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Vivere, il giornale del Centro Direzionale: il mio articolo sul numero di febbraio

Vivere, il mio articolo a pag. 7

Rileggere un mio articolo sul numero di febbraio di Vivere, il giornale del Centro Direzionale di Napoli, suscita sempre stupore.

Immagino i Lettori immersi nelle pagine del mensile – chi in metropolitana, chi al bar o in pausa pranzo – per dedicare tempo prezioso alle considerazioni del sottoscritto.
Riflessioni più o meno leggere, scritte nero su bianco.
Idee personali che raggiungono il grande pubblico di Vivere.
Davvero un onore.

Dunque, quando capita – superato lo stupore – non lascio scivolare la gioia nel dimenticatoio ma immortalo l’evento con un post ad hoc.

Vivere, il giornale del Centro Direzionale pubblica un mio articolo sul numero di febbraio

Io, giornalista per gioco

Per chi – come il sottoscritto – pubblica senza velleità giornalistiche, il riscontro degli addetti ai lavori è un segnale entusiasmante.

Dopotutto, scrivo per diletto e considero faCCebook (la mia casa digitale), un luogo dove esporre pensieri per un confronto aperto con voi, amici Lettori.

Mi considero uno scolaretto volenteroso, senza titoli ufficiali, che insegue il piacere della scrittura.
Piacere alimentato dall’amore per i libri: più leggo, più scrivo, più leggo.

La passione per la scrittura con il presuntuoso obiettivo di suscitare riflessioni.
Riflessioni nate dall’osservazione della realtà.
Come quella misteriosa percentuale finita sulle pagine di Vivere.

La percentuale misteriosa su Vivere di febbraio, il giornale del Centro Direzionale di Napoli

Scarica Vivere, febbraio 2019


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Con quella foto del profilo un po’ così …

La foto del profilo? La firma dell’autore

Aggiorno l’immagine del profilo su tutti i canali social.
Perché chi pubblica dei contenuti – come il sottoscritto – ha un preciso obbligo: mostrare il proprio (vero) volto ai Lettori.

Considero la trasparenza una regola da perseguire.
Presentarsi a chi spende il prezioso tempo per leggere un tuo articolo è una forma di rispetto e, la foto del profilo nel web, risulta parte integrante della firma dell’autore.

Al contrario, l’anonimato – come la mancata citazione delle fonti – danneggia l’autorevolezza del sito.
Dunque, rincorrendo il suddetto principio, mi tengo al passo con i tempi e pubblico il nuovo scatto.

La mia foto del profilo social

La mia nuova foto social è online

La nuova foto per l’identità digitale mi ritrae con un’aria da intellettuale.
Mi piace.
Lo scatto rispetta le cinque regole enunciate dal sottoscritto:

  • è recente
  • riguarda me stesso (evitato parenti cagnolino, Messi, Angelina Jolie …)
  • mostra una espressione consueta/spontanea
  • è priva di interferenze (senza tizi alle spalle, fastidiose bicchieri, sedie …)
  • con braccia (visibili) in posizione non banale.

Un tocco di originalità è necessario.
Rispetto al recente passato, accolgo il consiglio del fotografo e scelgo un bianco e nero mai banale.

Infatti, in questo nuovo anno, mi affido ad un professionista: il mio amico Luigi Borrone, il fotografo che ferma il tempo.

E’ lui a decidere location e posa.
L’aria da intellettuale, invece, è tutta mia 🙂


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«Vi spiego perché BetLeague è unico», parola di Luca Monfrecola [INTERVISTA]

BetLeague,  l’idea che ti cambia la vita?

Luca è l’ideatore di BetLeague, il nuovo gioco (gratuito) di sfide tra appassionati di calcio.

Al sottoscritto interessa carpire quel momento magico nel quale scatta la scintilla, quell’istante che illumina il cervello e compare l’idea che ti cambia la vita.

O, se non te la cambia, almeno ti appassiona.
E tu ci credi talmente tanto da dedicare tempo e risorse.

