ataviche.
Da dove nasce quel fulmine che trasforma una riflessione in una trama?
Quel momento magico che ti obbliga a buttar fuori e mettere nero su bianco le parole imprigionate nel tuo cervello?
R: Amo scrivere sia racconti brevi che scritti più lunghi.
Quasi sempre i primi sono ispirati a fatti realmente accaduti o piccole storie derivanti da esperienze vissute durante la vita di tutti i giorni.
In uno scritto breve riversi su carta, in poco tempo (qualche ora al massimo), una serie di emozioni, argomentazioni che logicamente organizzate possono suscitare una riflessione od un sorriso.
Diversamente, in un romanzo bisogna tener sotto controllo la storia, i personaggi, il modo di esprimersi, i tempi, in maniera tale che ogni parola sia giustificata e alla fine tutto abbia un senso.
Quando mi dedico ad uno scritto breve, ogni momento è buono: giorno, notte, in treno, all’Autogrill, al mare, in montagna.
Al contrario, ai romanzi mi ci dedico prevalentemente a casa, durante i week end.

D: Luciano, l’ispirazione nasce dal mondo che ti circonda?
Quale è il segreto per alimentare l’immaginazione?
R: L’immaginazione è una creatura che vive dentro la nostra anima, io la nutro con pochi ingredienti naturali: viaggi, libri e film.
A volte mi capita di trarre un’ispirazione inconscia dai sogni, sono loro a suggerirmi lo spunto per alcune stesure letterarie, lì raggiungo il mio picco massimo di creatività.
Dimenticavo la vita!
Tutte le esperienze vissute, belle o brutte che siano, alla fine diventano ricordi su cui si basano le fondamenta dell’immaginazione.

"Ogni momento + buono per scrivere", (Luciano Esposito)

I progetti futuri: il secondo, atteso libro

D: Luciano, ci hai già rilasciato una sincera ed interessante intervista nella quale abbiamo affrontato vari temi.
Parliamo, invece, del prossimo futuro: a quale opera stai lavorando?
Nuovi progetti?
R: Essendo architetto, ho diversi progetti in cantiere (risatina).
Riferendomi alla produzione letteraria, sono in procinto di ultimare il mio nuovo romanzo, completamente diverso dal precedente per genere, struttura e stile narrativo.
Questa volta ho affrontato uno dei temi più insidiosi e tenebrosi della riflessione umana: la morte.
Ho cercato di esorcizzarla a modo mio attraverso gli occhi di un vecchio impresario.
La storia si svolge in un remoto paesino di montagna.
Per il momento non aggiungo altro, posso solo dire che non mancheranno sorprese e un gran finale.

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«La scrittura è una necessità»

D: Luciano, prima di chiudere, condivido una riflessione di Paola: chi scrive lo fa per se stesso o per gli altri?
R: Anche se la scrittura è un modo per esternare al mondo qualcosa di noi, sono convinto che chi scrive lo fa per sé stesso.
Mettere alcune storie nero su bianco è, per me, una necessità.
Non c’entrano fama, soldi o ritorni d’immagine, è un semplice bisogno naturale, come mangiare, bere o respirare.
Una cosa che non ha nulla a che vedere con la razionalità, ma riguarda il cuore, l’istinto, la passione.
Scrivere, nel mio caso, ha anche un effetto rilassante perché mi permette di mettere da parte i pensieri pesanti e regalarmi alcune ore di pace e serenità.
Perchè creare con le parole significa inventare nuovi mondi, ed io, in quei mondi, mi ci perdo puntualmente …

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Luciano Esposito e la storia dell’uomo innamorato di due donne (contemporaneamente)

Tra Eco e Fallaci sbuca Luciano Esposito

Luciano, partiamo dalla fine.
Quali emozioni ti suscita l’immagine di Abbi fortuna e dormi sugli sugli scaffali delle librerie?
R: Chi l’avrebbe mai detto. Non posso negare che vedere esposto il mio romanzo in libreria, tra Umberto Eco e la Fallaci, mi ha fatto un certo effetto.
Per carità, lungi da me qualsiasi tipo di accostamento, è solo questione di iniziali di cognome.

