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Alla casa-museo di Roberto Murolo: per conoscere, per gratitudine [FOTO]
28 Febbraio 2025Al Vomero, la casa-museo di Roberto Murolo
La visita alla casa-museo di Roberto Murolo (in via Cimarosa 25, nel cuore del Vomero) riserva diverse sorprese.
A partire da Ernesto Murolo, il padre poeta che indirizzò la vita artistica di Roberto (sesto di sette figli), una figura importante nel mondo musicale napoletano di inizio novecento (si pensi ai tanti capolavori scritti con Ernesto Tagliaferri).
Una curiosità: come leggo dal sito ufficiale, ad Ernesto Murolo si deve l’idea di portare nella cittadina ligure di Sanremo un format festivaliero, con canzoni napoletane ed italiane.

Ernesto Murolo, figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta
Giunto a via Cimarosa, però, subito si insinua un dubbio: la vicinanza della casa-museo di Roberto Murolo con villa Santarella, la dimora estiva di Eduardo Scarpetta – altro gigante della scena artistica napoletana di inizio secolo – è sospetta.
E difatti, la guida conferma: Ernesto Murolo era figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta (stessa sorte dei fratelli De Filippo), nato da una relazione mai riconosciuta tra sua mamma (sorellastra della moglie di Scarpetta) che lavorava presso la servitù e il famoso attore (come descritto anche nella pagina Wikipedia dedicata ad Ernesto Murolo).
Un gossip necessario per comprendere il contesto storico/sociale del tempo.

Da Libero Bovio e Totò, da Salvatore Di Giacomo a Renzo Arbore
Nel salotto, fotografo il divano sul quale sostarono personaggi del calibro di Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Ernesto Tagliaferri, Gaetano Lama.
Il salotto di via Cimarosa 35 trasuda arte.
Possiamo immaginare questi importanti intellettuali che, abitualmente, frequentavano casa Murolo discutere di musica, comporre versi ma anche giocare a tressette, urlare per una carta sbagliata, ridere, condividere tempo e ispirazione.
Incontri che avvenivano sotto lo sguardo incuriosito di Roberto Murolo bambino, piccolo spettatore che si nutrirà di tali, incredibili atmosfere (e parole).
E sempre in questa stanza immagino Totò, i fratelli De Filippo, poi Enzo Gragnaniello, Mia Martini, Fabrizio De André, Lina Sastri, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato e, ovviamente, Renzo Arbore.
Sfioro il pianoforte sul quale studiò Roberto Murolo (in un secondo periodo scelse la chitarra) per attingere energie positive, poi osservo le tante foto e dediche nei quadretti a testimonianza di una carriera riconosciuta, apprezzata, indimenticabile.
D’altronde, per il sottoscritto – giovane studente di pianoforte – le interpretazioni di Roberto Murolo dei classici napoletani sono lezioni fondamentali, che ascolto, ripeto, imparo.
E allora, visitare gli ambienti dove l’artista è cresciuto, vissuto per lunghi tratti della sua vita, infine dove si è spento, ha un significato doppio: di conoscenza ma, soprattutto, di gratitudine.
La galleria fotografica
La modestia della fotocamera del mio smartphone non permette di catturare le profonde atmosfere della casa-museo di Roberto Murolo.
Comunque sia, conservo questi scatti con orgoglio.
E consiglio a tutti, appassionati di musica e non, la visita in un luogo denso di cultura.