Luca Monfrecola, l'ideatore di BetLeague, il nuovo gioco di sfide tra appassionati di calcio

BetLeague, tra FantaCalcio e TotoAmici

D: Luca, BetLeague era nei meandri del tuo cervello forse da sempre.
Da dove nasce quella scintilla magica che trasforma un pensiero di una notte in un progetto concreto e di successo?
R: Ciao Mario, probabilmente si, era da anni che girava questa idea nella mia testa.
Preferivo giocare al TotoAmici piuttosto che al fantacalcio ma di quest’ultimo gioco mi affascinava la componente “sfida 1 vs 1” che al TotoAmici mancava.
Dal canto suo, però, il TotoAmici era più veloce, snello e immediato … e così è nato BetLeague, precisamente in una domenica pomeriggio di circa cinque anni fa.

D: Quando hai visto la tua creatura online, quali sentimenti hai provato?
Più emozionato per l’inizio di una avventura o preoccupato di un possibile insuccesso?
R: Ho provato una grande gioia.
Le difficoltà in questi cinque anni sono state tante quindi, aggiungerei, anche una piccola liberazione e soddisfazione personale.
La caparbietà premia.
Sicuramente più emozionato, allegro ed euforico: vedere il bicchiere mezzo pieno è nella mia indole.
Anche se ammetto che controllo i dati, il trend, le prestazioni della piattaforma più di una volta al giorno 🙂

D: Ideare un gioco ed interessare il pubblico è azione complessa.
Quali le differenze con gli altri giochi sportivi già online?
R: Credo che BetLeague abbia dalla sua un aspetto fondamentale che al giorno d’oggi conta molto: la velocità della giocata.
Per giocare infatti bastano pochi secondi 😉

BetLeague, il nuovo gioco online per gli appassionati di calcio

BetLeague, come giocare (e vincere)

D: Se dovessi convincere un utente a partecipare, come descriveresti la maggiore peculiarità che rende BetLeague unico nel suo genere?
R: BetLeague fa incontrare due scommettitori in un’emozionante sfida 1 contro 1, senza dover passare dai bookmaker.

D: Dalle faq leggo poche semplici regole.
Spiegaci in tre step come iscriversi e partecipare ad una lega.
R: Giusto Mario, poche e semplici regole:

  • ti registri sul sito
  • scegli una o al massimo cinque leghe a cui partecipare in funzione delle competizioni che preferisci
  • piazzi i tuoi pronostici: se ne indovini più del tuo avversario, conquisti 3 punti in classifica

BetLeague, il nuovo gioco online per gli appassionati di calcio

Questioni di leghe: pubbliche o private?

D: Io, nuovo iscritto, come scelgo la lega alla quale partecipare?
Meglio una lega pubblica o privata?
R: La scelta della lega avviene principalmente in funzione su quali competizioni vuoi giocare: Serie A, Premier League, Champions League ed Europa League.
Una lega privata ti offre la possibilità di scegliere tu contro chi vuoi giocare.
Infatti, solo i giocatori che tu inviterai potranno parteciparvi – mentre, la lega pubblica, è aperta a tutti e puoi conoscere nuovi amici.

D: Luca, siete online dall’inizio del campionato di SerieA.
Quali le reazioni riscontrate dagli utenti? I giocatori partecipano?
Ci puoi raccontare qualche aneddoto divertente?
R: Noto una grande partecipazione.
Gli utenti sentono in modo sana la sfida e la competizione.
I nostri giocatori sono sia social che appassionati di calcio, un bel mix!
Un aneddoto divertente?
Ad esempio, un utente (lungimirante?) mi ha chiesto se sarà possibile – in un futuro prossimo – scommettere anche sul vincitore di talent in tv!

BetLeague, il nuovo gioco online per sfidare gli amici appassionati di calcio

BetLeague, tre trucchi per vincere!

D: Tu sei esperto di BetLeague: bisbiglia in un orecchio dell’ultimo utente registrato tre trucchi da seguire per vincere la lega.
R: Ecco tre consigli pratici da applicare già quando piazzi la prossima bolletta:

  • consultare le statistiche delle squadre (tra non molto sarà online anche un’area dedicata)
  • seguire il cuore, ma soprattutto l’istinto nelle piazzate dell’ultimo istante
  • e, in particolar modo, per vincere i premi consiglio di partecipare a 5 leghe giocando su tutte le competizioni

D: Sei sul blog dei «mostri»: su BetLeague ce ne sono?
R: Ovvio, sono ovunque 🙂
Forse il più temibile è il tempo.
Bisogna essere bravi a tenere sempre alta la tensione degli utenti e stupirli continuamente.