Luciano Esposito è un amico di famiglia.
Gioviale, disponibile, ospitale.
Pochi sospettano che, dietro quel sorriso bonario, si cela l’animo sensibile dello scrittore.

«Chiunque ha una storia da raccontare, basta porgli le giuste domande» è la scintilla per le interviste del sottoscritto a personaggi perlopiù sconosciuti al grande pubblico.

Oggi tocca al novello scrittore, il tipo di personaggio sul quale amo accendere il riflettore.

Per scoprire un possibile talento, per ascoltare e conoscere il mondo di una persona che ha realizzato un’opera immortale: un libro.

Luciano Esposito, l'autore di «Abbi fortuna e dormi»

L’intervista

D: Luciano, perché un bel giorno senti l’esigenza di raccontare una storia che, forse avevi dentro da sempre, e pubblichi Abbi fortuna e dormi, il tuo primo libro?
R: Mi è sempre piaciuto raccontare storie. Era mia intenzione lasciare sul comò dei miei figli un romanzo scritto dal padre. La pubblicazione è stata conseguenza di un evento fortuito, devo tutto all’incontro con la prof.ssa Ermelinda Federico (persona eccezionale recentemente scomparsa) che ha trovato un editore (Robin Edizioni) disposto a pubblicare il mio manoscritto.

D: dunque, che significa scrivere? Trovi valida la teoria: «più leggo, più scrivo, più leggo»
R: Scrivere vuol dire mettersi in gioco per raccontare e, inevitabilmente raccontarsi. E’ un atto creativo che ha il potere di trasformare la realtà, oltre ad essere un modo indiretto per parlare con qualcuno e sentirsi meno soli, anche se spesso quel qualcuno sei tu.
Scrivere è linfa vitale.
Trovo che la teoria «più leggo, più scrivo, più leggo» funzioni alla perfezione, anche se, ultimamente «più scrivo».

D: Puoi anticiparci qualcosa della trama del tuo romanzo?
R: Premetto che non è un romanzo autobiografico.
Tutto comincia con un viaggio in treno.
Stefano è un architetto con un unico grande amore, Barbara, che però l’ha lasciato. Un giorno incontra Cleo, una ragazza tanto bella quanto misteriosa; lei è la donna dei suoi sogni e diventerà l’unica ragione per continuare a esistere.
Quando un’altra donna inaspettatamente entrerà a far parte del suo cuore, Stefano affronterà l’esperienza travagliata di una doppia relazione.
Si possono amare due persone contemporaneamente?
L’esito finale, per nulla scontato, arriverà dopo un lungo tragitto interiore costellato di domande che troveranno sorprendenti risposte.

Nando Vitali, il maestro e l’amico

D: La stesura dell’opera, ti ha prosciugato ogni energia oppure volavi sull’onda dell’entusiasmo? Quali i momenti di difficoltà? Mai affrontata la «crisi della pagina bianca»?
R: Mi ci sono volute parecchie energie per volare sull’onda lunga di un entusiasmo sempre più crescente. Avevo la trama bene in mente fin dall’inizio ma ho dovuto lavorare non poco per chiudere la storia come volevo.
La difficoltà più grande che ho incontrato è stata dare coerenza e scorrevolezza alla narrazione per oltre trecento pagine. Problematiche tante, tutte superate grazie al sostegno professionale dello scrittore Nando Vitali, mio maestro e amico, senza il suo contributo il mio romanzo non sarebbe così riuscito.
Non ho mai affrontato la crisi della pagina bianca, quando decido di sedermi davanti al PC lo faccio per scrivere.