D: Luca, nello sport la vittoria è uno dei possibili risultati.
Come la sconfitta.
L’importante è provarci!
Lancia un messaggio nella bottiglia, il mondo ti ascolta.
R: Mi piace moltissimo quel detto che cita: l’importante non è cosa trovi alla fine del tuo viaggio, ma quello che provi mentre viaggi.
E’ esattamente così.
L’importante è viaggiare.
E provarci, sempre. 🙂

Come giocare (gratis) su BetLeague

Ti è piaciuta questa intervista e vuoi provare BetLeague?
E’ gratis e basta un clic per registrarsi: GIOCA SUBITO


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La dura vita del cameraman: dietro le quinte del convegno «Salute e benessere» [VIDEO]

Io, cameraman per passione

A volte mi regalo un cameo, è raro ma succede.
Accade quando l’evento mi coinvolge.
Perlopiù resto dietro la videocamera, nascosto dai flash e dalle condivisioni social.

Non amo le luci della ribalta.
Amo, invece, riprendere gli altri e renderli attori protagonisti.

Registro le scene di un film personale, immagini accompagnate dalla giusta colonna sonora, da rivedere dopo qualche tempo col sorriso sulle labbra.

Rivedere non per nostalgia.
Rivedere per riprovare quel sano sentimento che ti fa pensare: «però, sono riuscito nell’impresa».

La dura vita del cameraman: dietro le quinte del convegno «Salute e benessere»

Al convegno BeTime sull’alimentazione

Il convegno La prima prevenzione è a tavola organizzato da BeTime, l’Università del tempo libero, merita la dovuta attenzione.

Dunque, accetto con piacere l’invito.
Armato di videocamera, riprendo gli esperti, registro le riflessioni della platea.

Un dibattito su alimentazione e salute.
Argomenti interessanti, la serata è ben spesa.

Il cameraman, il regista ed il montatore

La sera, a casa, scarico i filmati sul computer.
Con calma, rivedo ogni ripresa.
Come sempre, non sono pienamente soddisfatto del lavoro.
E’ sfuggito quel fotogramma, una scena risulta mossa, manca una frase che avrei voluto inserire.

Il regista che vive dentro di me, è sempre molto critico con il cameraman.

Inizio il montaggio.
Elimino le scene morte, taglio gli interventi lunghi, cerco di dare spazio ai presenti.
Nel film, ognuno merita una parte.
Infine, scelgo la colonna sonora – elemento fondamentale per il successo del video.

Dopo un paio di ore, creo un videoclip di due minuti.
Per il sottoscritto, la giusta durata per mostrare tutto senza annoiare lo spettatore.

A voi il risultato. 


 


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Dopo il sogno nel cuore, l’anno sabbatico

Comandante, dove sei?

Osservo la “N” azzurra con nostalgia.
L’immagine sulla borsa poggiata sul pedalò riapre ferite (sportive) non ancora rimarginate.

Ne è trascorso di tempo dalla fine dell’ultima SerieA ma il sottoscritto prova ancora delusione per l’amaro epilogo.
Continuo a rivivere quei momenti: dove abbiamo sbagliato?
E incredulo chiedo; perchè?
L’assenza di una risposta convincente mi lascia nel limbo dell’incertezza.

Come l’abbandono di un amico senza una plausibile spiegazione.
Già, un caro vecchio amico con il quale cresci, ti confronti, provi emozioni e poi sparisce senza nemmeno una telefonata.
Il vuoto che non puoi colmare con la logica di un ragionamento.

Osservo la “N” azzurra in una domenica qualsiasi, in riva al mare.
Con lo sguardo raggiungo l’orizzonte e la domanda dell’io-tifoso riemerge prepotente: perchè il nostro Comandante non guida il Napoli campione d’Italia?

 
Avevo un sogno nel cuore

Confermare Sarri, l’unico rimedio?

Chiodo schiaccia chiodo, è una regola falsa.
Il nuovo allenatore Ancelotti non cancella la malinconia per la storia appena terminata.

Il nostro epico Comandante, fautore di emozioni e bellezza calcistica mai vista prima, resta impresso nella mente dello scrivente.

La grande ingiustizia poteva essere riparata solo con la permanenza di Maurizio Sarri alla guida sel suo (nostro) seducente Napoli.
Avrei preferito mille volte la conferma dell’uomo con la tuta a qualsiasi altro nome, anche risonante.

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Per ritrovare la passione perduta

Troppe delusione tutte insieme: via il Comandante, via (forse) il Capitano.

E così, dopo l’ultimo campionato avvelenato, decido: prendo una pausa dal calcio.

La decisione ponderata è suffragata da mille validi motivi.
Ne elenco alcuni:

  • amo il fair play e nel calcio non esiste il fari play
  • amo la sana competizione ed il calcio è competizione scorretta
  • amo la trasparenza e nel calcio la trasparenza è stata cancellata
  • amo la riconoscenza e nel calcio la riconoscenza è surclassata dal soldi
  • amo la fedeltà ma nel calcio vincono i mercenari
  • amo la correttezza e lealtà ma nel calcio il risultato conta più di tutto.

Amo lo sport ma il calcio non è più uno sport.

Stanco e privo di passione, oggi necessito di ripulire la mente dalle gioie regalate dal Comandante.
Un reset emozionale.
Perché cotante emozioni sono impossibili da ripetere.

Quel feeling squadra-tifosi che ci ha spinto ad un metro dalla vetta, quell’atmosfera magica di un sogno prossimo alla realizzazione.

Prendo atto: il sogno nel cuore si è infranto contro l’ingiustizia del calcio malato, deluso parto per il mio anno sabbatico.

Per ritrovare la passione perduta.
E, per riconoscenza al Comandante.


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«Fotografo per catturare le emozioni», Luigi Borrone e la ricerca dell’attimo perfetto [INTERVISTA]

Luigi Borrone, fotografo per passione

Stavolta tocca a Luigi Borrone, fotografo per passione.

Perché l’ispirazione è il terzo occhio del fotografo – professionista o semplice appassionato che sia – e Luigi possiede la scintilla.

Luigi, definisci l’ispirazione.

L’ispirazione non esiste, o meglio, non è un qualcosa di tangibile che si può avere a comando: viene quando vuole e se ne va quando vuole, soprattutto senza mai avvisare.
Può rivelarsi come uno stato di entusiasmo, un impulso improvviso di eccitazione che fa scattare la creazione dell’opera, nel nostro caso fa scattare la fotocamera e riesce a fermare l’attimo per incastonarlo nell’immagine.

Luigi Borrone, il fotografo che ferma il tempo

«Cerco quell’attimo perfetto»

D: Luigi, nei tuoi scatti, immortali angoli nascosti di Napoli e della zona flegrea da un punto di vista originale, il tuo.
Catturi l’istante in una foto.
Da dove nasce quel momento unico che ti obbliga a fermare il tempo e catturare l’emozione?
R: Ho sempre voluto fotografare, anche da piccolo.
Mi piaceva molto e mi piace tutt’ora avere la testimonianza di ciò che vedo e, attraverso la foto, ricordo le emozioni che ho provato in quel momento.
Mi diverto moltissimo a ricercare l’attimo perfetto da fotografare, catturare il momento in cui io e i miei amici ridiamo oppure catturare un pezzo della città che amo per portarlo sempre con me.

Uno scatto denso di ispirazione di Luigi Borrone

«Dopo gli attentati di Parigi, la mia foto di successo»

D: L’ispirazione si può allenare oppure è un dono naturale?
R: Capire e carpire l’attimo in cui scattare è uno stato d’animo che risiede dentro il fotografo e, per ritrovare gli stimoli giusti, occorre sempre esercizio costante, mettersi continuamente in relazione con questo fantomatico attimo.
E fermarlo.
Per regalarlo all’eternità attraverso lo scatto.

D: Luigi, ricordi la tua prima foto di successo?
Lo scatto che ha sancito la voglia di condividere le tue pubblicazioni?
R: La foto dopo gli attentati a Parigi.
Pensai quanti amici e concittadini erano per lavoro e quante persone lasciavano la propria città per trovare fortuna altrove.
Invece, per un gesto folle, hanno trovato la morte.
Per essergli vicino, presi i due simboli delle città e scattai una foto.
La mia città, Pozzuoli, e quella dove i miei concittadini avevano trovato il terrore, Parigi con la torre Effeil.
Con grande sorpresa, la ritrovai twittata dal sindaco di Pozzuoli.
E su Facebbok con oltre 3000 like.

Luigi Borrone, i canali social 

D: Luigi, prima di chiudere, condivido una riflessione di Paola – nostra comune amica: chi scrive (nel tuo caso, chi fotografa) lo fa per se stesso o per gli altri?
R: Cito il grande Daniel Pennac:

Ho fatto delle foto.
Ho fotografato invece di parlare.
Ho fotografato per non dimenticare.
Per non smettere di guardare.