D: Come immagini i tuoi Lettori? Sei curioso di carpire la loro espressione quando, col volto immerso nelle pagine del tuo libro, leggono le parole uscite da dentro la tua anima?
Sorrideranno? Rifletteranno? Si emozioneranno?
R: Nel mondo dei miei lettori c’è di tutto: amici, amici di amici, parenti, persone conosciute, persone sconosciute e persone che forse non conoscerò mai.
Abbi fortuna e dormi è una storia trasversale, rivolta a lettori di ogni età, leggibile anche dai più giovani per la scorrevolezza significativa del testo.
Spesse volte mi chiedo quale sia l’espressione dei miei lettori mentre leggono i diversi passaggi, sono sicuro che sorrideranno, rifletteranno e si emozioneranno.

«Abbi fortuna e dormi» di Luciano Esposito, sugli scaffali della Feltrinelli tra Umberto Eco e Oriana Fallaci

La scuola e la prof.ssa di Italiano

D: La fan page ufficiale di Abbi fortuna e dormi è ricca di commenti e foto.
I veri amici sono rari. sei felice di tanto affetto e stima oppure temi di deluderli?
R: La paura di deludere qualcuno è sempre dietro l’angolo, devo dire, però, che i complimenti e i giudizi positivi ricevuti fino ad ora mi hanno riempito di gioia e mi hanno dato un grande slancio per continuare a scrivere.

D: Luciano, torniamo sui banchi di scuola: che tipo era il tuo professore di italiano? Ha contribuito a modellare la scrittore di oggi oppure la formazione scolastica pensi sia solo nozionistica e non produce vera cultura?
R: Cominciamo col ricordare che la mia professoressa di italiano, alle superiori, era una bella donna. Spesso durante l’interrogazione si distraeva guardando fuori dalla finestra con occhi assenti ed io me ne accorgevo, allora, per allungare il brodo, cominciavo a raccontarle di tutto, da Pinocchio a Biancaneve, l’importante era non interrompere l’esposizione.
Alla fine me ne tornavo al banco con un bel voto. Giuro!
Anche se la scuola mi ha formato infondendomi le nozioni base, la passione per la scrittura è nata in età matura.
Scrivere deve essere un atto libero, non un’imposizione.

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Povertà di spirito: il «mostro» da sconfiggere

D: Se avessi la possibilità – anche temporale – quale scrittore vorresti incontrare?
R: Mi piacerebbe incontrare George Orwell, per chiedergli come ha fatto a prevedere eventi futuri.
Il suo 1984 (scritto nel 1948) è straordinariamente avveniristico.
Stupefacente.

D: Chi consideri i tuoi «maestri» di penna?
R: Tutti gli autori che ho letto, e il mio maestro Nando Vitali, ovviamente.

D: ultimo libro letto?
R: Il suonatore di pietre, di Sergio Saggese.

D: Luciano, domanda d’obbligo: quali sono i peggiori «mostri» affrontati?
Convieni che una delle armi più potente per sconfiggerli sia la cultura?
R: Credo che il mostro più grande di tutti sia la povertà.
Povertà, non solo intesa come condizione di chi si trova ad avere un limitato accesso a beni e servizi d’importanza primaria.
Sto parlando di un altro genere di povertà, per certi aspetti ancora più grave: la povertà di spirito, che spesso equivale a ignoranza.
È un po’ come un cane che si morde la coda, l’ignoranza genera povertà che genera ignoranza (la peggiore delle povertà).
Se vogliamo fare un esempio, l’ignoranza è anche la principale causa di un’infinità di guerre. Non a caso, le zone del mondo teatri di conflitti sanguinosi coincidono con quelle dove è maggiormente diffuso l’analfabetismo.
In altre parole, l’ignoranza rende succubi nei confronti di chi ne sa di più.
La crescita culturale è l’unica vera possibilità di riscatto e di liberazione per l’umanità.

D: Luciano, l’intervista termina con una riflessione libera.
A te il messaggio da lanciare nell’oceano sconfinato della Rete.
R: Se avete voglia di sognare e di passare qualche ora spensierata, di sorridere, riflettere ed emozionarvi, leggete Abbi fortuna e dormi.
E se l’avete già letto, rileggetelo!

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