Poi, per me, come già ti dissi, vale sempre il concetto: la foto è l’unico strumento per fermare il tempo.

Luigi Borrone è su facebook, twitter e instagram

A Luigi il mio sincero ringraziamento per l’interessante intervista che ci ha rilasciato.
Per chi volesse seguirlo, segnalo la fanpage ufficiale Luigi Borrone – Fotografo Per Passione, il profilo twitter ed i canale Instagram.


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Napoli, stavolta è vera neve [FOTO]

Piazza Carlo III, testimone di una storica battaglia

L’immagine che conservo con affetto è Piazza Carlo III imbiancata, con i ragazzi impegnati in una storica battaglia a colpi di palle di neve.

A Napoli, questa è una guerra rara – secondo le statistiche meteo, l’ultimo scontro di questo tipo, risale al lontano 1956.

Protetto dall’ombrello, chiuso nel giubbotto, armato di guanti e macchina fotografica, passeggio per via Foria in direzione Centro Direzionale.

«Dopotutto è una giornata memorabile» mi ripeto mentre felice osservo cadere tanta neve come mai prima.

Piazza Carlo III, storica battaglia a colpi di palle di neve

«Pegg e Roccaraso!»

Stavolta i fiocchi non si sciolgono.
Ben presto, il marciapiede diviene un lungo tappeto bianco, le auto bloccate ricoperte dal mantello candido.

Cammino lentamente, con attenzione, per non scivolare.
Nonostante i disagi (metropolitana ed autobus fermi), registro un’atmosfera di euforia generale.
Siamo tutti coscienti che, fra qualche ora, al primo sole, la magia svanirà.

Ascolto i commenti divertiti delle persone: «pegg e Roccaraso!».
A conferma che il napoletano non riesce proprio ad andare oltre le montagne dell’Abruzzo!

Neve a Napoli, una giornata da ricordare

Una giornata storica

Immortalo le due panchine ricoperte di neve, alle spalle il maestoso albergo dei poveri.
Sono quasi giunto al Centro Direzionale, felice testimone di una giornata storica, soddisfatto di aver goduto appieno di un evento speciale.

Osservo ancora Napoli imbiancata, stavolta è proprio neve vera!
L’umile cronista, felice, ha compiuto la sua missione: tramandare le immagini ai posteri.

Neve a Napoli, la galleria fotografica


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Da Google a Telegram, una collezione di «mostri», regalo di un amico

Il regalo viaggia su Telegram

Il mio amico Pasquale – l’ideatore della sempre attiva e fantasiosa community GooglePlus Napoli Image Naples, mi sorprende via Telegram.

Il buontempone compone una collezione di (miei) post in una unica pagina – chiara, ben leggibile, affettuosa: Sulle tracce in community dell’amico Mario.

Clicco e la sorpresa si materializza sullo schermo dello smartphone: dagli articoli impegnati ad argomenti spensierati passando per la lettera a Il Mattino sulla giungla di viale Kennedy e la successiva ed indimenticabile vittoria dei 715 mila Mi Piace.

Fiumi di inchiostro, milioni di parole, passione infinita condivisa con lo stesso spirito da Pasquale, i moderatori e gli amici di Napoli Image Naples.

Sulle tracce in community dell'amico Mario, il regalo viaggia su Telegram

Dove c’è passione …

Rileggo il post Telegram di Pasquale. con attenzioni – anche più volte.
Rivedo i temi nei quali credo, le denunce convinte, le mille considerazioni condivise o cadute nell’indifferenza generale.

Leggo come se fosse un libro, un insieme di articoli nati dalla passione e dalla convinzione: immaginare una società migliore è il primo passo per cambiarla.
Come?
Con le nostre azioni quotidiane, con l’esempio, agendo in prima persona.

Ringrazio pubblicamente Pasquale.

Per il tempo speso a comporre il regalo Telegram.
Per la dedizione nel raccontare Napoli attraverso le immagini,
Perché spesso chiede l’opinione del sottoscritto ed è un ascoltatore paziente ed attento.

Ma soprattutto, perché è un mio sincero amico.


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Casi di successo, due esempi da studiare

Lorenzo Marone, da avvocato a scrittore

Lo stesso Lorenzo Marone – nell’intervista esclusiva rilasciata al sottoscritto – conferma il salto: in un momento di pura follia, abbandona la strada sicura dell’avvocatura per seguire la passione (incerta) della scrittura.

Diventerà un caso di successo nazionale.

La scelta di Lorenzo Marone è sostenuta da un evidente talento ed una giusta dose di rischio.

>Perchè studiare i casi di successo?

IoCiSto, la libreria di tutti

Nel cuore del Vomero, la zona collinare di Napoli, da qualche anno spopola la libreria IoCiSto.
Nata dal coraggio di un gruppo di cittadini che, nel momento di massima crisi dell’editoria, invece di dietreggiare, attacca e fonda la libreria di tutti.

La storia di IoCiSto è un caso di successo basato sulla determinazione, convinzione e passione.

Laddove in molti falliscono, gli amici del Vomero realizzano un sogno che, a distanza di anni, cresce e rappresenta un ottimo esempio da seguire.

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Talento, passione e rischio: gli ingredienti dei casi di successo

Il talento per la scrittura, il rischio nell’abbandonare la certezza per l’incognita, sono gli ingredienti evidenti nel primo caso di successo, l’affermato Lorenzo Marone.

La passione per i libri, la forza di convinzione per percorrere controcorrente il fiume degli eventi, sono gli elementi del secondo caso di successo, la libreria di azionato popolare di Napoli.

In entrambe le storie, in un istante speciale, giunge la scintilla che cambia il flusso degli eventi.
Quel momento magico nel quale mettere in discussione i risultati raggiunti, porre la fatidica domanda «è veramente ciò che voglio?», credere in se stessi e cambiare strada.

Studiare i casi di successo serve a carpire il momento nel quale scoppia tale scintilla, la fiamma che sta dietro ogni sogno realizzato.


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I tre segreti del lettore felice

UNO – Spontaneità

«Per le vacanze, leggete un libro a piacere».
Il consiglio della prof di italiano al sottoscritto, giovane studente di informatica, cadeva nel dimenticatoio.

A scuola, consideravo la lettura un’imposizione.

Trovavo assurdo investire parte del tempo libero tra le pagine di un romanzo.
Oggi, al contrario, trovo assurdo non leggere un libro.

Seguo il sentimento che regola tutti i grandi amori: la spontaneità.
Essere liberi di leggere resta il segreto per alimentare la passione che, se costretta, si spegne.

Dunque:

  • assecondo i tempi (leggo se lo desidero e prendo le dovute pause di riflessione in caso di stanchezza)
  • alterno i generi
  • dopo un libro appagante, riparto con un romanzo soft per digerire ed apprezzare la storia appena finita

Piccole regole per un rapporto felice e spontaneo.

I tre segreti del lettore felice

DUE – Ebook for ever!

Degli ultimi dieci libri, nove sono ebook.
Abbi fortuna e dormi del mio amico Luciano Esposito è l’ultimo cartaceo acquistato.

Toglietemi tutto ma non il mio Kindle, l’e-reader di Amazon.
I vantaggi sono palesi:

– dematerializzo i libri (risparmio di spazio e carta)
– compro ebook a prezzi ridotti (vedi Offerte lampo di Amazon)
– leggibilità massima in ogni ambiente e situazione (al sole, sotto l’ombrellone o con la luce flebile del comodino vicino al letto)

TRE – Vivere la libreria

Respirare l’atmosfera della libreria, annusare le bollicine di cultura, sbirciare la quarta di copertina di un nuovo romanzo, incontrare scrittori e partecipare ad eventi (come Lorenzo Marone alla Feltrinelli di Napoli).

Vivere e frequentare la libreria è un regalo al quale non rinuncio.

Ascoltare, confrontarsi, commentare: dietro ad ogni opera, si nasconde un mondo da scoprire.
In libreria.

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Io, lettore felice

Scaricare ebook e toccare con mano una pagina di un romanzo, sono aspetti di una medesima passione: la lettura.

Sono convinto: il libro e la cultura restano le armi più efficaci per combattere i «mostri» di ogni forma, colore, razza.

Parola di un lettore felice 🙂


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Ogni maledetto San Valentino [DomandePerBeni]

Ogni maledetto 14 02

“Esimio Dr. Beni,
ardo di passione, mi consumo nell’illusione di incontrare il mio unico grande amore.
Non ricordo neppure quando mandai per la prima volta l’invito per uscire insieme, ogni maledetto San Valentino aspetto nel luogo dell’incontro la sua apparizione.
Nulla, ed ora che si sta avvicinando il nostro ennesimo appuntamento mi domando: verrà?”
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San Valentino, l'attesa è il vero amore

Antonio P. Beni risponde

Gentile signorina,
è da quanto scrissi la prima versione di Godot che persone come lei mi fanno ricordare quando scrissi la prima versione di Godot.

Il suo problema per San Valentino è comune come la muffa dietro il mobile in cucina, non sai di averla finchè non cambi arredamento.
Il cuore è così, non sai di averlo finchè non te lo trapiantano in una scimmia, o viceversa.

La meraviglia dell’attesa

La mia teoria, sviluppata in anni di osservazione di coppie di innamorati, è che l’attesa è qualcosa di meraviglioso.

Dopo che scontai cinque anni al penitenziario di Fox River per assurde accuse di voyeurismo, purtroppo nessuno credette che osservavo coppie di innamorati per la scienza, riuscii a pubblicare su Scientific American il mio trattato “Speriamo che duri. L’attesa del tram come rappresentazione inespressa dell’amore atteso a San Valentino”

Nel mio geniale trattato scientifico, dimostrai che le persone non vogliono che il tram arrivi.
Loro vogliono attenderlo, desiderarlo, invocarlo, ma mai possederlo obliterando il biglietto.
Questo perché l’uomo è nato per avere paura.
La paura salva l’uomo dal pericolo e il pericolo è nella natura.

Mi spiego con un esempio che usai alla prima lezione di Semantica del Divino Amore, presso la gloriosa Fondazione Brass.

L’uomo che crede in Dio.
Lo venera, lo invoca, lo desidera, lo vuole, un po’ quasi come per il tram ma, attenzione questo è il punto chiave, non lo vuole!
Se l’uomo volesse Dio morirebbe per averlo!
Invece no, si ostina ad aggrapparsi alla vita.
Fa di tutto per non morire!
Non c’e’ coerenza!
Vuole Dio, lo ama e non vuole stare con Lui?!

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San Valentino, la festa degli innamorati
(in attesa)

Aspetta il tuo amore a San Valentino ma spera che non venga, perché ogni maledetto San Valentino potrai essere una delle poche che veramente festeggerà l’amore.
Del resto definiamo l’amore come una dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale, senza pensare che la sua massima elevazione è nella Sua attesa.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    Higuain il traditore: ecco come Napoli ti accoglierà

    2 aprile 2017, stadio San Paolo

    L’opportunista argentino sale le scale che, dalle viscere delle stadio, portano sull’erba del San Paolo.

    I calciatori napoletani toccano e baciano le foto di San Gennaro affisse lungo le pareti azzurre, pochi metri separano il silenzio della concentrazione pre-partita dal boato dei sessantamila.

    Il Ciuccio carico, pronto ad affrontare il match dell’anno.
    La zebra asettica, abituata, fredda.

    Gonzalo Higuain tradisce Napoli: è pronta l'accoglienza choc per il Pipita

    Higuain ed il coro dei sessantamila

    Il Pipita – oramai juventino convinto da milioni di falsi motivi – è irrequieto.
    E’ pronto a ricevere i consueti fischi ed insulti riservati a chi «tradisce la maglia».

    L’argentino ingrato entra nello stadio che fu il suo tempio.
    Gli occhi di mezzo mondo sono tutti per lui: come reagiranno i tifosi rinnegati?

    Dalle curve e poi dall’intero stadio, all’unisono si alza il coro:
    “HI-GUA-IN HI-GUA-IN HI-GUA-IN”.

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    L’ultimo minuto d’amore

    E’ lo stesso urlo riservato al Campione quando indossava i colori partenopei, dopo un gol mentre lo speaker del San Paolo inneggiava alla prodezza del Pipita e l’atmosfera era incandescente.

    Un grido potente, appassionato, sincero, ferito.

    Il coro d’amore dura un minuto.

    Sessanta secondi di pura emozione, il canto di dolore di un popolo ingannato ed abbandonato dal leader argentino.

    Un minuto d’amore, l’ultimo.

    Dopo i sessanta secondi – non un istante in più – sul Pipita il traditore cala il sipario.
    Perchè l’indifferenza è la migliore arma per dimenticare il meschino voltabandiera.

    Il traditore è alle spalle.
    Andiamo avanti, come sempre.


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